Storia del San Luigi - Istituto San Luigi
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SSCOMPPARE DON PPASSQUALIINO<br />
Intanto, si pensa alla redazione di un progetto tecnico per accogliere la nuova opera; progetto che<br />
è commissionato ad una Società di costruzioni in cemento armato, che nel maggio <strong>del</strong> 1916 lo<br />
consegna. L'incarico di eseguirlo è dato ad una impresa di Catania. Don Pasqualino non abbandona<br />
la sua idea.<br />
Nel giugno <strong>del</strong> 1916, egli è molto desideroso di recarsi in Continente per andare a trovare i suoi<br />
nipoti Agostino e Nino Pennisi di Floristella, sotto le armi nella guerra in corso. Prima di partire<br />
invita più volte fratel Francesco ad iniziare i lavori in sua assenza. Il direttore risponde che per la<br />
posa <strong>del</strong>la prima pietra deve essere presente il fondatore, e che perciò si comincerà al suo ritorno. E<br />
monsignore: «se volete 4.000 franchi, eccoli» (i conti dei Fratelli vengono fatti sempre in franchi<br />
francesi, poiché l'amministrazione è sotto il controllo <strong>del</strong>la Casa Madre di Francia). Fratel<br />
Francesco rifiuta l'ingente somma dicendo che si inizierà a settembre, stagione propizia per i lavori<br />
edili.<br />
Si parla d'altro e alla fine don Pasqualino lamenta di sentirsi male, aggiungendo che se dovesse<br />
visitarlo un medico gli impedirebbe di partire. Poi dalla sua libreria prende un fascicolo di musica e<br />
lo porge al direttore e gli dice, come colto da un presentimento, «contiene una Messa da morto,<br />
potrà servire ... !» (Sarà la «messa cantata» ai suoi funerali).<br />
Parte in treno il 26 giugno, accompagnato dal nipote Enrico Pennisi di Floristella. Compiono un<br />
lungo giro: si fermano alcuni giorni a Roma, poi a Torino ed a Milano, quindi ad Udine e infine<br />
tornano a Roma. Nell'albergo, il 17 luglio, don Pasqualino scrive numerose lettere che annunciano<br />
il suo ritorno per il 20 prossimo. Esce poi solo di buon mattino per andare a confessarsi e a<br />
celebrare la Messa. Rientra in albergo e al nipote Enrico dice: «Mi sento male, non vedo l'ora di<br />
ritornare ad Acireale».<br />
Verso le otto e mezzo propone al nipote di recarsi insieme a bere un bicchiere di latte. Scesi in<br />
strada, sulla via Nazionale, dopo un centinaio di passi, don Pasqualino dice una parola<br />
incomprensibile, si appoggia con una mano al muro e con l'altra al nipote che lo sostiene<br />
preoccupato. Poggia la testa sulla sua spalla e perde conoscenza accasciandosi per terra. Enrico e un<br />
sottotenente di passaggio cercano di dargli soccorso. Fermano una vettura e lo fanno trasportare<br />
all'Ospedale <strong>del</strong>la Concezione, dove però se ne constata il decesso.<br />
Subito si informa il cugino on. Giuseppe Pennisi di S Margherita, che avverte la famiglia e si<br />
occupa dei primi funerali celebrati nella cappella <strong>del</strong>l'Ospedale. Dopo, la salma parte in treno,<br />
accompagnata da parenti e amici giunti appositamente da Acireale. Sono presenti i nipoti Enrico e<br />
Nino Pennisi, l'on. Pennisi, il canonico Valastro e Giuseppe Lo Meo.<br />
Giunta ad Acireale il 20, la salma è deposta nella sala di prima classe <strong>del</strong>la Stazione ferroviaria e<br />
viene benedetta dal parroco di <strong>San</strong>ta Maria Odigitria. Poi sfila il corteo sino alla Cattedrale, con la<br />
partecipazione di autorità civili ed ecclesiastiche, dei ragazzi <strong>del</strong>l'Oratorio <strong>San</strong> <strong>Luigi</strong>, dei Fratelli,<br />
degli amici, di tanti acesi che piangono un vero benefattore. Il tempio diviene subito meta di<br />
continuo pellegrinaggio, e in esso si celebrano molte messe da parte di sacerdoti amici e conoscenti<br />
convenuti da tutta la Diocesi e dalla vicina Catania. Solenne è la Messa di requiem <strong>del</strong> maestro<br />
Russo, la cui musica è quella che don Pasqualino aveva consegnato a fratel Francesco, prima di<br />
partire. Segue il discorso pieno di rimpianto e di commozione <strong>del</strong> sac. Michelangelo D'Amico.<br />
Nelle ore pomeridiane <strong>del</strong> 21 luglio la salma viene accompagnata al Cimitero con una imponente<br />
manifestazione di affetto e di stima. Durante la sosta in piazza <strong>San</strong> Michele, porgono l'estremo<br />
saluto il sindaco avv. Salvatore Grassi Badalà, il sig. Girolamo Re, il direttore didattico prof.<br />
Paradiso, il presidente <strong>del</strong>la Giunta diocesana prof. Antonino Valerio e l'avv. Rosario Cirelli che<br />
ringrazia a nome <strong>del</strong>la famiglia.<br />
1917: il tempo scorre attraverso tanti lutti e tante drammatiche notizie di guerra. Cadono sotto i<br />
colpi austriaci e poi tedeschi molti acesi; il fronte italiano è travolto a Caporetto.<br />
All'Oratorio <strong>San</strong> <strong>Luigi</strong> c'è intanto un raggio,di sole in mezzo a tanta tempesta: nel settembre <strong>del</strong><br />
1917 partono per il Noviziato dei Fratelli <strong>del</strong>le Scuole Cristiane di Albano i primi due giovani di<br />
Acireale. Sono Nicola Privitera (poi fratel Narciso Candido) e Vincenzo D'Amico, oltre ad un<br />
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