S&C11_12 - alimentando.info
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EVENTI<br />
Un Salone<br />
dal gusto dolce.<br />
Ma anche amaro<br />
Cibi che cambiano il mondo. E’ stato<br />
questo il tema dell’edizione 20<strong>12</strong><br />
del Salone del Gusto che quest’anno, per<br />
la prima volta, era una cosa sola con Terra Madre.<br />
La kermesse ha aperto i battenti il 25 ottobre<br />
presso il Lingotto Fiere di Torino e si è<br />
conclusa il 29 ottobre. Complessivamente, ha<br />
chiamato a raccolta mille espositori provenienti<br />
da 100 paesi, su una superficie di 80mila metri<br />
quadrati. Ottimi anche i numeri relativi ai visitatori.<br />
A manifestazione conclusa, si sono infatti<br />
contati 220mila visitatori italiani e stranieri, in<br />
crescita del 10% rispetto all’edizione precedente,<br />
sono stati 16mila i partecipanti alle 56<br />
conferenze, 8mila gli studenti e 3.700 i bambini<br />
che hanno preso parte alle attività educative.<br />
“La fusione tra Salone del gusto e Terra<br />
madre ha reso questa edizione la più bella di<br />
sempre, permettendo uno scambio continuo<br />
tra i paesi, mescolando profumi e nazionalità,<br />
in cui è stata notevole la partecipazione dei<br />
giovani, produttori, delegati e semplici visitatori”,<br />
ha dichiarato Roberto Burdese, presidente<br />
di Slow food Italia, nel corso della conferenza<br />
stampa di chiusura della kermesse. Che continua<br />
a presentarsi come un mercato destinato<br />
sia al grande pubblico, sia agli operatori.<br />
Nonostante la crisi, sembra che i consumatori<br />
siano ancora disposti a pagare un biglietto d’ingresso<br />
(20 euro prezzo intero, 16 euro prezzo<br />
ridotto, per le comitive) per conoscere più da<br />
vicino le produzioni alimentari di nicchia di cui,<br />
il nostro Paese, è ricco. Indubbiamente, per le<br />
aziende espositrici il contatto con i clienti finali<br />
è importante: le vendite consentono anche di<br />
“ripagare” la cifra spesa per l’affitto dello spazio<br />
espositivo. Che, vale la pena ricordare, nel panorama<br />
fieristico attuale, è uno dei più contenuti.<br />
Non solo. Il Salone del gusto rappresenta<br />
un’ottima vetrina per far conoscere il prodotto<br />
e il proprio marchio.<br />
Tuttavia, non è oro tutto quel che luccica. Infatti,<br />
per come è strutturata la manifestazione,<br />
la presenza degli utenti finali con gli operatori<br />
del settore (buyer) crea - a detta degli espositori<br />
- alcune problematiche (vedi box sotto). In<br />
molti casi si rischia di dedicare molto tempo e<br />
attenzione a semplici curiosi interessati, più che<br />
al prodotto e ai suoi plus, alla possibilità di degu-<br />
Novembre 20<strong>12</strong><br />
In scena dal 25 al 29 ottobre<br />
al Lingotto fiere di Torino,<br />
la manifestazione<br />
organizzata da Slow Food.<br />
Oltre 220mila visitatori (+10%),<br />
conferenze e laboratori didattici. Non mancano però<br />
le critiche da parte degli operatori professionali.<br />
starlo gratuitamente. Mentre davanti allo stand,<br />
in fila, ci sono anche operatori professionali seriamente<br />
intenzionati ad acquistare il prodotto<br />
per esporlo e venderlo nei loro negozi.<br />
Ecco allora una richiesta avanzata da più<br />
espositori che abbiamo incontrato. Perché non<br />
dedicare, nel corso della kermesse, almeno due<br />
giorni solo ed esclusivamente agli operatori? O,<br />
in alternativa, identificare, all’interno della giornata,<br />
un lasso di tempo in cui si aprono le porte<br />
al pubblico e uno dedicato solo ed esclusivamente<br />
ai buyer, siano essi della Gd piuttosto<br />
che del dettaglio tradizionale, italiani piuttosto<br />
che esteri?<br />
Del resto, il respiro internazionale del Salone<br />
del gusto è uno degli elementi fondamentali<br />
che ormai da anni spinge diverse aziende<br />
a partecipare alla kermesse. La manifestazione<br />
biennale organizzata da Slow Food è ormai un<br />
appuntamento fisso per i buyer di alcune importanti<br />
catene internazionali di Asia, Australia<br />
e Americhe. Senza dimenticare paesi europei<br />
come Germania, Francia, Spagna e Svizzera.<br />
Diverse aziende dell’alimentare, proprio in occasione<br />
delle precedenti edizioni del Salone,<br />
hanno incontrato operatori che, ancora oggi,<br />
sono loro clienti. E’ proprio in virtù di questi<br />
“casi di successo” che gli espositori chiedono,<br />
ora a gran voce, di dedicare agli operatori professionali<br />
tempi e spazi ben mirati e dedicati. Ma<br />
non è tutto. L’edizione 20<strong>12</strong> del Salone del gusto<br />
ha portato alla luce alcune lacune sul fronte<br />
della logistica interna. Innanzitutto a diversi<br />
espositori, soprattutto del comparto del fresco,<br />
è piaciuto poco dover inviare la merce con alcuni<br />
giorni di anticipo – forse troppi – per poi<br />
lasciarla in stoccaggio nel magazzino. Ma i veri<br />
problemi sono sorti mercoledì – giorno di allestimento<br />
- e giovedì – giornata di apertura. Nel<br />
primo caso, diversi corrieri, hanno potuto scaricare<br />
la loro merce solo dopo sei ore dal loro<br />
arrivo al Lingotto. Nel secondo caso, invece, fin<br />
dalle prime ore della mattinata, si sono formate<br />
code ai parcheggi, ai banchi di registrazione, agli<br />
ingressi. Così, c’è chi è entrato al Salone solo<br />
dopo due ore l’orario di arrivo al Lingotto. Con<br />
conseguenti ed evidenti disagi.<br />
Solo una nota finale. D’accordo, la manifestazione<br />
è organizzata da Slow Food. Ma in certi<br />
casi essere un po’ più “fast” non guasta.<br />
Segue<br />
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