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8<br />
Novembre 20<strong>12</strong><br />
IL PAGELLONE<br />
DI ANGELO FRIGERIO<br />
CLAI - Fabio Lorenzoni<br />
Da sinistra: Fabio Lorenzoni, Massimo Zaccari e Danilo Donati<br />
“Clai si è affacciata sui mercati esteri da circa quattro anni, ma l’incidenza sul fatturato aziendale ha<br />
già raggiunto il 10%”, afferma Fabio Lorenzoni, direttore vendite dell’azienda. “Nonostante i volumi<br />
di partenza fossero modesti, l’export è cresciuto del 30 – 40% all’anno. Il trend è stato positivo sia<br />
nei mercati Ue, sia nei Paesi terzi. Mercati come quello canadese e dell’Est Europa si sono dimostrati<br />
davvero performanti. Anche in Russia la richiesta di prodotti italiani è cresciuta. Sussistono tuttavia alcune<br />
misure protezionistiche molto rigide, che condizionano le potenzilità di questo mercato. In alcuni<br />
casi è stata richiesta addirittura la macellazione a freddo, che in Italia non pratica quasi nessuno. Non<br />
bisogna dimenticare Giappone, Corea del Sud e Nuova Zelanda. Tutti Paesi che non risentono degli<br />
effetti della crisi economica che caratterizza i Paesi europei”. Per quanto riguarda l’estero, l’obiettivo<br />
è presidiare soprattutto il canale del normal trade: “La Gd permette di realizzare volumi molto alti, ma<br />
con margini ridotti. Per le dimensioni e le caratteristiche della nostra azienda, preferiamo rivolgerci al<br />
dettaglio di qualità”.<br />
FUMAGALLI – Cesare Fumagalli<br />
Fumagalli industria alimentare è un’azienda ormai fortemente orientata all’estero: “L’incidenza sul fatturato<br />
aziendale è ormai pari al 65%”, dichiara il presidente dell’azienda, Cesare Fumagalli. “La<br />
sviluppo che abbiamo registrato negli ultimi anni è stato garantito proprio dalle buone performance<br />
delle vendite oltre confine, che nel 20<strong>12</strong> cresceranno del <strong>12</strong>% circa. Il prodotto e lo stile di vita italiano<br />
sono sempre più apprezzati e questo ci permette di consolidare la presenza nei mercati tradizionali<br />
e aprire nuovi sbocchi in quelli emergenti”. Giappone, Germania e Gran Bretagna sono i paesi più<br />
performanti, ma Fumagalli guarda anche a nuovi orizzonti commerciali: “Le prospettive sono molto<br />
positive in paesi del Sud Est asiatico, come la Thailandia. Proprio per questo motivo stiamo considerando<br />
di partecipare alla prossima edizione di Thaifex, a Bangkok”. All’estero viene apprezzata tutta<br />
la gamma dei prodotti, purché offerti con un alto contenuto di servizio: “Oltre confine viene richiesto<br />
quasi esclusivamente il prodotto preaffettato. In particolare, registriamo buone performance per i prodotti<br />
Dop e Igp, tra cui mortadella e salame Brianza cominciano a essere riconosciuti. Il trend è positivo<br />
anche per quanto riguarda la nostra linea di referenze biologiche. Che, invece, stentano ad affermarsi<br />
in Italia, anche per la ‘concorrenza’ e l’appeal dei prodotti a denominazione”.<br />
MOTTOLINI – Emilio Mottolini<br />
Da sinistra:<br />
Cesare Fumagalli<br />
e Marina Chiaradia<br />
Il salumificio Mottolini partecipa al Sial con il progetto<br />
di rete I golosi: “Si tratta di un’iniziativa, a<br />
cui aderiscono numerose aziende valtellinesi, che<br />
intende promuovere il nostro territorio e i nostri<br />
prodotti”, spiega Emilio Mottolini, titolare dell’omonimo<br />
salumificio. Che sta incrementando la propria<br />
presenza all’estero: “Al momento l’incidenza<br />
dell’export sul nostro fatturato è pari al <strong>12</strong>% circa,<br />
in leggera crescita nell’ultimo anno. I mercati più<br />
importanti sono quello francese, tedesco e inglese.<br />
Abbiamo, inoltre, stabilito alcuni interessanti contatti<br />
nel Sud Est asiatico”. Un’altra area di grande interesse<br />
è quella dei paesi arabi: “Il Sial rappresenta<br />
un’opportunità importante per sviluppare il business<br />
in questi mercati. Lo stretto rapporto che lega la<br />
Francia ad alcuni paesi del Nord Africa, fa sì che<br />
molti buyer siano presenti alla manifestazione”. Infine,<br />
un commento all’articolo 62: “Sicuramente si<br />
tratta di una buona idea, anche se confusa. Tanto<br />
per fare un esempio, per quanto riguarda i termini<br />
di pagamento sarebbe stato meglio indicare una<br />
sola scadenza a 60 giorni. L’attuale formulazione<br />
della legge rischia di complicare ulteriormente le<br />
cose che avrebbe voluto semplificare”.<br />
5LA DURATA<br />
Troppi cinque giorni, da domenica 21 a giovedì 25 ottobre. Già<br />
mercoledì si respirava aria di rella in fiera. Padiglioni semideserti,<br />
hostess e commerciali a girarsi i pollici, gente che già verso sera già<br />
smontava lo stand. Figurarsi il giorno dopo. Tre giorni appaiono più<br />
che sufficienti per fare business e incontrare gli operatori dei vari<br />
settori. Il resto serve solo a buttare via tempo e soldi (in ristoranti<br />
e hotel). Di questi tempi, meglio risparmiare.<br />
EMILIA FOOD – Giulio Gherri<br />
Terre Ducali, Valtaro e Acetaia Bellei. Sono queste le tre<br />
aziende che compongono la rete d’impresa Emilia food.<br />
Un progetto interamente dedicato alla promozione e alla<br />
vendita di alcune tipicità emiliane all’estero. Già presentata<br />
con successo nel corso di Cibus 20<strong>12</strong>, la sinergia<br />
tra le tre realtà dell’agroalimentare italiano è proseguita<br />
anche a Sial: “Quello della rete d’impresa è ancora uno<br />
strumento poco utilizzato nell’ambito dell’agroalimentare,<br />
ma che in realtà offre numerosi vantaggi”, spiega Giulio<br />
Gherri, presidente di Terre ducali. “Possiamo avvalerci di<br />
numerose agevolazioni e promuovere in modo più incisivo<br />
le specialità del nostro territorio oltre confine”. Primo<br />
obiettivo è conquistare il mercato della Gran Bretagna,<br />
per poi focalizzarsi sui Paesi Scandinavi, Germania e<br />
Olanda. Ma il progetto di espansione guarda ancora<br />
più lontano: Russia, Est Europa e Asia. Inoltre, le tre aziende<br />
sono state protagoniste di Ospitalità in tour. Questa<br />
iniziativa, andata in scena in concomitanza con Sial, ha<br />
portato nei migliori ristoranti italiani di Parigi le specialità<br />
emiliane. “Un progetto che ha avuto un enorme successo”,<br />
commenta entusiasta Giulio Gherri. “Alle cene hanno<br />
partecipato numerose personalità e istituzioni. Si tratta<br />
senza dubbio di un’ottima strategia di promozione dei nostri<br />
prodotti, che intendiamo replicare anche in altre città”.<br />
FURLOTTI – Nicola Furlotti Gran Bretagna, Finlandia, Germania, Giappone,<br />
Francia sono solo alcuni dei mercati in cui è presente<br />
Furlotti: “A questi si aggiungono nuova Caledonia,<br />
Belgio, Austria, Grecia, Portogallo e nuovi<br />
mercati come la Polonia”, afferma Nicola Furlotti,<br />
direttore marketing dell’omonimo salumificio. “Nel<br />
complesso l’incidenza dell’export sul fatturato aziendale<br />
si attesta intorno al 22%. Il trend è in crescita,<br />
nell’ultimo anno registriamo un incremento del<br />
<strong>12</strong>%”. La domanda riguarda soprattutto i prodotti<br />
affettati: “Molto performanti sono stati il pastrami,<br />
una delle nostre novità, e i prodotti ready to eat e<br />
snack, particolarmente importanti per accedere ad<br />
alcuni mercati. Ma positivo è stato anche l’andamento<br />
di alcune tipicità, come il Serrano”. L’azienda,<br />
che opera all’estero sia con il proprio marchio,<br />
sia come copacker, intende puntare anche a nuovi<br />
paesi particolarmente promettenti: “Siamo presenti<br />
in Sud Africa, che è però un mercato ancora da<br />
sviluppare. Così come il Brasile, il più promettente<br />
tra i cosiddetti Bric. Meno positivo il rapporto con<br />
la Russia, altro mercato di grandi prospettive, ma<br />
chiuso da rigide barriere protezionistiche, di natura<br />
sanitaria”.<br />
BERETTA – Lorenzo Beretta<br />
La presenza di Beretta all’estero è consolidata da diversi anni,<br />
non solo tramite le vendite oltre confine, ma anche grazie<br />
alla costruzione di stabilimenti produttivi: “Complessivamente<br />
l’export e quanto prodotto nelle sedi all’estero incidono sul<br />
fatturato per il 24% circa”, spiega Lorenzo Beretta, direttore<br />
commerciale dell’azienda. “Nell’ultimo anno il fatturato export<br />
è cresciuto dell’8% circa, grazie alle buone performance di<br />
mercati consolidati come Usa, Canada, Russia e alcuni paesi<br />
asiatici emergenti. Germania a parte, l’Europa continentale<br />
si è, invece, dimostrata poco dinamica a causa della crisi<br />
economica”. Tra i nuovi mercati, l’Oceania sembra essere<br />
uno dei più promettenti: “Per ora siamo presenti con piccole<br />
operazioni, ma il potenziale offerto da questo paese è sicuramente<br />
enorme”. Il trend positivo dei prodotti tradizionali oltre<br />
confine, sembra premiare il valore delle Dop e delle Igp: “Le<br />
denominazioni sono riconosciute e apprezzate all’estero. È<br />
comunque necessario un assiduo lavoro di promozione delle<br />
specialità per far comprendere al consumatore perché queste<br />
referenze hanno un costo superiore”. Per quanto riguarda il<br />
mercato interno una delle problematiche più complesse è quella<br />
relativa all’aumento dei prezzi della materia prima: “Il costo<br />
dei suini è un grosso problema. Credo si stia assistendo a un<br />
riposizionamento verso l’alto del prezzo della carne e non a<br />
un semplice processo speculativo”.<br />
Da sinistra: Andrea Mangialardi (Valtaro), Stefano<br />
Solieri (Acetaia Bellei), e Giulio Gherri (Terre Ducali)