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“civiltà”, entrare nel primo Autogrill vicino Roma, che appariva ai miei occhi solo come l'apoteosi dell'inutile.<br />
Ho vissuto una fase di riadattamento che è durata diversi mesi in cui lottavo ogni giorno contro i miei sensi<br />
di colpa e in cui desideravo solo di ripartire. Riflettendo, analizzando i miei sentimenti, confrontandomi con<br />
persone che hanno fatto dell'Africa una parte fondamentale della loro vita, mi sono resa conto che adesso<br />
devo restare perché il lavoro più importante per aiutare quella gente è da fare qui in Italia nel nostro distorto<br />
benessere. Io faccio parte di questo mondo e devo trovare qui il modo migliore di vivere e gestire al meglio<br />
la fortuna che mi è stata data, ma anche il modo di comprendere ogni giorno che questa fortuna è nei<br />
rapporti sinceri con la famiglia e con gli amici e non in altro.<br />
Capite adesso cos'è successo? Certamente non è possibile esprimere a parole tutte le evoluzioni interiori, che<br />
si scatenano da un'esperienza di questo tipo, ma credo in parte di essere riuscita a fare più chiarezza in me e<br />
in coloro che mi hanno ricoperto di domande in merito.<br />
Mi avevano detto che l'Africa ti cattura dentro, che non puoi dimenticartela, che ti ammali di mal d'Africa ma<br />
non mi avevano detto che da là si poteva rinascere e che potevi cominciare a vedere te stessa e tutto ciò<br />
che ti circonda con occhi diversi, a volte più severi, ma spesso più permissivi. Dall'Africa è dunque partita la<br />
mia rinascita e credo che da là debba partire anche quella dell'Africa stessa, che, a mio avviso, non ha<br />
bisogno dell'aiuto del primo mondo, se non per il fatto che solo un nostro comportamento più responsabile e<br />
consapevole può consentire la redistribuzione equa delle ricchezze del mondo.<br />
Questo messaggio e questo cambiamento sono stati così fondamentali per me che ho deciso di tramutarli nel<br />
segno indelebile che ora porto addosso, e che mi ricorderà in ogni momento difficile che al di là delle nuvole<br />
c'è sempre il sole che ti aspetta.<br />
Cinzia Ferrari<br />
les immigrés – les italiens<br />
On insiste toujours sur ce que distingue les immigrés aux italiens, la langue, la religion, les habitudes<br />
alimentaires ou vestimentaires,les moeurs matrimoniales, la couleur du peau... toutes ces différences<br />
existent, on peut dire qu'elles sont constitutives de l'immigré. Un immigré est celui que l'ont voit dés qu'on<br />
ne le voit plus. Dés qu'il se font dans l'environnement il pert sa qualité d'immigré.<br />
Que nous mettions en avant ces différences, que nous ne voyons qu'elles, assez naturel. On juge les autres<br />
en fonction de ce que nous sommes ou de ce que nous pensons ètre. Cet accent sur les différences n'aurait<br />
aucun importance s'il ne masquait les ressemblances, ces immigrés que nous voyons si etranges, sont en<br />
realité très proches. Ils sont souvent plus proches aux italiens de leurs fréres, cousins ou amis laissés au<br />
pays. Ils le découvrent lorsqu'ils rentrent au pays. Ce ne sont pas des etrangers, sont en réalité mais on leur<br />
fait vite comprendre qu'ils ne sont plus tout à fait de ''chez eux'' avant d'arriver en occident ils du, en effet<br />
s'arràcher a leur pays d'origine et cela ne sefait jamais sana une profonde remise en cause des valeurs,des<br />
comportements, de tout ce qui attache un invidi a son milieu, il suffit de voir combien nous éprouvonsde<br />
difficultés a déménager, a nous installerdans une autre ville pour mesurertout ce que la decisiond'emigrer<br />
demandede remise en cause sur soi mème,.il ya , tout simplement. Une création d'un modele, immmaginaire<br />
de la sociéte désirée du pays d'accuiel, ce modèle est complexe. Il n'est pas forcement complaisant. Tout les<br />
candidats à l'èmigration n'ont pas la naivete de croire que tout sera facile dans l'italie mais ils saventqu'on<br />
peut y réussir, qu'ilstrouvent des opportunités inexistantes dans leur propre pays, ils ont elaboré des projet<br />
personnels et se sont construit une personnalité ou prédominent les valeurs fondatrices des sociétés<br />
modernes: recherche du bonheur l'ambitin de sortir du lot. La recherche des solutions individuelles à des<br />
problemes collectifs ...c'est pour cela quìils peuvent pretendre devenir italien et ...qu'ils deviennent vite<br />
lorsqu'on leur en donne la possibilité.<br />
MULTICULTURA<br />
Redouane El Khargui<br />
Vorrei raccontarvi la mia esperienza di partecipazione ai laboratori multiculturali esperienziali destinati<br />
all’integrazione sociale incrociata migranti-nativi ma prima di fare questo vorrei partire da un dato di fatto:<br />
“Ognuno di noi è parte di una società multiculturale”.<br />
Se vogliamo, le ragioni di questa multiculturalità sono diverse e numerose ma complessivamente l’uomo, pur<br />
divenendo più o meno stanziale, si è sempre spostato per acquisire nuovi territori da coltivare, per seguire le<br />
mandrie in spostamento, per curiosità, per migliorare le proprie condizioni di vita e quella dei propri figli.<br />
La cosa spiacevole è che i flussi migratori sono ormai tutti in un senso, quasi un’osmosi che porta l’uomo<br />
proveniente dal paese povero, distrutto dalla guerra, il perseguitato religioso o politico verso la ricchezza, la<br />
pace, la libertà di espressione.<br />
In base a questa osservazione non posso non essere d’accordo quindi con chi dice che non c’è niente di