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dispensa - NA Di.R.

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TAPHA: prima abbiamo parlato di tante cose … di come siamo riusciti a creare questo clima. Noi, a dire la<br />

verità, abbiamo cominciato a crescere dal momento in cui abbiamo superato la timidezza che avevamo. Se vi<br />

ricordate bene quando Lily scriveva alla lavagna ciò che ognuno di noi diceva, ognuno parlava perché c’era<br />

qualcosa che ci spingeva ad esprimerci, a parlare liberamente. Se avessimo avuto il microfono in mano<br />

saremmo stati lì a pensare … come sto facendo ora io … invece se qualcuno del gruppo è alla lavagna e<br />

comincia a scrivere, gli altri si sentono liberi di dire ciò che pensano ... così ... in scioltezza. Non abbiamo<br />

cancellato nessuna parola … anche se pareva non avere senso … comunque si scriveva. Questa situazione ci<br />

ha aiutato ad aprire la mente tanto da avere creato un nostro vocabolario.<br />

Ci siamo posti due domande molto importanti: come integrarsi e come integrare. Quella libertà di<br />

espressione che ci ha caratterizzati ci ha dato la forza di osare, di dire. Io credo che questo gruppo avesse<br />

voglia di emergere, perché dovunque vai parlando di queste argomentazioni si dicono le stesse cose, ma in<br />

sordina.<br />

Qui eravamo in 7, 9 … ci esprimevamo ad alta voce senza avere paura, senza pensare che l’altro ci<br />

giudicasse. Abbiamo pensato che da qui volevamo uscire superando i pregiudizi perché … abbiamo voluto<br />

arrivarci. Bisogna dire che ci siamo incontrati pochissime volte, come da programma, inoltre i mezzi a<br />

disposizione in effetti erano modesti, ma per un momento immaginiamo se riuscissimo ad incontrarci di più,<br />

a parlarne di più, a leggere di più, a discutere di più … cresceremmo… non velocemente, che non mi piace,<br />

ma ampiamente. Quindi questa cosa se avessimo ancora la possibilità di organizzarla ancora sarebbe una<br />

bella cosa. Con loro che si sentiranno sempre come noi, perché siamo semplici ed è per questo che ci<br />

incontriamo. Perché abbiamo voglia di trovare una delle soluzioni, almeno che esistono … cercando,<br />

cercando ... può darsi ... che si possa trovare qualcosa.<br />

WALY : sono arrivato a frequentare questo gruppo poco<br />

convinto, pochissimo convinto del risultato finale. Poi, piano,<br />

piano, andando avanti ho capito una cosa che, come dicevi<br />

prima: ha prevalso l’aspetto umano. A me sembrava la<br />

modalità sbagliata partire da questo punto di vista, poi,<br />

andando avanti, ogni settimana, riflettendoci molto, sono<br />

arrivato alla conclusione che probabilmente l’aspetto umano<br />

sia il nodo per arrivare a lavorare sull’integrazione. Parola che<br />

non mi piace, in quanto, a mio avviso, non ha un gran<br />

senso.<br />

Integrare se vuol dire mettere dentro una cosa già stabilita<br />

un’altra cosa considerata non adeguata, io penso che<br />

integrazione non sia una buona cosa. Invece la multiculturalità è forse la parola giusta, il nodo, l’altro nodo<br />

assieme all’umanità, permetterà sicuramente di vedere il mondo con altri occhi.<br />

L’immigrato, tema molto difficile, in quanto ce ne sono troppi attraverso il mondo, gli esseri umani vanno<br />

dappertutto, anche in Africa considerata tra i paesi poveri ci sono immigrati italiani, americani ecc.<br />

La multiculturalità sarebbe come dire accettare tutte le culture, ma per poterle accettare bisogna conoscerle.<br />

Per conoscerle bisogna passare attraverso un gruppo di questo genere per capire, appunto, che cosa può<br />

significare l’altro. L’altro chi è ? quello che abbiamo davanti a noi, quello che ha la sua cultura, i suoi<br />

sentimenti, la sua educazione che può essere molto differente da quella che abbiamo noi. Quindi, un po’ di<br />

empatia a volte ci vuole per imparare non conoscere l’altro, ma semplicemente cominciare ad imparare, a<br />

vederlo in un altro modo. Io credo che un gruppo di questo genere vada moltiplicato per mille, bisognerebbe<br />

diffonderlo dappertutto e continuare, perché secondo me è la direzione giusta per arrivare alla<br />

multiculturalità che è ancora da definire meglio.<br />

SILVIA : ritornando al cosiddetto “gruppo eletto” di cui si parlava prima, è nato dal fatto che probabilmente<br />

noi stessi singolarmente avevamo già pochi pregiudizi. Una volta tolto in noi il pregiudizio circa l’integrazione,<br />

ci ha portato a volere capire e a condividere lo scopo per cui è nato il gruppo cercando di porci quale<br />

obiettivo, tra gli altri, anche quello di cercare di far superare anche agli altri i pregiudizi, agli altri ... alla<br />

società nella quale viviamo. Il fatto di avere portato, e forse questa era la chiave della buona riuscita, di<br />

avere portato il tutto sul personale ha permesso di parlare liberamente senza dovere essere chiusi …<br />

guardare, ascoltare, tarare il discorso … questo può essere positivo nel senso che può essere forse la base<br />

per continuare. Stavolta siamo stati fortunati, la prossima volta potremmo avere anche qualcuno molto<br />

convinto che entra nel gruppo per cercare di attaccarlo … o che pensa di non avere pregiudizi, ma in realtà<br />

ne ha molti, oppure che viene per demolire l’idea altrui, quindi lì poi magari si potrà creare quello scontro di<br />

cui si parlava, cosa che potrebbe risultare estremamente istruttiva per tutti noi. Però direi che da qua si può<br />

continuare e lavorare più sul tecnico e sulle simulazioni. Mi incuriosiva molto l’aspetto della simulazione per<br />

vedere come ci si può rapportare, soprattutto nel contesto delle cosiddette situazioni difficili.<br />

LUISA : come diceva Waly il nodo da sciogliere per arrivare alla multiculturalità per arrivare alla conquista

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