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MONTAGNA NOSTRA - 2012 N°4 (completa) - Torrio

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ontagna<br />

Nostra<br />

A Stefano Bertuzzi il premio “Angil dal Dom”<br />

Stefano Bertuzzi, piacentino,<br />

ricercatore in America, sposato<br />

con Elena Bisagni e padre Davide<br />

e Celeste ha ricevuto il prestigioso<br />

premio “Angil dal Dom”.<br />

Il prof. Stefano Bertuzzi, 46 anni,<br />

è manager della ricerca sulle patologie<br />

neurologiche e mentali<br />

nell’amministrazione del presidente<br />

Usa, Obama.<br />

Si è fatto strada nel mondo, ma<br />

non dimentica le origini e chi gli<br />

ha dato la vita: papà Dante, scomparso<br />

da alcuni anni e per mezzo<br />

secolo nostro affezionato villeggiante<br />

e amico dei nostri monti<br />

che conosceva in modo particolareggiato,<br />

mamma Maria Pia Lodigiani,<br />

altrettanto affezionate frequentatrice<br />

del nostro paese.<br />

La stesso prof. Stefano, ospite anche<br />

quest’estate del capoluogo<br />

nell’appartamento famigliare di<br />

Casa Rossa, nel ricevere il premio<br />

ha citato “tra le cose belle” i momenti<br />

di lieto relax trascorsi fra<br />

noi. Omaggiamo questo pensiero<br />

pubblicando oltre la foto “ufficiale”<br />

scattata da Carlo Mistraletti durante<br />

la consegna del premio, anche<br />

un ricordo storico che ritrae la<br />

nonna Pasqualina e il papà Dante<br />

(a destra) in vacanza a Ferriere<br />

presso Mulino Boeri nel 1937 in<br />

occasione della prima Comunione<br />

di Lucia Moia e la mamma Maria<br />

Pia (prima a sinistra), in una classica<br />

uscita giornaliera sulla strada<br />

per Canadello.<br />

Ieri e oggi<br />

Monterosso ringrazia tutti coloro che<br />

hanno contribuito con un'offerta alla<br />

ricostruzione del paese, dopo la terribile<br />

alluvione dell'ottobre 2011. Su<br />

questo muro, che sarà <strong>completa</strong>mente<br />

rivestito di pietre incise con dediche<br />

e nomi dei tanti benefattori, compare<br />

anche il nostro coro “Le Ferriere”.<br />

ontagna<br />

Nostra<br />

Stiamo vivendo un periodo particolare, sembra di essere giunti ad un, seppur molto<br />

terreno, “giudizio universale” nel quale si odono pubblicamente i peccati e sono<br />

portati alla pubblica conoscenza i peccatori ma … manca del tutto il pentimento e la<br />

volontà di redenzione. Gli eletti non fanno uso ma abuso del mandato conferitogli,<br />

e lo fanno con tale sfacciataggine da convincerci addirittura abbiano le idee molto<br />

confuse in merito ai due termini “uso” e “abuso” e purtroppo non solo su questo. Chi<br />

và al mulino s’infarina, ma quando il macinato resta tutto sugli abiti degli avventori,<br />

è consumato, lavorato inutilmente. Spreco. Troppi “politici (?)” vivono speculando sul<br />

loro mandato. Ho scritto troppi, continuo a voler credere e sperare non siano tutti e<br />

vi spiego il perché:<br />

ormai molti anni fa, finite le scuole superiori, il mio comune di residenza aveva indetto<br />

un bando di concorso per un posto da impiegato. Ero eccitatissima all’idea di<br />

mettermi in gioco, tentare. La cosa mi faceva sentire finalmente adulta e responsabile:<br />

finalmente grande.<br />

Questo mio stato d’animo durò fino a che ne parlai a mio padre, allora vicesindaco,<br />

durò fino a che con calma mi fece capire quanto in realtà, vista la sua posizione, io<br />

fossi (se pur inconsciamente) piccola, immatura e irresponsabile per il solo aver pensato<br />

di voler partecipare a quel concorso.<br />

E’ stata una della più belle lezioni di vita che mi ha lasciato.<br />

L’impressione è che oggi, così come si confonde l’uso con l’abuso, si confonda anche<br />

l’onestà con la stupidità. E di tutto questo si è stanchi! Si è stanchi di veder interpretato<br />

il silenzio come assenso e la mancata partecipazione come disinteresse. Non c’è<br />

assenso ne’ disinteresse, al contrario c’è tanta rabbia, tanta indignazione e la paura di<br />

quel che, abbandonati gli argini, possono portare. Reputo molto grave non si capisca<br />

e non si tenga conto della necessità di un giusto risveglio delle coscienze. C’è un detto<br />

napoletano che mi sentirei di pronunciare come consiglio a ciascuno di lor signori<br />

“Statte accuorto, l’acqua è poca e a papera nun galleggia”. Paola<br />

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