S&C11_12 - alimentando.info
S&C11_12 - alimentando.info
S&C11_12 - alimentando.info
You also want an ePaper? Increase the reach of your titles
YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.
36<br />
Novembre 20<strong>12</strong><br />
DRAGONI D’<br />
Cresce l’appeal dei prodotti di casa nostra tra i consumatori cinesi.<br />
Più di 200 i brand presenti. E c’è ancora spazio per crescere.<br />
Milano e Napoli sono state le due tappe del programma<br />
di incoming organizzato lo scorso ottobre<br />
dall’Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione<br />
delle imprese italiane (ex Ice) rivolto a <strong>12</strong> buyer cinesi. Gli<br />
operatori, che per quattro giorni hanno incontrato gli esponenti<br />
dell’industria alimentare italiana, erano rappresentanti sia di alcune<br />
importanti insegne distributive locali, sia di note società di importazione.<br />
“Non dimentichiamo che, oggi, l’export del Made in Italy<br />
verso la Cina vale 1,54 miliardi di dollari. Un dato che, nell’ultimo<br />
biennio, si è mantenuto stabile”, spiega un entusiasta Antonino<br />
Laspina, direttore dell’ufficio Ice a Pechino, nonché coordinatore<br />
della rete Ice in Cina. In questo risultato, anche all’alimentare spetta<br />
la sua parte. “I dati, relativi allo scorso agosto, mostrano incrementi<br />
a doppia cifra per il beverage (+21,86%) e nell’ordine del 100%<br />
per alcuni prodotti, come quelli da forno e gli oli, che sono entrati<br />
nel mercato cinese solo nel corso dell’ultimo anno. Si è davanti a<br />
risultati che superano anche le aspettative più realistiche. Certo, si<br />
parla, ovviamente, di numeri contenuti: siamo in una fase di crescita<br />
e non di consolidamento”.<br />
Ma allora in Cina c’è davvero spazio per il food Made in Italy?<br />
Indubbiamente. Non solo c’è spazio, ma già oggi l’offerta è degna<br />
di nota: quando si parla di alimentare italiano in Cina, si fa<br />
riferimento a 200 diverse cantine di vini, dieci diversi brand nel<br />
comparto delle acque minerali. Buona anche l’offerta nel settore<br />
del caffè, con sette marchi, in quello dei pomodori pelati e dell’aceto,<br />
entrambi con cinque brand. Mentre sia per i prodotti da forno<br />
che per gli oli si parla di dieci marchi, mentre vanta 15 marchi<br />
l’offerta della pasta.<br />
Qual è il target di riferimento per l’italian food?<br />
Indubbiamente si sta parlando della fascia di popolazione che<br />
vanta un reddito medio alto: manager che hanno vissuto per un<br />
certo periodo di tempo nel Vecchio Continente, nonché stranieri,<br />
italiani inclusi, che vivono in Cina. Ci sono comunque diversi elementi<br />
che hanno contribuito all’ingresso del prodotto italiano nel<br />
Paese.<br />
Vediamoli da vicino.<br />
Il mondo della moda sta influenzando molto anche le abitudini<br />
alimentari. E, di conseguenza, l’ingresso del cibo estero in Cina. Chi<br />
visita l’Italia per ragioni legate al fashion, inevitabilmente entra in<br />
contatto con l’agroalimentare. Quindi, quando torna a casa, cerca i<br />
prodotti che ha degustato nel nostro Paese. Non a caso, i prodotti<br />
da forno, con i biscotti da pasticceria secca in prima linea, sono<br />
quelli che, più facilmente, si trovano nelle case dei cinesi. Un altro<br />
fenomeno che agevola la diffusione del Made in Italy è rappresentato<br />
dal target dei kids, con un’età compresa tra i sei e i dieci anni.<br />
Un fascia di età che ama molto gli spaghetti. Infine, un altro aspetto<br />
Antonino Laspina, direttore dell’ufficio Ice a Pechino<br />
importante è rappresentato dal livello di sicurezza dei prodotti<br />
italiani.<br />
Effettivamente, abbiamo molto da dire in merito.<br />
Certo. Ed è proprio su questo elemento che, come Agenzia<br />
per lo sviluppo e la promozione, abbiamo lavorato molto. Nel<br />
corso di diversi incontri con gli operatori locali, è stato più volte<br />
sottolineato che la qualità del prodotto italiano è confermata dal<br />
successo che il cibo Made in Italy registra in tutto il mondo: dagli<br />
Stati Uniti al Brasile, dalla Russia all’Australia. Per citare solo alcuni<br />
esempi.<br />
L’ingresso in Cina di prodotti esteri è sottoposto a diverse<br />
barriere sanitarie…<br />
Esatto. Sebbene possa sembrare un paradosso, sul fronte<br />
dell’import la Cina è rigorosissima. Oltre al rispetto di precise procedure<br />
sanitarie, è necessario importare prodotti con un packaging<br />
adeguato al mercato locale. Ad esempio, è fondamentale che<br />
le etichette riportino il nome dell’importatore. Perché le autorità<br />
locali si rivolgono a questo operatore nel caso di particolari<br />
problematiche. Questi sono fattori da considerare perché molto<br />
spesso le imprese italiane assimilano la Cina ad altri mercati più<br />
semplici, ma questo è un atteggiamento scorretto.<br />
Oltre ai prodotti da forno, quali sono le possibilità per prodotti<br />
come i salumi e i formaggi?<br />
Per quel che riguarda i salumi, attualmente in Cina sono am-<br />
EXPORT<br />
di Nunzia Capriglione<br />
messi solo i prosciutti di Parma e di San Daniele Dop realizzati da<br />
salumifici che vantano la certificazione della quarantena cinese. Sul<br />
fronte dei formaggi, invece, è necessario sfatare il mito che vede<br />
questa tipologia di prodotto esclusa dal mercato cinese. Non è<br />
vero che è vietata l’importazione dei formaggi, ma anche in questo<br />
caso sono necessarie alcune certificazioni sanitarie specifiche. In<br />
questo caso, non è scorretto paragonare la Cina con l’India.<br />
Quali sono gli aspetti che i produttori italiani dovrebbero migliorare<br />
per rafforzare la loro presenza nel Paese?<br />
In Cina, l’appeal del prodotto italiano è elevato. Come accennato,<br />
per importare il prodotto la prassi burocratica da seguire è<br />
molto lunga. Quindi, se l’importatore locale è disposto a seguire<br />
tutto l’iter richiesto significa che sa che il brand italiano è anche un<br />
elemento di prestigio per la propria offerta. Purtroppo le aziende<br />
italiane a volte approcciano in modo non adeguato il mercato<br />
cinese. Notiamo, infatti, che spesso la strategia commerciale non<br />
è accompagnata da un intenso programma di promozione nei<br />
punti vendita. Quest’ultimo è un elemento fondamentale, anzi imprescindibile,<br />
per avvicinare e far conoscere il prodotto italiano al<br />
consumatore cinese. Ad esempio, nel comparto della pasta non<br />
si è verificato un vero e proprio boom proprio perché non è mai<br />
stata organizzata un’attività promozionale impattante.<br />
Se non sbaglio, proprio in concomitanza degli incontri dedicati<br />
alla Cina, in scena a Milano e a Napoli, in alcuni punti vendita<br />
delle insegne coinvolte nell’iniziativa, si sono svolte delle dimostrazioni?<br />
Esatto. In alcune superfici di vendita sono state organizzate delle<br />
in store promotion in cui, ad esempio, si è spiegato ai consumatori<br />
come si può abbinare il formaggio con il pane. Oppure, si è<br />
focalizzata l’attenzione dei clienti sul tiramisù, il dolce italiano più<br />
noto a livello mondiale. Sono quindi state create delle aree in cui<br />
alcune promoter mostravano come utilizzare i savoiardi, il caffè e<br />
il mascarpone per creare il prodotto finito. Non dimentichiamo<br />
che, il più delle volte, siamo davanti ad alimenti molto lontani dalla<br />
cultura e dalla tradizione gastronomica del Paese. E’ dunque fondamentale<br />
mostrare sia come si cucinano singolarmente, sia quali<br />
sono gli abbinamenti migliori.<br />
Ma generalmente, nelle grandi superfici trovano posto i prodotti<br />
italiani?<br />
In Cina oltre alle insegne locali sono presenti le più grandi realtà<br />
distributive europee. Penso a nomi come Metro e Carrefour.<br />
Comunque, in entrambi i casi l’assortimento annovera i prodotti<br />
internazionali, inclusi quelli italiani. Ripeto, il problema principale è<br />
fare <strong>info</strong>rmazione e formazione, coinvolgendo i consumatori. Ad<br />
esempio, in occasione delle Olimpiadi era stata ideata un’importante<br />
operazione di questo tipo con Metro Cash&Carry. Che aveva<br />
portato risultato importanti.