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C'è chi dice che<br />
Prodi sia stato<br />
spodestato da chi<br />
è contro i Dico<br />
(leggi: Ruini).<br />
Dico: acronimo<br />
già entrato nella<br />
lingua italiana a significare "diritti<br />
dei conviventi". Cioè delle coppie<br />
di fatto, etero o omosessuali<br />
poco importa (o forse importa<br />
molto?). Prodi o non Prodi, bis o<br />
non bis, la prima certezza è che il<br />
disegno di legge del duo al femminile<br />
Bindi-Pollastrini è stato<br />
messo nel congelatore della politica,<br />
si mormora in una stanza<br />
vicino all'ufficio di Mastella,<br />
incartato sotto il mittente<br />
"Casini", nell'attesa di capire da<br />
chi verrà votato il nuovo governo.<br />
E allora, noi che della convivenza<br />
abbiamo fatto una scelta (500mila<br />
persone secondo recenti studi<br />
Istat) e che non vogliamo né il<br />
matrimonio cattolico né quello<br />
civile, aspettiamo di vedere e<br />
soprattutto di capire cosa accadrà.<br />
La seconda certezza è che la<br />
gerontocrazia che siede in parlamento<br />
è sempre più lontana dalle<br />
giovani generazioni, da quei ventenni<br />
e trentenni, che prima o poi<br />
(chissà quando, se non mollano le<br />
careghe) daranno il cambio ai<br />
nostri vertici politici. Chi, come<br />
me, è "accoppiato" di fatto e felicemente<br />
(nel mio caso con una<br />
donna), il problema della convivenza<br />
etero e omo neanche se lo<br />
pone, è una cosa normale e <strong>alla</strong><br />
luce del sole. Un sole, per inciso,<br />
che illumina tutta l'Europa tranne<br />
il nostro Paese, ancora ignaro<br />
che la società sta cambiando.<br />
Piaccia o non piaccia <strong>alla</strong> politica.<br />
Francia, Germania, Inghilterra,<br />
Spagna, Benelux, Scandinavia:<br />
hanno già mutato la loro visione<br />
di famiglia tradizionale, aprendo<br />
la strada ai Pacs, versione più<br />
estesa e meno complicata dei<br />
nostrani Dico.<br />
Alle giovani generazioni questo<br />
non sembra affatto un problema,<br />
tanto meno un dilemma religioso<br />
come è stato fatto diventare qui<br />
da noi.<br />
Prendiamo il sottoscritto.<br />
Convivente con una figlia, a tutt'oggi<br />
la mia è considerata una<br />
famiglia di serie B, salvo il caso<br />
della scelta del matrimonio cattolico<br />
o civile che mi eleverebbe al<br />
tipo A. Già questo presupposto<br />
servirebbe a comprendere il valore<br />
dei Dico. Leggendo il ddl<br />
Bindi-Pollastrini, possiamo<br />
apprendere che a beneficiarne<br />
sarebbero i cosiddetti "conviventi",<br />
ovvero "due persone maggiorenni,<br />
anche dello stesso sesso, unite da<br />
reciproci vincoli affettivi, che convivono<br />
stabilmente e si prestano assistenza<br />
e solidarietà materiale e morale".<br />
E fin qui capiamo che non si<br />
sta parlando di mostri. Le convivenze<br />
sarebbero riconosciute nei<br />
registri anagrafici di ogni<br />
Comune, con due soglie di anni<br />
di convivenza per il riconoscimento<br />
dei diritti: dopo tre anni,<br />
vengono riconosciuti i diritti e le<br />
tutele del lavoro; dopo nove,<br />
sono riconosciuti i diritti di suc-<br />
fatti¬izie<br />
Ecco come un nostro cronista, convivente con una figlia, vive la questione delle famiglie di fatto<br />
C'è chi Dico no. E io dico sì<br />
DI TOMMASO QUAGGIO<br />
Il ministro Rosy Bindi: sui Dico è in disaccordo con il capo della Cei Ruini<br />
cessione. I diritti immediatamente<br />
fruibili sono: decisioni in materia<br />
di salute e in caso di morte, permesso<br />
di soggiorno, alloggi di edilizia pubblica,<br />
utili di impresa, tassa di successione.<br />
Quelli dopo un determinato<br />
periodo di tempo invece<br />
sono: contratto di locazione, agevolazioni<br />
in materia di lavoro, trattamenti<br />
previdenziali e pensionistici,<br />
diritti di successione. Doveri previsti<br />
saranno: autocertificazione,<br />
obbligo alimentare, effetto retroattivo.<br />
Tradotto, questo significa che<br />
con l'approvazione dei Dico, solo<br />
per fare un esempio, io potrei<br />
chiedere di essere trasferito d<strong>alla</strong><br />
mia sede di lavoro per raggiungerne<br />
una più vicina <strong>alla</strong> mia<br />
famiglia. Una cosa ora impossibile<br />
perché noi, ufficialmente, come<br />
coppia non esistiamo. Oppure,<br />
uno di noi due potrebbe subentrare<br />
nel contratto d'affitto firmato<br />
dall'altro, mentre oggi rischiamo<br />
di essere buttati fuori da quella<br />
casa in cui per anni abbiamo<br />
contribuito a pagare affitto, bollette<br />
e spese varie. Ancora, con i<br />
Dico potremmo provare, se ne<br />
avessimo bisogno, a metterci in<br />
graduatoria per ottenere un<br />
alloggio di edilizia residenziale<br />
pubblica, cosa che adesso non<br />
Una vita da coppia di fatto<br />
Valentina Dovigo: "Non esistono famiglie più<br />
o meno sacre. Esiste la famiglia"<br />
Valentina Dovigo, presidente di Legambiente<br />
Vicenza, da quindici anni divide la sua vita<br />
con il suo compagno Francesco. Una scelta<br />
voluta e ragionata la sua, ma non per questo<br />
priva di ansie per la propria posizione. La<br />
prima cosa che ci racconta della propria esperienza<br />
è la preoccupazione di non potersi<br />
assistere reciprocamente nei momenti della<br />
malattia, e di conseguenza di perdere anche<br />
materialmente ciò che si è costruito negli anni<br />
di convivenza. "Fare queste ipotesi non è di<br />
certo bello, ma questa è la realtà delle cose -<br />
spiega -. Non siamo più giovincelli, ormai ci<br />
avviciniamo ai cinquanta anni, alcune esperienze<br />
forti vicino a noi, magari di amici, ci<br />
hanno fatto riflettere molto sulla questione.<br />
Abbiamo anche pensato di "regolarizzare" la<br />
nostra situazione, poi però non abbiamo più<br />
fatto questo passo. Chiusa questa parentesi,<br />
che di certo ci preoccupa, per la questione dei<br />
figli ci siamo sempre trovati incerti. Finora<br />
non abbiamo avuto la fortuna di averne, ma<br />
se dovesse succedere viste le differenze che<br />
esistono tra figli legittimi e riconosciuti, la<br />
nostra scelta sarebbe stata quella di un matri-<br />
3 MARZO 2007<br />
possiamo nemmeno prendere in<br />
considerazione. Uno degli aspetti<br />
che per esempio ci sta più a cuore<br />
è anche la possibilità di adottare<br />
un figlio, una fratellino o una<br />
sorellina per mia figlia. Questa<br />
strada però rimane preclusa,<br />
come coppia di fatto infatti non<br />
abbiamo i titoli per ottenere un'adozione.<br />
D'altronde nemmeno<br />
nostra figlia gode degli stessi<br />
diritti della prole legittima. I figli<br />
riconosciuti, come il nostro, ha di<br />
certo gli stessi diritti di un figlio<br />
legittimo nei confronti dei genitori,<br />
ma non nei confronti dei<br />
nonni o degli zii, esclusi di conseguenza<br />
dai diritti di successione.<br />
Facile capire quindi che chi, come<br />
me, vive la convivenza come una<br />
scelta, da tutto ciò non può che<br />
trarre beneficio. In fondo bastava<br />
andare non troppo lontano per<br />
iniziare una discussione sull'argomento.<br />
L'occhio doveva cadere<br />
sulla nostra bistrattata<br />
Costituzione, che all'articolo 29<br />
riconosce i "diritti della famiglia<br />
come società fondata sul matrimonio",<br />
ma non per questo nega<br />
dignità a forme diverse di rapporti<br />
di coppia. Ennò, perché<br />
all'articolo 2 sancisce che "La<br />
Repubblica riconosce e garantisce<br />
i diritti inviolabili dell'uomo, sia<br />
come singolo sia nelle formazioni<br />
sociali ove si svolge la sua personalità".<br />
E la mia personalità, ve<br />
l'assicuro, si svolge benissimo<br />
con la mia compagna Lisa e con<br />
mia figlia Martina.<br />
monio civile. Non ci sembra giusto dare dei<br />
diritti in meno rispetto ai bambini delle coppie<br />
sposate. Ecco perché i Pacs o i Dico servono.<br />
Non esistono famiglie più o meno sacre.<br />
Esiste la famiglia".<br />
Avete mai affronto il tema dei Dico con<br />
qualche amico, magari sposato?<br />
"Certo. Posso dire di aver trovato molta solidarietà<br />
da parte di coetanei e di gente più<br />
giovane. Persone che magari vivono la mia<br />
stessa situazione o che sono anche sposati<br />
con rito cattolico. Qualche difficoltà in più c'è<br />
stata con persone più grandi. Un esempio<br />
sono i miei genitori che hanno approvato la<br />
mia scelta di convivenza, ma magari vedrebbero<br />
meglio un matrimonio. Sulla scelta della<br />
possibilità di adottare un figlio, trovo che sia<br />
sbagliato sbarrare fin dall'inizio questa strada<br />
alle coppie di fatto. Non so se sia giusto dare<br />
in affidamento i figli alle coppie omosessuali,<br />
è una questione che va discussa con molta<br />
delicatezza, ma negare a tutti questa possibilità<br />
di certo non mi sembra corretto".<br />
T. Q.