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prio questa percezione mi segnala il problema e mi consente<br />
di reagire. L’altro effetto, molto più difficile da valutare,<br />
è quello che si può verificare con basse potenze ma con possibili<br />
effetti sul lungo periodo. Il cellulare lo usiamo appoggiato<br />
alla scatola cranica e gli sudi dicono che l’energia, diffondendosi,<br />
si può focalizzare in alcuni punti con una<br />
maggiore intensità. Sono aspetti da approfondire. Ma qui<br />
servono studi e serie di dati su basi temporali di diversi anni.<br />
E ne abbiamo ancora troppo pochi. Ma certo ci sono<br />
precauzioni nell’uso del cellulare che si possono comunque<br />
adottare da subito”.<br />
Può farci un esempio?<br />
“Usare il cellulare mentre si guida è vietato ed è evidentemente<br />
pericoloso per questioni di sicurezza stradale. Ma<br />
c’è di più. Quando siamo in auto, la vettura produce un effetto<br />
che in fisica si chiama gabbia di Faraday, cioè ci isola<br />
dai campi elettrostatici esterni. Per questo il cellulare per<br />
uscire dalla gabbia è costretto ad aumentare notevolmente<br />
la potenza di emissione. Dunque usare il viva-voce o gli auricolari<br />
fa bene ovunque, ma in auto è assolutamente raccomandato.<br />
Oltre a evitarci di prendere multe”.<br />
E in rapporto alle altre fonti di emissione<br />
che ci sono nelle nostre case<br />
(elettrodomestici, televisori, computer,<br />
modem e altre apparecchiature wi-fi), il<br />
cellulare come ci sta? Giusto preoccuparsi<br />
per lui o le priorità sono altre?<br />
“In generale va spiegato che i cellulari lavorano su poten-<br />
CONSUMARE INFORMATI SETTEMBRE 2011<br />
sciati aperti dai tentativi precedenti.<br />
Comunque sul fatto che servano ulteriori<br />
studi, nessuno dissente. Nel<br />
mentre però, l’Oms ha voluto usare la<br />
propria autorità per invitare tutti<br />
quanti a un atteggiamento di prudenza,<br />
volto soprattutto a promuovere<br />
un uso dei cellulari con alcune misure<br />
precauzionali (vedi in proposito<br />
la scheda nelle pagine precedenti<br />
proposta da CoopVoce), che ruotano<br />
in particolare sull’utilizzo degli auricolari,<br />
evitando le chiamate troppo<br />
lunghe, preferendo gli Sms e evitando<br />
l’uso di questi apparati da parte<br />
dei bambini. Altro consiglio utile è<br />
quello di non tenere il cellulare a contatto<br />
col proprio corpo quando non lo<br />
continua a pagina 34 ><br />
ze basse, per evitare interferenze. Del resto ormai tutti<br />
abbiamo un cellulare in tasca e, basta pensare a situazioni<br />
della vita di tutti i giorni, se le potenze fossero più alte<br />
anche il rischio di interferenze sarebbe inevitabile, in ufficio,<br />
all’ospedale o mentre facciamo la spesa. Anche i sistemi<br />
bluetooth e wi-fi, ormai presenti in molte case, sono<br />
a potenze basse. Parliamo di pochi metri di campo d’azione.<br />
Anche per i televisori, con i nuovi modelli a schermo<br />
piatto si sono migliorate di molto le cose sul piano dell’irradiazione.<br />
Sicuramente altri elettrodomestici che si usano<br />
in casa sono più pericolosi. Aggiungo che se proprio<br />
dovessi dire di preoccuparsi per qualcosa indicherei gli<br />
impianti trasmissivi a grande potenza che stanno fuori<br />
dalle nostre case”.<br />
Ma restando sui cellulari, ogni apparecchio<br />
ha un livello di emissioni diverso, quello<br />
espresso in Sar. Un dato che molti ignorano…<br />
La potenza dei cellulari non dipende tanto dalla quantità di<br />
funzioni che hanno, ma dalle tipologie costruttive e dalle<br />
condizioni di trasmissione. Il valore in Sar che accompagna<br />
ogni cellulare esprime questa potenza trasmissiva. È un<br />
dato che è bene conoscere, anche se poi va messo in relazione<br />
con le modalità di utilizzo che ognuno fa del cellulare. A<br />
questo proposito farei un discorso generale di diritto all’informazione,<br />
che vale per la etichettatura di tutti i prodotti<br />
e quindi anche per i telefonini. Conoscere le loro caratteristiche<br />
è fondamentale. Per il consumatore, senza perdersi<br />
in allarmismi inutili, c’è una consapevolezza che deve crescere”.<br />
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