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repubblica italiana in nome del popolo italiano - La Privata Repubblica

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avverso la sentenza <strong>del</strong>la 1-a Sezione <strong>del</strong>la Corte d'Assise di Bologna <strong>in</strong> data 16 maggio 1994;<br />

Visti gli atti, la sentenza impugnata ed i ricorsi;<br />

Udita alla pubblica udienza <strong>del</strong> 22 novembre 1995 la relazione <strong>del</strong> Consigliere Dottor Nicola<br />

Marvulli;<br />

Uditi, per le parti civili, gli Avvocati:<br />

Fausto Baldi, Paolo Trombetti, Guido Calvi, Giuseppe Giampaolo, Francesco Berti, Alberto Zoboli,<br />

Umberto Guer<strong>in</strong>i;<br />

Udito il Procuratore Generale Dottor Sebastiano Suraci che ha concluso per l'annullamento con<br />

r<strong>in</strong>vio <strong>del</strong>l'impugnata sentenza nei confronti di Massimiliano Fach<strong>in</strong>i e Roberto R<strong>in</strong>ani, <strong>in</strong><br />

accoglimento dei ricorsi <strong>del</strong> Pubblico M<strong>in</strong>istero e <strong>del</strong>le parti civili; per l'<strong>in</strong>ammissibilità <strong>del</strong> ricorso<br />

di Massimiliano Fach<strong>in</strong>i; per il rigetto dei ricorsi di tutti gli altri imputati, previa correzione<br />

<strong>del</strong>l'errore materiale contenuto nell'impugnata sentenza;<br />

Uditi i difensori degli imputati Avv.ti:<br />

Giuseppe Pisauro, Alfredo Gaito, Scipione Del Vecchio, Marcantonio Bezicheri, Raffaello<br />

Giorgetti, Antonio Lisi, Francesco Oppedisano, Giosuè Bruno Naso, Adriano Cerquetti, Tommaso<br />

Manc<strong>in</strong>i.<br />

SVOLGIMENTO DEL PROCESSO<br />

Concluse le prelim<strong>in</strong>ari <strong>in</strong>dag<strong>in</strong>i sviluppatesi <strong>in</strong> seguito alla strage avvenuta a Bologna la matt<strong>in</strong>a<br />

<strong>del</strong> 2 agosto 1980, allorquando lo scoppio di un potente ordigno esplosivo, collocato nella sale di<br />

attesa <strong>del</strong>la stazione ferroviaria, aveva provocato la morte di ottantac<strong>in</strong>que persone ed il ferimento<br />

di oltre centoc<strong>in</strong>quanta, gli <strong>in</strong>quirenti ritenevano che l'evento andava <strong>in</strong>serito nell'ambito di una<br />

complessa strategia terroristica, maturata nell'alveo <strong>del</strong>la destra eversiva. Tali conclusioni erano<br />

suggerite dall'esame di un'ampia documentazione, riferibile alla stessa fonte, e da quanto era già<br />

emerso nel corso di altre <strong>in</strong>dag<strong>in</strong>i concernenti numerosi altri attentati d<strong>in</strong>amitardi, verificatisi <strong>in</strong><br />

Italia dal 1972 <strong>in</strong> poi. In particolare si riteneva che dopo lo scioglimento, nel 1973, di "Ord<strong>in</strong>e<br />

Nuovo" e, nel 1976, di "Avanguardia Nazionale", una volta superata la fase transitoria conseguente<br />

a tali provvedimenti, fase nella quale si erano soltanto manifestate alcune auto<strong>nome</strong> <strong>in</strong>iziative di<br />

pochi irriducibili, restii ad abbandonare le vecchie ed ambiziose f<strong>in</strong>alità golpiste, si era venuta<br />

<strong>del</strong><strong>in</strong>eando una nuova, complessa struttura organizzativa, che raccoglieva elementi di eterogenea<br />

provenienza, e perseguiva una più radicale strategia terroristica: la lotta allo Stato ed alle sue più<br />

rappresentative istituzioni, che si sostituiva allo scontro armato contro i raggruppamenti che<br />

gravitavano nell'area <strong>del</strong>le s<strong>in</strong>istra eversiva. Rientrava, qu<strong>in</strong>di, <strong>in</strong> tale strategia il bisogno di<br />

diffondere il terrore tra le masse, alimentandolo con clamorose e spregiudicate azioni <strong>del</strong>ittuose, per<br />

creare un clima di rassegnata accettazione verso un autorevole governo <strong>del</strong> Paese, non più sensibile<br />

alle aspirazioni democratiche.<br />

L'accusa ipotizzava l'esistenza di una vasta associazione sovversiva, nella quale erano confluiti<br />

elementi provenienti dai disciolti movimenti, quali Paolo Signorelli, Massimiliano Fach<strong>in</strong>i, Stefano<br />

Delle Chiaie, Adriano Tilgher, Maurizio Giorgi, Marco Ballan, nonché il capo <strong>del</strong>la loggia<br />

massonica denom<strong>in</strong>ata "Propaganda due", Licio Gelli, il collaboratore <strong>del</strong> direttore generale <strong>del</strong><br />

"Sismi", Francesco Pazienza e due ufficiali <strong>del</strong>lo stesso servizio di sicurezza, il generale Pietro<br />

Musumeci ed il colonnello Giuseppe Belmonte. A costoro, nell'ambito <strong>del</strong>la orig<strong>in</strong>aria<br />

contestazione <strong>del</strong> reato previsto dall'art. 270 bis C.P. si attribuiva il conseguimento di un duplice<br />

scopo: quello, primario, di sovvertire gli equilibri politici espressi nelle forme previste dalla<br />

Costituzione e qu<strong>in</strong>di consolidare tutte le forze ostili alla democrazia e quello, secondario e<br />

strumentale un tempo, di favorire gli autori di eventuali o possibili imprese terroristiche, se queste<br />

imprese si fossero armonizzate con quella primaria ed irr<strong>in</strong>unciabile f<strong>in</strong>alità.<br />

L'accusa riteneva altresì che oltre a tale associazione sovversiva si era venuta a formare una vera e<br />

propria banda armata (art. 306 C.P.), cioè un ristretto gruppo operativo, dedito alla concreta<br />

realizzazione di attentati.

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