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Conto alla rovescia - VicenzaPiù

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19<br />

L'avranno visto,<br />

questo film, il<br />

ministro Padoa-<br />

Schioppa e i suoi<br />

giuslavoristi? Nel<br />

tepore ovattato di<br />

uno studio ministeriale<br />

o di una facoltà universitaria,<br />

isolati dalle miserie del<br />

mondo, gratificati da lussuose<br />

prebende, essi allineano su fogli<br />

immacolati file di numeri, decidendo<br />

olimpicamente dei destini<br />

della nazione. Questo film è<br />

la storia orribile di uno di questi<br />

'numeri': Bruno Davert, alto<br />

dirigente di una fabbrica di<br />

carta, che per effetto di ristrutturazioni<br />

e delocalizzazioni viene<br />

licenziato all'improvviso, dopo<br />

quindici anni di 'onorato servizio'.<br />

Orgoglioso delle proprie<br />

competenze, e perciò convinto<br />

di poter trovare subito un altro<br />

lavoro, Bruno precipita quasi<br />

subito in una spirale infernale di<br />

colloqui frustranti e senza risultato.<br />

Scopre anche che non è il<br />

solo con quelle competenze, per<br />

cui, lucidamente, decide di eliminare<br />

tutti coloro che possono<br />

frapporsi tra lui e un nuovo<br />

impiego. Rifiutato d<strong>alla</strong> società<br />

("togliendomi il lavoro mi<br />

hanno tolto la vita!") Bruno si<br />

tempo libero<br />

rende conto che tutti<br />

i valori di cui gli avevano<br />

riempito la<br />

testa - amicizia, solidarietà,<br />

simpatia -<br />

sono parole vuote.<br />

Conta solo chi vince,<br />

chi ha 'successo' e di<br />

quel successo<br />

conquista<br />

i simboli<br />

tangibili: le<br />

belle donne<br />

e le macchine<br />

sportive<br />

che gli si<br />

p a r a n o<br />

davanti dalle insegne<br />

pubblicitarie. E lui si<br />

adegua, ridiventa homo<br />

homini lupus, e comincia<br />

ad uccidere. Non<br />

prova odio, e nemmeno<br />

pietà: il tremito alle<br />

mani dopo ogni omicidio<br />

passa presto, in<br />

attesa del prossimo, e<br />

ancora del successivo, finché la<br />

strada sarà libera. Apologo<br />

'inverosimile' ma spietato, il<br />

film - freddo come un documentario,<br />

intenso come una tragedia<br />

greca - accompagna lo spettatore<br />

passo dopo passo a seguire<br />

gli orrori di Bruno, talmente<br />

3 MARZO 2007<br />

Popcorn. In Cacciatore di teste (2005) di Costa Gavras, il caso di ordinaria disperazione di un licenziato che si trasforma in killer<br />

Un normale disoccupato. Omicida<br />

DI GIULIANO CORÀ<br />

Del versatile scrittore<br />

texano Joe R.<br />

Lansdale sono stati<br />

pubblicati in Italia,<br />

negli ultimi anni, in<br />

media tre o quattro<br />

volumi all'anno,<br />

senza contare le ristampe o le<br />

riproposte in edizione economica.<br />

Tanti, forse troppi, visto che alcuni<br />

fra gli ultimi titoli si posso certo<br />

considerare minori nella vasta<br />

produzione dell'autore. D'altro<br />

canto va detto che Lansdale è<br />

stato scoperto in Italia con colpevole<br />

ritardo e che i suoi romanzi,<br />

in genere, vantano oggi consensi<br />

unanimi da parte del pubblico<br />

e della critica.<br />

"Freddo nell'anima", scritto nel<br />

1999 e pubblicato in questi giorni<br />

da Fanucci, va obbiettivamente<br />

ascritto <strong>alla</strong> schiera dei<br />

Lansdale migliori. Potrebbe essere<br />

definito in sintesi come un bizzarro<br />

ma felice incrocio tra il film<br />

"Freaks", il genere "noir" e la tragedia<br />

greca.<br />

Il suo protagonista è Bill Roberts,<br />

un giovane disadattato della provincia<br />

texana che vive con il cadavere<br />

della madre per continuare a<br />

ritirarne la pensione. Costretto a<br />

nascondersi nelle paludi, dopo<br />

una rapina finita male, Bill si<br />

imbatte in un circo che gira per la<br />

zona, composto da uomini cane,<br />

donne barbute, gemelli siamesi,<br />

microcefali detti "teste di spillo" e<br />

d<strong>alla</strong> misteriosa attrazione "Ice<br />

Man", tutti guidati da un temibile<br />

padrone, Frost, e d<strong>alla</strong> sua affascinante<br />

moglie, Gidget. Unitosi a<br />

loro prima per disperazione poi<br />

per necessità, Bill poco <strong>alla</strong> volta<br />

si invaghisce di Gidget, e finisce<br />

per riporre nelle ambigue mani<br />

della donna la sua sorte.<br />

A parte la visione del mondo<br />

all'insegna di una complessiva<br />

disillusione (i "mostri" non sono<br />

cattivi, ma per loro non esiste<br />

coinvolgente che vorremmo gridargli:<br />

'Fermati, questa non è la<br />

strada'. Possiamo solo assistere<br />

muti <strong>alla</strong> sua rovina, chiedendoci<br />

se nella nostra società sia possibile,<br />

come un dirigente declama,<br />

"un lavoro fatto per l'uomo".<br />

Sul comodino. Ritmo, personaggi indimenticabili, humour nero e un finale da tragedia greca in uno dei migliori romanzi di Joe Lansdale<br />

In fuga oltre i confini del male<br />

DI GIOVANNI MAGALOTTI<br />

comunque salvezza), colpisce la<br />

capacità di Lansdale di scavare<br />

nell'animo umano per raccontare,<br />

senza giudizi morali ma anche<br />

senza facile cinismo, il bene e il<br />

male che convivono in ciascuno di<br />

noi. E stupiscono, inoltre, la sua<br />

disinvoltura nel maneggiare un<br />

registro difficile come il grottesco,<br />

l'efficace ricorso a uno humour<br />

spesso nero, e il ritmo sostenuto<br />

impresso <strong>alla</strong> vicenda. Il tutto<br />

valorizzato d<strong>alla</strong> perizia linguistica<br />

del traduttore Giancarlo<br />

Carlotti.<br />

Joe R. Lansdale, Freddo nell'anima,<br />

Fanucci, 224 pp., € 12,50

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