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nostre esperienze.<br />
La 2° parte del progetto (8 incontri) avrebbe dovuto essere un gruppo chiuso, in realtà non ha mai assunto<br />
tale connotazione, è comunque rimasta un gruppo aperto, però supportato da fondamenta un po’ più<br />
robuste in quanto già ci conoscevamo e, conseguentemente, tante problematiche erano superate. Il 2°<br />
gruppo voleva essere più vicino ad un discorso di formazione per permettere poi ai partecipanti di<br />
promuovere a loro volta gruppi similari o comunque che potessero partire da questa nostra esperienza.<br />
La fantasia che si è sviluppata all’interno del gruppo è quella di potere proseguire magari a Bologna, in<br />
quanto una delle difficoltà che si è evidenziata è sicuramente stato il fatto che, essendo noi a Zola Predosa,<br />
quindi lontani dalla città, era difficile raggiungerci, quindi moltissime persone che magari avrebbero voluto<br />
partecipare non sono venute per questioni di mobilità. Qualche difficoltà l’abbiamo avuta tanto che siamo<br />
stati costretti a trasferire 4 incontri a Bologna in virtù delle emergenti difficoltà di spostamento.<br />
Siamo partiti dalla conoscenza reciproca, dal verificare se effettivamente avevamo delle cose da dirci, in che<br />
modo riuscivamo a dircele, in quanto non avevamo la certezza di essere in grado di comunicare alla pari.<br />
Il gruppo è sempre stato impostato sull’onda del principio “non vi è una cultura dominante, ma vi sono varie<br />
culture che si incontrano” e questo presupposto di fondo ci ha aiutato parecchio nel processo di scambio<br />
interpersonale.<br />
La cosa alla quale noi tenevamo particolarmente era la possibilità di fare emergere e le problematiche di chi<br />
si trova nel ruolo del migrante e le problematiche di chi vive quello del nativo, per poi arrivare all'incontro<br />
sino al possibile scontro, anche se nel nostro gruppo scontri non ve ne sono stati pur avendo tentato di<br />
creare situazioni passibili di apertura di conflittualità.<br />
CARLO: forse il conflitto, l’unico … appena accennato si è<br />
evidenziato all’ultimo incontro del 1° gruppo. Dobbiamo<br />
partire dal presupposto che verosimilmente questo è un<br />
gruppo scelto, di persone già a conoscenza e già<br />
sensibilizzate a questo ordine di problemi. Come diceva<br />
Luisa, i primi incontri sono stati gruppo aperto e c’è stato<br />
molto confronto. C’era voglia di fare gruppo, voglia di<br />
amalgamarsi, a volte abbiamo sfiorato anche l’eccessivo<br />
volersi troppo bene, tanto che, come dicevo all’inizio,<br />
nell’ultimo incontro invece stavano iniziando ad emergere<br />
alcune problematiche e un po’ di aggressività da parte dei<br />
componenti il gruppo... un gruppo sul finire. Spesso la fine<br />
permette di poter esprimere alcuni giudizi , di poter<br />
esprimere un po’ di aggressività perché ... tanto poi dopo non<br />
ci si incontra più. Un ultimo gruppo che rende le cose un pochino più semplici: “io dico le mie cose e me ne<br />
vado lasciandole al gruppo”.<br />
Il gruppo, d'altro canto, queste cose le ha prese, le ha custodite e le ha fatte proprie nella ripresa del lavoro,<br />
negli 8 incontri successivi, come diceva Luisa, più a carattere formativo.<br />
Dove un gruppo è cresciuto, tanto che, come qualcuno riferiva, è nato da un punto di vista più formale<br />
mentre oggi abbiamo visto all’inizio quanto si rideva e si scherzava: il gruppo è nato!<br />
Il gruppo c’è, il gruppo ha lavorato… più o meno seriamente. Sottolineo il “più o meno seriamente” in quanto<br />
molto spesso tante cose importanti si fanno giocando, scherzando, quando un gruppo riesce ad ironizzare<br />
sulle proprie cose e su aspetti anche importanti, in quanto abbiamo toccato problematiche molto importanti<br />
… vuol dire che il gruppo c’è, è maturo, può permettersi di fare questo. Si può scherzare sulle cose,<br />
possiamo scherzare ed ironizzare anche su noi stessi, quindi io direi che il 1° obiettivo, cioè quello di formare<br />
il gruppo è un qualcosa di ampiamente comprovato da determinati atteggiamenti e movimenti del gruppo<br />
stesso.<br />
La formazione è stata improntata fondamentalmente sulla creazione … dovevamo produrre delle schede<br />
riepilogative, poi, man mano cresceva il gruppo, il lavoro scritto ha preso più una forma di pubblicazione<br />
toccando le tematiche di questi 8 ultimi incontri, ampliandole, si è così allontanata l'idea delle sterili schede<br />
e si è seguito il flusso che caratterizzava il lavoro. È nata una sorta di pubblicazione che ha affrontato<br />
l’aspetto medico, dell’immigrazione, della conoscenza, dell’ignoranza, dei pregiudizi, del mettere in<br />
comunione alcune cose, alcuni pensieri partendo dal presupposto che noi abbiamo iniziato col cercare di<br />
dare una definizione comune al termine immigrazione rendendoci ben presto conto del fatto che non esiste<br />
un’unica definizione condivisa, ma diverse definizioni condivisibili. Quindi già il poter condividere alcune cose<br />
ci permette di aprirci agli altri ed ampliare la nostra conoscenza al di là di alcuni pregiudizi.