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SEGNALI DI<br />

Alleanze<br />

Centrale Italiana<br />

cresce ancora<br />

Centrale Italiana, la centrale di marketing<br />

nata dall’allenza tra Coop, Despar,<br />

Sigma e Il Gigante, si è allargata<br />

ulteriormente con l’ingresso di Aspiag<br />

Service in Despar Servizi (che a sua<br />

volta fa già parte di Centrale italiana).<br />

Entra così in Centrale Italiana la rete<br />

Despar operante in Triveneto, con<br />

500 punti vendita e un fatturato di<br />

1,2 miliardi di euro. In tal modo Centrale<br />

Italiana si consolida come primo<br />

polo italiano di distributori, arrivando<br />

a un fatturato di 19,1 miliardi di euro<br />

(di cui 11,5 Coop), una quota di mercato<br />

del 24% e una rete di 5.700<br />

punti vendita.<br />

ottobre 2006<br />

in primo piano<br />

L’economia italiana dà segni di<br />

una timida ripartenza. Ma il 58%<br />

delle famiglie dice ancora di avere<br />

problemi ad arrivare a fine mese.<br />

Ecco i dati del rapporto Ancc e le<br />

strategie Coop per continuare a<br />

tutelare il potere d’acquisto delle<br />

famiglie: con prezzi bassi ma anche<br />

contrastando privilegi e monopoli<br />

di Dario Guidi - Aldo Bassoni<br />

Dopo anni col segno meno,<br />

l’economia italiana dà segni<br />

di timida ripresa e di una fiducia<br />

che torna a fare capolino. A<br />

partire dalla Pasqua 2006 le vendite<br />

nella rete Coop a livello nazionale<br />

hanno segnato andamenti positivi<br />

(più 3,7% ad agosto), come da tempo<br />

non si vedeva. La previsione sui<br />

consumi, a livello dell’intero paese,<br />

nel 2006 prevede una crescita<br />

dell’1,3%, dopo il - 0,1% del 2005.<br />

Ma il quadro complessivo resta ancora<br />

complicato, perché, nonostante<br />

gli squarci di sereno, il 58% delle<br />

famiglie italiane dichiara di avere<br />

difficoltà economiche ad arrivare a<br />

fine mese. Un dato, questo 58%, che<br />

mette l’Italia ai primi posti (superata<br />

solo dal Portogallo e alla pari con<br />

la Grecia) nella poco simpatica graduatoria<br />

dei 25 paesi europei aderenti<br />

all’Unione che fotografa il disagio<br />

sul piano del far quadrare i<br />

conti.<br />

E proprio tra questi due estremi<br />

che si muove il rapporto su consumi<br />

e distribuzione, realizzato dall’ufficio<br />

studi di Ancc-Coop in collaborazione<br />

con l’istituto di ricerca<br />

Prometeia e presentato a Milano<br />

nei giorni scorsi. Un rapporto che,<br />

20<br />

come ha spiegato il vicepresidente<br />

di Ancc-Coop Enrico Migliavacca,<br />

conferma l’inesorabile e strutturale<br />

evoluzione dei consumi: perché se<br />

nel 1970 la voce alimentari e bevande<br />

valeva il 34% del totale, nel<br />

2004 il suo peso era sceso al 16%. Il<br />

tutto a vantaggio di ambiti e nuovi<br />

capitoli di spesa (pensiamo solo negli<br />

anni più recenti al boom degli<br />

apparecchi elettronici di vario tipo,<br />

dai cellulari agli I-pod ai navigatori<br />

per auto) ma anche a vantaggio di<br />

servizi e bollette che si mangiano<br />

un pezzo sempre più importante<br />

dello stipendio degli italiani (senza<br />

avere una scelta alternativa). Non è<br />

un caso che nel primo semestre<br />

2006 i prezzi dei combustibili da<br />

riscaldamento siano cresciuti del<br />

10,6%, i carburanti da autotrazione<br />

del 10% la raccolta rifiuti ed i servizi<br />

sanitari del 5,3%, mentre i generi<br />

alimentari segnano un modesto<br />

+ 1% con capitoli come la frutta<br />

che viaggiano addirittura in negativo,<br />

con un - 5,1%.<br />

Il rapporto Coop sviluppa poi un<br />

raffronto tra Italia e resto d’Europa.<br />

Un raffronto che illustra i tanti<br />

oneri che ci portiamo dietro e che<br />

pesano su famiglie e imprese. Tra<br />

2000 e 2004, nel capitolo spese per<br />

l’abitazione, elettricità, gas e altri<br />

continua a pagina 22 >

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