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dispensa - NA Di.R.

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contenitore associativo destinato ai disturbi di relazione.<br />

La presentazione dei componenti il nascente gruppo risulta assolutamente in<strong>dispensa</strong>bile, visto, tra gli altri la<br />

valenza costruttiva che daremo al concetto stesso di DIVERSITA'.<br />

Non si vuole proporre e, ancora peggio, imporre una cultura quale dominante, la dominanza verrà<br />

determinata solamente da ciò che emergerà dal gruppo: il pensiero del gruppo.<br />

Ci si orienterà allo scambio, al tentativo di cercare punti di riferimento comuni che nasceranno dalla<br />

conoscenza reciproca, dalla condivisione imparando la valenza assoluta dell'ACCETTAZIONE e di se stessi e<br />

degli altri.<br />

Non si vogliono avere certezze da cui partire per poi, come troppo spesso accade, paralizzarsi in un pensiero<br />

unico, si tenderà alla costante rimessa in discussione, all'esposizione personale in quanto le autoaperture<br />

oltre a creare un clima favorevole alla discussione, risultano elementi in<strong>dispensa</strong>bili alla creazione di un<br />

gruppo strutturato e consapevole soprattutto dei suoi limiti e per questo bendisposto all'osservazione<br />

esterna. Al centro del lavoro vorremmo porre la persona, l'aspetto umano nella sua semplicità, nella sua<br />

diversità, nella sua ricchezza e nella sua miseria. Tutti noi presenti stiamo cercando, abbiamo scelto la via<br />

della progettazione comune nel rispetto della nostra identità e per questo dobbiamo compiere lo sforzo di<br />

esporci, valutarci, andare sino in fondo superando le nostre paure, facendoci mille domande e magari non<br />

trovando nemmeno una risposta.<br />

Le società in divenire cercano ogni giorno, si muovono e solo così migliorano. Noi possiamo e dobbiamo<br />

avvicinarci, ascoltarci, renderci disponibili, aiutarci nel tentativo di comprensione reciproca ... il tutto lo si può<br />

riassumere nella parola INSIEME, in quanto da soli non si può andare da nessuna parte se non verso<br />

l'ingangrenimento e la morte delle nostre idee. Abbiamo bisogno di fidarci aprendoci anche verso<br />

affermazioni che potrebbero apparici “sbagliate”.<br />

Le aspettative<br />

sono arrivata alla bella età di 58 aa. e ho le mie certezze, le mie insicurezze, le mie cose che posso<br />

mettere in discussione, io ho trovato un certo equilibrio riavvicinandomi alla natura, osservando i<br />

ritmi della natura, delle cose che succedono non in questa società che è demenziale, schizofrenica,<br />

che ci mette in competizione l'uno contro l’altro. Una cosa che mi ha colpito molto in questo ultimo<br />

periodo, ascoltando un programma televisivo, è il discorso dei migranti che vengono da noi perché<br />

fuggono da situazioni di guerra. A me piacerebbe fare una specie di indagine per vedere quali sono<br />

le nazioni ove c’è una guerra, io sono convinta che potremo scoprire che ovunque c’è guerra, in<br />

quanto lo stesso fatto di mettere le persone l’una contro l’altro secondo me è espressione di guerra.<br />

Ritengo che parecchio, se non tutto questo contesto sociale sia da ricostruire, nella mia stessa città<br />

io percepisco insicurezza e disagio collettivo, domina la paura, insomma. Una società che non offre<br />

un minimo di sicurezza, ma, anzi, che si adopera affinché gli individui stiano immobili per via della<br />

paura, è una società al collasso. Cosa mi aspetto da questi incontri: intravedere la possibilità di un<br />

cambiamento!<br />

io credo che si siano persi tanti valori che<br />

sostenevano il nostro contesto sociale, quella<br />

che viviamo oggi, almeno qua in occidente, io la<br />

chiamo “la società dei lucchetti”. Un tempo io<br />

ricordo lo spirito di solidarietà che animava la più<br />

parte delle persone, ora l'individualismo è<br />

sfrenato. Dobbiamo sforzarci almeno di ritrovare<br />

ciò che abbiamo perduto. Per chi, poi, si trova in<br />

situazioni di franco disagio, per le motivazioni<br />

più svariate, oltre al danno si aggiunge anche la<br />

beffa dell'insulto gratuito ... e non è così<br />

edificante condividere il sociale con un<br />

canovaccio sociale di questa natura! Io mi aspetto la possibilità di confrontarmi, di rinforzarmi, di<br />

credere ancora che gli esseri umani siano esseri umani e non macchine orientate alla conquista della<br />

perfezione che perfezione mai sarà. La possibilità di incontrare persone che arrivano da paesi lontani<br />

portandosi il loro bagaglio culturale, mi alletta e mi induce a pensare che facciamo tanto di<br />

avvicinarci, magari una possibilità di crescita l'abbiamo ancora.<br />

io vorrei trarre dal gruppo un arricchimento a livello personale, però sono molto perplessa e

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