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Rapporto Ambientale - Parte 1

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di andare controcorrente, si può quindi escludere che sia questa la vera differenza che intercorre tra il<br />

modello lombardo ed il modello che si è diffuso negli ultimi anni in altre regioni.<br />

2. La scelta di non seguire il modello incentrato sulla dicotomia piano strategico-piano operativo è<br />

stata motivata dalla Regione Lombardia con la volontà di evitare che il processo di pianificazione si<br />

frazioni in più livelli 16 . Effettivamente il PGT non si articola lungo un asse verticale, in documenti che<br />

definiscono progressivamente i medesimi contenuti: gli atti che ne fanno parte si integrano invece in<br />

orizzontale, secondo una tipica logica di competenza e specializzazione 17 . L'opzione normativa risulta<br />

quindi coerente con la premessa orientata al definitivo superamento della pianificazione 'a cascata'<br />

(supra). Questa scelta non ha prodotto effetti solo nei rapporti tra i diversi livelli istituzionali, ma anche<br />

tra i vari atti che compongono il PGT, segnando - qui sì - una rimarchevole differenza rispetto al<br />

modello piano strutturale-piano operativo.<br />

Sarebbe del pari errato assimilare la pianificazione strategica alla pianificazione di direttive. Il<br />

documento di piano non ha la funzione di operare scelte fondanti destinate a trovare successiva<br />

puntualizzazione a livello di pianificazione operativa (quelle che P. Stella Richter definisce scelte<br />

'conformative del territorio', contrapponendole a quelle 'conformative della proprietà' che<br />

apparterrebbero esclusivamente al livello operativo 18 ). Non è questione né di scala né di<br />

autoapplicatività delle decisioni. Le decisioni strategiche hanno una matrice tipologicamente diversa<br />

da quelle territoriali 19 in senso proprio.<br />

Esse producono effetti tutti intrinseci al processo di pianificazione.<br />

Il documento di piano si limita a dettare gli obiettivi - in chiave quantitativa più che territorialubicazionale<br />

- e fissa le grandezze perseguibili nell'intero piano di governo del territorio. Se si<br />

escludono gli ambiti di trasformazione, che devono essere preventivamente identificati dal documento<br />

di piano 20 , questo atto non funge da strumento di allocazione nello spazio degli effetti che<br />

conseguiranno allo sviluppo delle decisioni ivi espresse. In questo senso il documento di piano sta<br />

all'interno di un processo pianificatorio urbanistico e ne orienta ab intrinseco gli svolgimenti, pur non<br />

dettandoli direttamente.<br />

16 Cfr. REGIONE LOMBARDIA, Sviluppo e trasformazione del territorio lombardo, Rimini, 2002, in part., 7.<br />

17 Tanto che, è bene segnalarlo, in assenza di uno di questi documenti l'intero sistema subirebbe un sostanziale paralisi.<br />

18 P. STELLA RICHTER, I principi del diritto urbanistico, Milano, 2002, in part., 81.<br />

19 G. SCIULLO, Pianificazione territoriale e urbanistica, in Dig. disc. pubbl., XI, Milano, 1996, in part., 137.<br />

20 Infra.

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