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<strong>Stato</strong>, <strong>Chiese</strong> e <strong>pluralismo</strong> confessionale<br />

Rivista telematica (www.statoechiese.it), n. 13/2013<br />

8 apr<strong>il</strong>e 2013 ISSN 1971- 8543<br />

apocrifi e a dubbie interpretazioni dei documenti dei Conc<strong>il</strong>i 69.<br />

Secondo Iosif le proprietà dei monasteri non costituiscono un<br />

ostacolo per la salus animarum dei monaci; egli riconosce che ci sono<br />

monaci che cedono alle lusinghe dei beni terreni, ma non sarebbe giusto a<br />

causa di pochi privare i monasteri dei beni materiali necessari per poter<br />

esercitare la carità verso <strong>il</strong> prossimo.<br />

Come ricorda <strong>il</strong> Graciotti, l’igumeno di Volokolamsk esalta la<br />

povertà del monaco che deve essere sim<strong>il</strong>e a quella di Cristo<br />

(Christopodobnaja niščeta) e non può possedere beni in proprietà, insiste<br />

sull’obbligo del lavoro manuale e predica con estrema chiarezza <strong>il</strong> dovere<br />

della carità e dell’assistenza, tanto spirituale che materiale, al punto che i<br />

confratelli lo rimproverano di aver venduto dei preziosi manoscritti per<br />

aiutare i poveri 70. Nel suo Statuto Iosif insiste ripetutamente sulla necessità<br />

di un perfetto non possesso da parte dei monaci (soveršennoe nestjažanie) e<br />

della necessità di amare <strong>il</strong> non possesso e la povertà sim<strong>il</strong>e a quella di Cristo<br />

(ljubiti nestjažanie i Christopodobnuju niščetu) 71.<br />

Scrive ancora <strong>il</strong> Graciotti:<br />

“Iosif non era un uomo mite, e come nei suoi scritti spirituali egli<br />

credeva di poter imporre con la forza all’interno del monastero la<br />

pratica dei doveri monastici, convinto che la disciplina fosse <strong>il</strong> mezzo<br />

più efficace per produrre la virtù, così non dubitò della legittimità del<br />

ricorso alla forza per <strong>il</strong> buon scopo di estirpare <strong>il</strong> male dal corpo<br />

sociale della Chiesa” 72.<br />

Sul rigore imposto ai monaci da Iosif si sofferma anche <strong>il</strong> M<strong>il</strong>iukov:<br />

“La regola monastica domava <strong>il</strong> temperamento dei monaci,<br />

cancellava i loro tratti individuali, li preparava a essere doc<strong>il</strong>i e<br />

compiacenti. Ai fratelli veniva insegnato con rigore una disciplina<br />

69 Cfr. in proposito J. MEYENDORFF, Partisans et ennemis des biens ecclésiastiques, cit.,<br />

pp. 31-33.<br />

70 Cfr. T. ŠPIDLÍK, Joseph de Volokolamsk. Un chapitre de la spiritualité russe, cit., pp. 78-<br />

79; cfr. altresì S. GRACIOTTI, La Chiesa russa tra potere e povertà: sulla scia del contrasto tra<br />

N<strong>il</strong> Sorskij e Iosif Volockij, cit., p. 249. Nondimeno, come sottolinea questo insigne studioso,<br />

la lotta per i beni ecclesiastici condotta da Iosif presenta aspetti quanto meno irriverenti e,<br />

in sostanza, esprime una scelta del “potere contro la povertà”, ivi, p. 251.<br />

71 Cfr. Duchovnaja gramota prepodobnogo Iosifa, soderžaščaja Ustav Volockoj obiteli, in<br />

Drevnerusskie inočeskie ustavy, sostavitel’ T.V. SUZDAL’CEVA, Izd. Severnyj polomnik,<br />

Moskva, 2001, pp. 38-57; T. ŠPIDLÍK, Joseph de Volokolamsk. Un chapitre de la spiritualité<br />

russe, cit., p. 115 ss.<br />

72 Cfr. S. GRACIOTTI, La Chiesa russa tra potere e povertà: sulla scia del contrasto tra N<strong>il</strong><br />

Sorskij e Iosif Volockij, cit., p. 242.<br />

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