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zucchine, 8 fiori di zucca, 60 gr. di guanciale affumicato, 50<br />

gr. di pecorino stagionato, 1/2 cipolla, 30 gr. di burro.<br />

Procedimento<br />

In una padella rosolare la cipolla, aggiungere successivamente<br />

le zucchine tagliate a lamelle, i fiori e infine il guanciale.<br />

Cuocere gli spaghetti in abbondante acqua bollente,<br />

scolarli e metterli nella pentola con le zucchine, aggiungendo<br />

il pecorino grattugiato e alcuni fiocchi di burro. A questo<br />

punto mantecare il tutto e servire.<br />

! Il secondo<br />

Parmigiana di melanzane e burrata<br />

Ingredienti per 4 persone<br />

Servono 2 melanzane viola, 100 gr. di sugo di pomodoro, 1<br />

mozzarella di bufala, 10 gr. di origano, 1 burrata, 50 gr. di farina,<br />

200 cl. di olio extra vergine d’oliva, sale e pepe, 1 cucchiaio<br />

di salsa al basilico, 1 cucchiaio di paté d’olive nere.<br />

Procedimento<br />

Tagliare le melanzane a fette alte circa 2 centimetri. Togliere<br />

un po’ di pelle esterna, infarinarle e cuocerle in padella<br />

per circa 4/5 minuti, in entrambi i lati. Disporre le<br />

melanzane poi a 3 strati con mozzarella, origano e pomodoro<br />

fino a creare un tortino. Scaldare nel forno per circa<br />

altri 4/5 minuti e impiattare con sopra un cucchiaio di burrata,<br />

un po’ di paté di olive e basilico. Guarnire con salsa<br />

pomodoro nel piatto e un goccio d’olio extra vergine d’oliva.<br />

E il gioco è fatto. l<br />

Un menu contro la crisi<br />

Ristorante Frosio<br />

Piazza Lemine, 1, Almè (Bg),<br />

Ristorante Posta di Frosio<br />

via Vittorio Veneto, 169, Sant’Omobono Terme (Bg)<br />

Chef: Paolo Frosio<br />

Antipasto<br />

Alici ripiene con pomodoro San Marzano<br />

e mozzarella di bufala<br />

(costo per 4 persone: 15 euro)<br />

Il primo<br />

Spaghetti di Gragnano con zucchine, fiori di zucca, guanciale<br />

e pecorino dei pastori sardi<br />

(costo per 4 persone: 20 euro)<br />

Il secondo<br />

Parmigiana di melanzane e burrata<br />

(costo per 10 persone: 18 euro)<br />

Fava cottòra<br />

dell'Amerino<br />

Gli abitanti di questa parte meridionale<br />

dell'Umbria, tra Todi, Amelia e Orvieto - detta<br />

Amerino - sostengono da sempre che le<br />

loro fave si cucinano e si digeriscono più facilmente<br />

di ogni altre.<br />

La fava cottòra, chiamata così per la caratteristica di<br />

cuocere bene e in fretta, non è una varietà qualsiasi,<br />

ma un ecotipo selezionato di generazione in generazione<br />

dagli abitanti del posto. Ogni famiglia dell'Amerino,<br />

e in particolare di due piccole frazioni, Frattuccia<br />

nel comune di Guardea e Collicello nel comune di<br />

Amelia, ha riprodotto i semi, permettendo a questo<br />

legume di adattarsi e legarsi fortemente al territorio<br />

sviluppando anche una notevole resistenza alle avversità<br />

locali. La chiamano anche mezza fava, per le<br />

sue piccole dimensioni, e sono solite coltivarla ancora<br />

manualmente o con l'aiuto di pochi mezzi meccanici.<br />

Quando vengono estirpate, le piante vengono e mantenute<br />

ad essiccare ancora qualche giorno. Questo<br />

permette di far essiccare completamente i baccelli e<br />

facilitare l'operazione di battitura a mano, che fa aprire<br />

i baccelli e consente così la raccolta dei semi. Dopo<br />

la pulitura, i semi sono selezionati a mano e sono<br />

conservati in vasi di vetro con l'aggiunta di spicchi di<br />

aglio. La preparazione delle fave cottòre per la cottura<br />

è laboriosa: prima di tutto sono messe in acqua fredda,<br />

da riscaldare fino al punto di ebollizione. Dopo<br />

questo trattamento vengono fatte riposare per una<br />

notte intera.<br />

Il giorno seguente le fave sono scolate e selezionate<br />

ponendole in piccole quantità in un contenitore di metallo<br />

dove, mescolandole con le mani, si riesce a individuare<br />

ed eliminare quelle rimaste dure. Le fave cottòre<br />

si consumano in vari modi: condite soltanto con<br />

olio extravergine d'oliva, sale, pepe e cipolla fresca,<br />

oppure ripassate in padella con pomodoro e cipolla.<br />

Un'altra ricetta prevede la riduzione a purea, condita<br />

con olio extra vergine d'oliva, sale, e ideale per preparare<br />

le bruschette. Ma il piatto più tradizionale è la<br />

"striscia con le fave" che si consuma il giorno della<br />

macellazione del maiale: si condiscono le fave lessate<br />

con il grasso ottenuto dallo scioglimento nella cottura<br />

della zona ventrale del suino, una lunga striscia di<br />

grasso e di magro.

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