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<strong>Stato</strong>, <strong>Chiese</strong> e <strong>pluralismo</strong> confessionale<br />

Rivista telematica (www.statoechiese.it), n. 13/2013<br />

8 apr<strong>il</strong>e 2013 ISSN 1971- 8543<br />

questione della liceità dei possedimenti dei monasteri che coinvolge quella<br />

delle ampie proprietà della Chiesa: “Il padre N<strong>il</strong> cominciò a dire che i<br />

monasteri non devono possedere v<strong>il</strong>laggi 93 e che i monaci devono vivere<br />

negli eremi e nutrirsi con <strong>il</strong> lavoro delle proprie mani: gli eremiti di<br />

Beloozero erano dalla sua parte” 94 .<br />

Il gran principe ha due interessi tra loro confliggenti: da un lato<br />

avverte lucidamente la necessità di godere del pieno sostegno da parte<br />

della Chiesa al principio autocratico, dall’altro ha la esigenza di poter<br />

disporre di terre da distribuire alla nuova nob<strong>il</strong>tà di servizio e ai nuovi<br />

funzionari statali rapidamente accresciuti a seguito dell’espansione<br />

territoriale della Moscovia 95 , terre che possono essere sottratte ai<br />

monasteri e alla Chiesa. A questa ipotesi sono interessati anche i bojari i<br />

quali, mentre si oppongono alla centralizzazione del potere, hanno buone<br />

ragioni di ritenere di poter trarre significativi vantaggi dalla<br />

secolarizzazione di una parte dell’ingente patrimonio ecclesiastico.<br />

La Russia all’inizio del XVI secolo, come giustamente sottolineato<br />

dal Meyendorff, non era più un insieme di principati religiosamente uniti<br />

sotto l’autorità di un metropolita che risiedeva a Mosca, in cui <strong>il</strong> gran<br />

principe aveva interesse di favorire <strong>il</strong> metropolita e la Chiesa al fine di<br />

rafforzare la sua posizione politica. Dopo le immense conquiste territoriali<br />

di Ivan III la Moscovia era divenuta uno <strong>Stato</strong> monolitico che si andava<br />

progressivamente trasformando in un’autocrazia centralizzata. In questo<br />

mutato con<strong>testo</strong> politico non era più accettab<strong>il</strong>e per <strong>il</strong> gran principe<br />

l’esistenza di un potere concorrente che possedeva un terzo delle terre del<br />

Paese: sembravano dunque sussistere le premesse politiche per un<br />

92 L’igumeno Paisij in realtà non poteva essere presente al Conc<strong>il</strong>io, essendo sceso nel<br />

sepolcro nel 1501.<br />

93 E relativi contadini al loro servizio.<br />

94 N<strong>il</strong> “počal molit’ samoderžca, čtoby u monastyrej sel ne bylo, a ž<strong>il</strong>i by černecy po<br />

pustynjam svoim rukodel’em”, cfr. N.S. SUVOROV, Učebnik cerkovnogo prava, cit., p. 383;<br />

A.V. KARTAŠËV, Očerki po istorii Russkoj Cerkvi, cit., tom 1, p. 453; J. MEYENDORFF,<br />

Partisans et ennemis des biens ecclésiastiques, cit., p 36.<br />

95 L’espansione della Moscovia inizia con Ivan Kalità che nel 1328 annette <strong>il</strong> principato<br />

di Vladimir Suzdal’. Con Ivan III <strong>il</strong> Grande (14440-1505) e i suoi successori si realizza<br />

l’unificazione della grande Moscovia con la conquista di Jaroslavl’ (1463), Rostov Velikij<br />

(1474), Novgorod (1471-1478), Tver′ (1484), e più tardi di Pskov (1510) e Rjazan′ (1571).<br />

Sull’argomento cfr. G. VERNADSKY, The expansion of Russia, Connecticut Academy of<br />

Arts and Sciences, New Haven, Ct., 1933; AA. VV., Russian Imperialism from Ivan the Great<br />

to the Revolution, a cura di T. Hunczak, con introduzione di H. KOHN, Rutgers University<br />

Press, New Brunswick, N.J., 1966.<br />

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