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Scarica - Associazione San Marcellino

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Nella prefazione del suo libro, “Oltre la libertà e la dignità” Skinner narra un<br />

esempio a mio avviso efficace per evidenziare come e quanto noi siamo<br />

facilmente condizionati da tutto ciò che ci circonda.<br />

Riporta l’ influenza esercitata da uno striscione con su scritto “ricordatevi<br />

della guerra aerea” posto davanti a dei professori, e a lui stesso durante una<br />

lezione in cui si discuteva di “Oltre la libertà e la dignità”, tutti gli oratori infatti<br />

hanno nominato la guerra in Vietnam.<br />

Evidenziare cosi, ciò che l’autore definisce un “atto eccellente di ingegneria<br />

comportamentale”, pone una questione a mio avviso destabilizzante, in<br />

quanto dimostra chiaramente come siamo sottilmente “controllati” e<br />

“controllabili”.<br />

Seguendo la tesi di Skinner che presuppone che la libertà senza controllo<br />

non può esistere, e che afferma anzi che un contenimento buono sia<br />

essenziale per provare la reale sensazione di libertà, vorrei , dimostrare come<br />

questa teoria sia vera più che mai in realtà come quelle comunitarie.<br />

Per trovare queste conferme ho scelto di avvicinarmi alla Fondazione e<br />

associazione <strong>San</strong> <strong>Marcellino</strong> di Genova, in specifico ho vissuto e osservato la<br />

realtà della comunità di vita “Il Ponte”, una delle tante strutture<br />

dell’<strong>Associazione</strong>, ma sono stata anche a contatto con gli operatori del centro<br />

d’ascolto, punto nevralgico dell’attività del servizio e con diversi operatori e<br />

volontari che da anni gravitano attorno a <strong>San</strong> <strong>Marcellino</strong>. Mi sono avvicinata a<br />

questa istituzione perché credo che la sua accezione di libertà corrisponda a<br />

quella che io cerco di evidenziare: “la libertà di essere sé stessi”, con i propri<br />

difetti, le proprie incapacità, le proprie bruttezze, senza per questo essere<br />

giudicati o esclusi. E’ un concetto molto evidente nella realtà della comunità<br />

“il Ponte”, dove al suo interno le persone riscoprono la ricchezza di<br />

condividere, di stare insieme, in maniera diversa, a volte con litigi, a volte<br />

facendo vedere il proprio lato peggiore, ma insieme.<br />

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