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Rivista IDEA

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LA MORTE<br />

DEL PICCOLO<br />

ALESSANDRO,<br />

TRAVOLTO SULLE<br />

STRISCE PEDONALI,<br />

RINFOCOLA<br />

IL DIBATTITO SULLA<br />

NECESSITÀ DI LEGGI<br />

NUOVE E PENE<br />

PIÙ SEVERE PER GLI<br />

AUTOMOBILISTI<br />

INCOSCIENTI. NON<br />

CHIUDIAMOLO,<br />

COME PURTROPPO<br />

CAPITA, PASSATA<br />

L’EMOZIONE,<br />

SALVO RIAPRIRLO<br />

ALLA TRAGEDIA<br />

SUCCESSIVA<br />

12 á 15 dicembre 2011<br />

Il ficcanaso<br />

ARMI A QUATTRO RUOTE<br />

Antonio Barillà<br />

Alessandro aveva sette anni, uno zainetto colorato e mille sogni, l’a -<br />

more di una famiglia che l’aveva atteso a lungo e accolto come un do -<br />

no del cielo. Era con papà e mamma, in un pomeriggio maledetto,<br />

appena uscito da un grande negozio di giocattoli: non sappiamo se<br />

cre deva ancora a Babbo Natale, certo la verità non graffiava la magìa.<br />

Luci, musiche, addobbi, regali: mistero e gioia, perché ormai è festa ogni giorno,<br />

però Natale conserva un’atmosfera speciale.<br />

Anzi no, per la famiglia di Ales san dro Natale sarà un dolore eterno e lancinante,<br />

un silenzio opprimente, un mare di pianto.<br />

E Natale sarà ogni giorno perché la tristezza scandirà il futuro vivere, o forse<br />

sopravvivere perché nulla avrà più senso.<br />

Tutto distrutto in un momento dall’incoscienza vile e folle d’un automobilista: A -<br />

le era stretto alle mani grandi dei genitori, sulle strisce che attraversavano la grande<br />

strada, e tre macchine s’erano fermate, ma la terza le ha sorpassate ed è piombata<br />

addosso alla felicità. Un attimo, tre corpi per aria, il più piccolo che non si<br />

muo ve più, ucciso insieme all’anima di papà, gravissimo, e mamma, ferita ma non<br />

in pericolo. Non s’è nemmeno fermato, il pirata: ha sgommato ed è fuggito la -<br />

scian dosi sangue e disperazione dietro, rimpiccioliti nel retrovisore.<br />

Nell’impatto, violentissimo, nemmeno attutito da un tentativo di frenata, ha se -<br />

minato però frammenti utili a identificare il veicolo.<br />

E a inchiodarlo più di quanto abbia fatto la sua coscienza, impedendogli persino<br />

di fermarsi a disperarsi o soccorrere. Non raccontateci di choc e di paura: capita<br />

troppo spesso che si fugga in un colpo da persone ferite e responsabilità pesanti.<br />

Servono pene dure e leggi nuove. Sul serio, però, ché di solito s’invocano nei giorni<br />

del dolore e poi tutto finisce in silenzio. Fino al prossimo lutto, fino alla prossima<br />

catasta di mazzi di fiori su un lembo d’asfalto. Se corri in città, se sorpassi<br />

allegramente, se ignori le strisce pedonali non è una disgrazia. Come non lo è se<br />

afferri il volante alterato, oppure se sfidi un semaforo rosso.<br />

E allora bisognerebbe avere la forza di muovere accuse ben più gravi e adeguare<br />

condanne altrimenti blande, ubbidienti alle previsioni del Codice, ma ingiuste in<br />

assoluto, beffarde per chi perde tutto in un secondo, ritrovandosi con un vuoto in<br />

casa e una voragine dentro.<br />

Ma, oltre a pene dure e leggi nuove, ancora prima di quelle, servono buon senso e<br />

sensibilità, rispetto e capacità d’ascolto. Nella stessa strada dove si sono fermati il<br />

mondo e i sogni del piccolo Alessandro, anni fa, falciata da un’altra macchina as -<br />

sassina, era morta una giovane donna sotto gli occhi del papà.<br />

E i cittadini avevano raccolto firme, chiesto un semaforo, denunciato il pericolo<br />

che s’annidava in un gesto banale come attraversare la strada. Non li ascoltarono,<br />

o forse li ascoltarono per un po’, poi tutto scivolò via, divorato dalla quotidianità,<br />

fino a riemergere, terribilmente, adesso che un’altra vita s’è spezzata.<br />

Nessuno restituirà più Alessandro a papà e mamma che tanto l’avevano desiderato,<br />

nulla sarà più come prima, però facciamo almeno che sia un sacrificio utile,<br />

cancellando pericoli che sono sempre in agguato e non devono aspettare le tragedie,<br />

stabilendo una volta per tutte punizioni severe per chi brandisce un’arma a<br />

quattro ruote.

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