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Conto alla rovescia - VicenzaPiù

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10<br />

DI LUCA MATTEAZZI<br />

Ricordate l'inizio<br />

dell'estate scorsa?<br />

Prodi era al governo<br />

da neanche un<br />

paio di mesi, e<br />

sullo scia dell'entusiasmo<br />

iniziale il<br />

ministro Bersani dava il via al<br />

primo, contestato, pacchetto di<br />

liberalizzazioni: una serie di<br />

misure pensate per smuovere il<br />

mercato e stimolare la concorrenza<br />

in alcuni settori dell'economia,<br />

il cui primo risultato fu però<br />

quello di mettere in fibrillazione<br />

un gran numero di categorie<br />

economiche: le farmacie scioperarono<br />

per la prima volta dopo<br />

qualche decennio, i tassisti delle<br />

grandi città incrociarono le braccia,<br />

gli avvocati si tolsero la toga<br />

per qualche giorno. A quasi un<br />

anno di distanza, dei temuti<br />

sconvolgimenti si è visto ancora<br />

ben poco, anche in quei settori<br />

che sembravano toccati più<br />

pesantemente dalle nuove normative.<br />

Taxi Driver? No grazie<br />

Il decreto Bersani apriva le porte<br />

ad un aumento del numero di<br />

licenze per i tassisti. Un provvedimento<br />

che poteva avere un<br />

senso nelle grandi città, con<br />

aeroporti internazionali e stazioni<br />

frequentate da decine di<br />

milioni di passeggeri. Molto<br />

meno in una realtà provinciale<br />

come Vicenza, e infatti in città<br />

non è cambiato assolutamente<br />

nulla. Il numero di licenze è<br />

rimasto invariato, e all'ombra di<br />

Monte Berico i tassisti continuano<br />

a faticare a trovare clienti. "Il<br />

problema riguardava solo Roma<br />

e Milano - spiega Armando<br />

Pegoraro, presidente della<br />

Cooperativa tassisti vicentini -.<br />

Una realtà come quella di<br />

Vicenza, così come tutte le altre<br />

città del Veneto, ha una situazione<br />

completamente diversa".<br />

Già, a Vicenza fanno i tassisti<br />

hanno il problema di arrivare a<br />

fine mese, e aumentare il numero<br />

di licenza vorrebbe dire<br />

"costringerci a chiudere baracca",<br />

aggiunge Pegoraro. "A<br />

Vicenza non c'è niente - continua<br />

-: non c'è l'Arena o il Lago di<br />

Garda come a Verona, non c'è<br />

una grande stazione come a<br />

Padova, non c'è nulla, e già così<br />

facciamo fatica a sbarcare il lunario.<br />

Gli unici a prendere il taxi<br />

sono gli anziani, e anche loro lo<br />

fanno sempre di meno, con la<br />

crisi che c'è".<br />

Paradossalmente, proprio grazie<br />

al decreto Bersani la cooperativa<br />

dei tassisti ha invece potuto fare<br />

qualche investimento. Ha acquistato<br />

due auto adatte al trasporto<br />

disabili, e sta valutando se sperimentare<br />

il servizio del taxi collettivo.<br />

"Sarà difficile, perché non<br />

c'è la mentalità giusta" mette le<br />

mani avanti il presidente. Che<br />

poi conclude: "I tassisti sono<br />

ancora molto, molto preoccupati.<br />

Con le liberalizzazioni <strong>alla</strong><br />

fine rimangono solo i più forti.<br />

Perché non le hanno fatte nel trasporto<br />

pubblico? Lì sì che si<br />

sarebbero visti dei risultati<br />

immediati".<br />

Pane fresco? Forse che sì, forse<br />

che no<br />

Anche il settore dei panifici era<br />

toccato direttamente d<strong>alla</strong> prima<br />

infornata di liberalizzazioni: il<br />

decreto Bersani, infatti, tra le<br />

altre cose eliminava l'obbligo<br />

della licenza e del riposo settimanale,<br />

rendendo molto più<br />

facile aprire un'attività a chi<br />

volesse cimentarsi con baguette<br />

e zoccoletti. Il boom di panifici,<br />

panettieri e rivendite di pane<br />

però non c'è stato. Quello che s'è<br />

visto, invece, è il fatto che alcune<br />

gastronomie e pizzerie al taglio<br />

cominciano a vendere pane nei<br />

giorni festivi, quando i fornai<br />

tradizionali sono chiusi per il<br />

(meritato) giorno di riposo. "I<br />

panifici stanno chiudendo, non<br />

aprendo - commenta il presidente<br />

provinciale dei panificatori<br />

Ascom Antonio Cristofani -. Ma<br />

questo dipende dal fatto che c'è<br />

un calo costante dei consumi. La<br />

concorrenza di pizzerie e gastronomie<br />

la sentiamo solo la domenica".<br />

I problemi, comunque, rimangono,<br />

e toccano da vicino anche i<br />

consumatori. "Il punto è che<br />

siamo tornati indietro di 20 anni<br />

con le normative - continua<br />

Cristofani -, anche con quelle che<br />

garantivano igiene e sicurezza.<br />

Con questa situazione non si<br />

capisce più se il pane che si compra<br />

è stato fatto in giornata o è<br />

pane precotto e congelato, se il<br />

fatti&notizie<br />

Taxi, panifici, farmacie. A quasi un anno dal primo decreto Bersani, ecco cosa è cambiato nel vicentino<br />

laboratorio è a norma oppure no.<br />

Si crea solo confusione, e infatti<br />

le ultime notizie che ci sono arrivate<br />

dicono che anche il ministro<br />

stia studiando una parziale marcia<br />

indietro".<br />

Farmacie. Giù i prezzi, su i servizi<br />

Nelle farmacie qualche novità<br />

effettivamente c'è stata, anche se<br />

è difficile capire quanto sia riconducibile<br />

direttamente al decreto<br />

Bersani. La temuta (dai farmacisti)<br />

apertura di punti vendita di<br />

farmaci all'interno dei supermercati,<br />

ad esempio, è rimasta un<br />

fatto tutto sommato limitato,<br />

mentre altre modifiche, meno<br />

pubblicizzate, hanno prodotto<br />

Il premier Romano Prodi è succeduto a se stesso.<br />

Abbiamo scritto che al Senato è inciampato su Vicenza.<br />

Ed è vero, nel senso che la base americana ha fatto da grimaldello<br />

con cui si è aperta un'inevitabile crisi di<br />

coerenza. Coerenza fra quella parte moderata del centrosinistra<br />

che si appresta a unirsi nel Partito Democratico<br />

e le posizioni pacifiste e anti-Bush della sinistra radicale,<br />

a cui il rifondarolo Franco Turigliatto e il comunista<br />

italiano Ferdinando Rossi hanno avuto la sola colpa di<br />

dar seguito col proprio voto in aula. "Traditori" è stato<br />

l'epiteto più gentile per loro, Rossi si è anche beccato un<br />

pugno in faccia, e ora sono additati al pubblico disprezzo<br />

per aver votato secondo le proprio convinzioni. Che<br />

poi sono quelle dei Giordano e dei Diliberto scesi in piazza<br />

a Vicenza il sabato prima manifestando contro una<br />

politica estera che quattro giorni dopo hanno approvato.<br />

Gli unici coerenti sono stati quei due, accusati di essere<br />

"immaturi", di "non servire il Paese" solo perché nel<br />

tragitto da Vicenza a Roma si sono ostinati a far seguire<br />

alle parole i fatti.<br />

Ma Vicenza si traduce con Afghanistan. E' opinione<br />

diffusa che in primavera gli Stati Uniti scateneranno<br />

una seconda guerra in Afghanistan. Bush, perciò, non<br />

vuole defezioni da parte degli alleati in campo (fra cui<br />

l'Italia), anzi, probabilmente vorrà più truppe. Per non<br />

dover andare a casa sull'Afghanistan, a Prodi fare il bis<br />

conviene, così può stringere più forte il cilicio che lega a<br />

effetti più consistenti. È il caso<br />

della liberalizzazione dei prezzi<br />

di vendita dei farmaci (fino ad<br />

un anno e mezzo fa erano fissati<br />

d<strong>alla</strong> case farmaceutiche), che ha<br />

portato molte farmacie ad abbassare<br />

il costo di pillole e sciroppi.<br />

"In molti hanno ridotto i margini<br />

di guadagno - conferma il presidente<br />

provinciale di Federfarma<br />

Alberto Fontanesi -. Per il resto<br />

noi puntiamo molto sulla qualità<br />

del servizio e sulla professionalità<br />

dei nostri farmacisti, ad esempio<br />

collaboriamo con alcune<br />

Ulss per dei servizi di screening<br />

sulla salute della popolazione".<br />

Prezzi più contenuti, e servizi<br />

migliori insomma: se Bersani<br />

Crisi, una pantomima<br />

per <strong>alla</strong>rgarsi al Centro<br />

3 MARZO 2007<br />

Liberalizzazioni, tanto rumore per (quasi) nulla<br />

Prodi-bis, mano tesa a Udc, Chiesa e Usa. Elogio dei due dissidenti<br />

voleva andare incontro alle esigenze<br />

dei consumatori in questo<br />

caso sembra aver colpito il bersaglio.<br />

I timori, però rimangono.<br />

"Le grandi farmacie sono attrezzate<br />

per sopportare anche nuova<br />

concorrenza - conclude<br />

Fontanesi -. Ma il discorso cambia<br />

con le piccole farmacie di<br />

paese: nel vicentino ce ne sono<br />

una decina che non possono permettersi<br />

neanche un dipendente.<br />

Svolgono un servizio importantissimo,<br />

magari in paesi dove<br />

non c'è nemmeno un ambulatorio<br />

medico, ma hanno fatturati<br />

risicati, e se l'apertura di nuovi<br />

punti vendita gliene porta via<br />

una parte sono a forte rischio".<br />

sè la sua disomogenea maggioranza. Quelle 12 condizioni<br />

fatte firmare alle segreterie dei partiti, nelle intenzioni<br />

del Professore, devono fare da guinzaglio <strong>alla</strong> sinistra<br />

estrema, che esce cornuta e mazziata d<strong>alla</strong> crisi di governo<br />

perché in quelle dodici tavole ci sono chiari segnali di<br />

distensione ai centristi, <strong>alla</strong> Chiesa, all'Udc, a<br />

Confindustria. E agli Usa. A cominciare, guarda un<br />

po', dall'impegno in Afghanistan. Con Follini dentro e<br />

Casini disponibile ad accordi a vasto raggio, si può finalmente<br />

metter mano alle legge elettorale, vera preoccupazione<br />

dei partiti. Non è che allora è stata tutta una pantomima<br />

(complice quel geniale diavolo di D'Alema) per<br />

<strong>alla</strong>rgare di fatto la maggioranza all'Udc, non per caso<br />

uscita da parecchi mesi dal recinto berlusconiano della<br />

CdL? Una cosa è sicura: a Vicenza la base si farà.<br />

D'Alema in Senato è stato chiaro: "revocare una decisione<br />

del precedente governo sarebbe un atto ostile nei<br />

confronti degli Usa di cui non si comprenderebbe il<br />

senso e dagli effetti controproducenti". Uno lo ha già<br />

avuto: molti vicentini di centrosinistra non voteranno<br />

più Unione. Ma a D'Alema evidentemente interessa<br />

poco l'ostilità della popolazione locale se confrontata con<br />

le ritorsioni americane. Ecco il "senso" da "comprendere"<br />

nella politica estera del governo Prodi. Se però le cose<br />

qui prendessero una piega simile <strong>alla</strong> Val di Susa, il<br />

senso cambierebbe.<br />

A.M.

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