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Conto alla rovescia - VicenzaPiù

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8<br />

C'è chi dice che<br />

Prodi sia stato<br />

spodestato da chi<br />

è contro i Dico<br />

(leggi: Ruini).<br />

Dico: acronimo<br />

già entrato nella<br />

lingua italiana a significare "diritti<br />

dei conviventi". Cioè delle coppie<br />

di fatto, etero o omosessuali<br />

poco importa (o forse importa<br />

molto?). Prodi o non Prodi, bis o<br />

non bis, la prima certezza è che il<br />

disegno di legge del duo al femminile<br />

Bindi-Pollastrini è stato<br />

messo nel congelatore della politica,<br />

si mormora in una stanza<br />

vicino all'ufficio di Mastella,<br />

incartato sotto il mittente<br />

"Casini", nell'attesa di capire da<br />

chi verrà votato il nuovo governo.<br />

E allora, noi che della convivenza<br />

abbiamo fatto una scelta (500mila<br />

persone secondo recenti studi<br />

Istat) e che non vogliamo né il<br />

matrimonio cattolico né quello<br />

civile, aspettiamo di vedere e<br />

soprattutto di capire cosa accadrà.<br />

La seconda certezza è che la<br />

gerontocrazia che siede in parlamento<br />

è sempre più lontana dalle<br />

giovani generazioni, da quei ventenni<br />

e trentenni, che prima o poi<br />

(chissà quando, se non mollano le<br />

careghe) daranno il cambio ai<br />

nostri vertici politici. Chi, come<br />

me, è "accoppiato" di fatto e felicemente<br />

(nel mio caso con una<br />

donna), il problema della convivenza<br />

etero e omo neanche se lo<br />

pone, è una cosa normale e <strong>alla</strong><br />

luce del sole. Un sole, per inciso,<br />

che illumina tutta l'Europa tranne<br />

il nostro Paese, ancora ignaro<br />

che la società sta cambiando.<br />

Piaccia o non piaccia <strong>alla</strong> politica.<br />

Francia, Germania, Inghilterra,<br />

Spagna, Benelux, Scandinavia:<br />

hanno già mutato la loro visione<br />

di famiglia tradizionale, aprendo<br />

la strada ai Pacs, versione più<br />

estesa e meno complicata dei<br />

nostrani Dico.<br />

Alle giovani generazioni questo<br />

non sembra affatto un problema,<br />

tanto meno un dilemma religioso<br />

come è stato fatto diventare qui<br />

da noi.<br />

Prendiamo il sottoscritto.<br />

Convivente con una figlia, a tutt'oggi<br />

la mia è considerata una<br />

famiglia di serie B, salvo il caso<br />

della scelta del matrimonio cattolico<br />

o civile che mi eleverebbe al<br />

tipo A. Già questo presupposto<br />

servirebbe a comprendere il valore<br />

dei Dico. Leggendo il ddl<br />

Bindi-Pollastrini, possiamo<br />

apprendere che a beneficiarne<br />

sarebbero i cosiddetti "conviventi",<br />

ovvero "due persone maggiorenni,<br />

anche dello stesso sesso, unite da<br />

reciproci vincoli affettivi, che convivono<br />

stabilmente e si prestano assistenza<br />

e solidarietà materiale e morale".<br />

E fin qui capiamo che non si<br />

sta parlando di mostri. Le convivenze<br />

sarebbero riconosciute nei<br />

registri anagrafici di ogni<br />

Comune, con due soglie di anni<br />

di convivenza per il riconoscimento<br />

dei diritti: dopo tre anni,<br />

vengono riconosciuti i diritti e le<br />

tutele del lavoro; dopo nove,<br />

sono riconosciuti i diritti di suc-<br />

fatti&notizie<br />

Ecco come un nostro cronista, convivente con una figlia, vive la questione delle famiglie di fatto<br />

C'è chi Dico no. E io dico sì<br />

DI TOMMASO QUAGGIO<br />

Il ministro Rosy Bindi: sui Dico è in disaccordo con il capo della Cei Ruini<br />

cessione. I diritti immediatamente<br />

fruibili sono: decisioni in materia<br />

di salute e in caso di morte, permesso<br />

di soggiorno, alloggi di edilizia pubblica,<br />

utili di impresa, tassa di successione.<br />

Quelli dopo un determinato<br />

periodo di tempo invece<br />

sono: contratto di locazione, agevolazioni<br />

in materia di lavoro, trattamenti<br />

previdenziali e pensionistici,<br />

diritti di successione. Doveri previsti<br />

saranno: autocertificazione,<br />

obbligo alimentare, effetto retroattivo.<br />

Tradotto, questo significa che<br />

con l'approvazione dei Dico, solo<br />

per fare un esempio, io potrei<br />

chiedere di essere trasferito d<strong>alla</strong><br />

mia sede di lavoro per raggiungerne<br />

una più vicina <strong>alla</strong> mia<br />

famiglia. Una cosa ora impossibile<br />

perché noi, ufficialmente, come<br />

coppia non esistiamo. Oppure,<br />

uno di noi due potrebbe subentrare<br />

nel contratto d'affitto firmato<br />

dall'altro, mentre oggi rischiamo<br />

di essere buttati fuori da quella<br />

casa in cui per anni abbiamo<br />

contribuito a pagare affitto, bollette<br />

e spese varie. Ancora, con i<br />

Dico potremmo provare, se ne<br />

avessimo bisogno, a metterci in<br />

graduatoria per ottenere un<br />

alloggio di edilizia residenziale<br />

pubblica, cosa che adesso non<br />

Una vita da coppia di fatto<br />

Valentina Dovigo: "Non esistono famiglie più<br />

o meno sacre. Esiste la famiglia"<br />

Valentina Dovigo, presidente di Legambiente<br />

Vicenza, da quindici anni divide la sua vita<br />

con il suo compagno Francesco. Una scelta<br />

voluta e ragionata la sua, ma non per questo<br />

priva di ansie per la propria posizione. La<br />

prima cosa che ci racconta della propria esperienza<br />

è la preoccupazione di non potersi<br />

assistere reciprocamente nei momenti della<br />

malattia, e di conseguenza di perdere anche<br />

materialmente ciò che si è costruito negli anni<br />

di convivenza. "Fare queste ipotesi non è di<br />

certo bello, ma questa è la realtà delle cose -<br />

spiega -. Non siamo più giovincelli, ormai ci<br />

avviciniamo ai cinquanta anni, alcune esperienze<br />

forti vicino a noi, magari di amici, ci<br />

hanno fatto riflettere molto sulla questione.<br />

Abbiamo anche pensato di "regolarizzare" la<br />

nostra situazione, poi però non abbiamo più<br />

fatto questo passo. Chiusa questa parentesi,<br />

che di certo ci preoccupa, per la questione dei<br />

figli ci siamo sempre trovati incerti. Finora<br />

non abbiamo avuto la fortuna di averne, ma<br />

se dovesse succedere viste le differenze che<br />

esistono tra figli legittimi e riconosciuti, la<br />

nostra scelta sarebbe stata quella di un matri-<br />

3 MARZO 2007<br />

possiamo nemmeno prendere in<br />

considerazione. Uno degli aspetti<br />

che per esempio ci sta più a cuore<br />

è anche la possibilità di adottare<br />

un figlio, una fratellino o una<br />

sorellina per mia figlia. Questa<br />

strada però rimane preclusa,<br />

come coppia di fatto infatti non<br />

abbiamo i titoli per ottenere un'adozione.<br />

D'altronde nemmeno<br />

nostra figlia gode degli stessi<br />

diritti della prole legittima. I figli<br />

riconosciuti, come il nostro, ha di<br />

certo gli stessi diritti di un figlio<br />

legittimo nei confronti dei genitori,<br />

ma non nei confronti dei<br />

nonni o degli zii, esclusi di conseguenza<br />

dai diritti di successione.<br />

Facile capire quindi che chi, come<br />

me, vive la convivenza come una<br />

scelta, da tutto ciò non può che<br />

trarre beneficio. In fondo bastava<br />

andare non troppo lontano per<br />

iniziare una discussione sull'argomento.<br />

L'occhio doveva cadere<br />

sulla nostra bistrattata<br />

Costituzione, che all'articolo 29<br />

riconosce i "diritti della famiglia<br />

come società fondata sul matrimonio",<br />

ma non per questo nega<br />

dignità a forme diverse di rapporti<br />

di coppia. Ennò, perché<br />

all'articolo 2 sancisce che "La<br />

Repubblica riconosce e garantisce<br />

i diritti inviolabili dell'uomo, sia<br />

come singolo sia nelle formazioni<br />

sociali ove si svolge la sua personalità".<br />

E la mia personalità, ve<br />

l'assicuro, si svolge benissimo<br />

con la mia compagna Lisa e con<br />

mia figlia Martina.<br />

monio civile. Non ci sembra giusto dare dei<br />

diritti in meno rispetto ai bambini delle coppie<br />

sposate. Ecco perché i Pacs o i Dico servono.<br />

Non esistono famiglie più o meno sacre.<br />

Esiste la famiglia".<br />

Avete mai affronto il tema dei Dico con<br />

qualche amico, magari sposato?<br />

"Certo. Posso dire di aver trovato molta solidarietà<br />

da parte di coetanei e di gente più<br />

giovane. Persone che magari vivono la mia<br />

stessa situazione o che sono anche sposati<br />

con rito cattolico. Qualche difficoltà in più c'è<br />

stata con persone più grandi. Un esempio<br />

sono i miei genitori che hanno approvato la<br />

mia scelta di convivenza, ma magari vedrebbero<br />

meglio un matrimonio. Sulla scelta della<br />

possibilità di adottare un figlio, trovo che sia<br />

sbagliato sbarrare fin dall'inizio questa strada<br />

alle coppie di fatto. Non so se sia giusto dare<br />

in affidamento i figli alle coppie omosessuali,<br />

è una questione che va discussa con molta<br />

delicatezza, ma negare a tutti questa possibilità<br />

di certo non mi sembra corretto".<br />

T. Q.

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