repubblica italiana in nome del popolo italiano - La Privata Repubblica
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iguardi di Valerio, aveva constatato, con amarezza, che non v'era nessun altro, oltre a Cavall<strong>in</strong>i,<br />
che potesse confermare che entrambi, quel giorno, erano stati a Padova<br />
Quanto alla partecipazione di Massimiliano Fach<strong>in</strong>i e Roberto R<strong>in</strong>ani alla strage <strong>del</strong> 2 agosto 1980<br />
ed ai reati ad essa connessi, l'accusa traeva orig<strong>in</strong>e dal ruolo assunto da Fach<strong>in</strong>i. e di riflesso, dal<br />
suo più fe<strong>del</strong>e collaboratore, R<strong>in</strong>ani, sia nella direzione strategica <strong>del</strong> gruppo veneto, che nella<br />
collaborazione offerta a Valerio Fioravanti <strong>in</strong> due rilevanti occasioni: l'evasione di Freda e quella di<br />
Concutelli.<br />
Un contenuto di maggiore concretezza a tale accusa veniva offerto dall'acquisizione <strong>del</strong>le<br />
dichiarazioni rese il l0 luglio <strong>del</strong> 1980 da un detenuto, Vettore Presilio , al magistrato di<br />
sorveglianza e poi confermate al pubblico m<strong>in</strong>istero: costui rivelava che un'organizzazione di<br />
estrema destra gli aveva proposto di partecipare ad un attentato che si stava predisponendo contro<br />
un magistrato di Treviso, ma che, prima di questo <strong>del</strong>itto, la stessa organizzazione avrebbe<br />
realizzato un "attentato" di eccezionale gravità, "che avrebbe riempito le pag<strong>in</strong>e dei giornali".<br />
Dalle successive <strong>in</strong>dag<strong>in</strong>i emergeva che l'autore di queste confidenze rivelate agli <strong>in</strong>quirenti da<br />
Vettore Presilio , era stato Roberto R<strong>in</strong>ani, allorquando questi, r<strong>in</strong>chiuso nello stesso carcere, <strong>in</strong> un<br />
momento di particolare sconforto, aveva avuto occasione di stabilire con quel detenuto un<br />
privilegiato rapporto di amicizia al quale non poco aveva contribuito il fatto che entrambi, prima di<br />
essere detenuti nel carcere di Padova, avevano frequentato una sezione <strong>del</strong> M.S.I.<br />
Nel novembre <strong>del</strong> 1980 Vettore Presilio subiva un'aggressione, <strong>in</strong> cella, ad opera di altri detenuti,<br />
non identificati, perché avevano avuto cura di coprire i loro volti con alcune sciarpe; e la vittima<br />
ricoverata all'ospedale di Padova, per le gravi ferite riportate, manifestava agli <strong>in</strong>quirenti la<br />
conv<strong>in</strong>zione che l'episodio si era verificato perché sul settimanale "L'Espresso" era stata pubblicata<br />
la notizia relativa al contenuto <strong>del</strong>la sua deposizione resa ai magistrati che <strong>in</strong>dagavano sulla strage<br />
di Bologna.<br />
Un altro detenuto, tale Nicoletti Stefano, dal carcere di Ferrara, rivelava agli <strong>in</strong>quirenti che Edgardo<br />
Bonazzi Edgardo un esponente di primo piano <strong>del</strong>la destra eversiva, che aveva avuto contatti con<br />
Freda e Tuti, nel commentare la strage <strong>del</strong> 2 agosto 1980, aveva rivolto critiche a Paolo Signorelli e<br />
Massimiliano Fach<strong>in</strong>i, attribuendo ad entrambi la responsabilità di quanto era accaduto perché,<br />
erano stati utilizzati dei "ragazz<strong>in</strong>i" non esperti nell'uso <strong>del</strong>l'esplosivo.<br />
Nel corso <strong>del</strong>le <strong>in</strong>dag<strong>in</strong>i si accertava altresì che Fach<strong>in</strong>i, pochi giorni prima <strong>del</strong>la strage, aveva<br />
<strong>in</strong>vitato una sua collaboratrice, tale Jeanne Cogolli, ad allontanarsi da Bologna, perché <strong>in</strong> quella<br />
città "stava per succedere qualcosa di grosso". L'esortazione era stata raccolta, ma Cogolli, una<br />
volta verificatasi la strage, turbata dalla dimensione <strong>del</strong>l'accaduto, si era confidata con due suoi<br />
amici, tali Mauro Ansaldi e Paolo Stroppiana, i quali poi riferivano l'episodio agli <strong>in</strong>quirenti.<br />
Inf<strong>in</strong>e, Massimiliano Fach<strong>in</strong>i era stato co<strong>in</strong>volto <strong>in</strong> altri procedimenti penali, perché accusato di<br />
avere partecipato ad alcuni attentati d<strong>in</strong>amitardi verificatisi nel 1978-l979 e 1980, nonché di<br />
disporre, sul lago di Garda, di un deposito di residuati bellici: quest'ultima accusa veniva ricollegata<br />
al fatto che nel corso <strong>del</strong>l'ultimo conflitto mondiale, le forze anglo-americane avevano fatto largo<br />
uso <strong>del</strong> "correpoud B", una miscela di tritolo e T4, sicché disporre di residuati bellici significava<br />
poter da essi estrarre, <strong>in</strong> gran quantità, quel particolare tipo di esplosivo, che, per il suo alto potere<br />
distruttivo e frantumante, era stato impiegato alla stazione di Bologna ma che era difficile reperire<br />
sul mercato.<br />
In relazione alla posizione di Sergio Picciafuoco , l'accusa affidava a quattro concorrenti <strong>in</strong>dizi, la<br />
prova <strong>del</strong>la sua partecipazione alla strage <strong>del</strong> 2 agosto 1980:<br />
a) la sua presenza alla stazione di Bologna allorquando era scoppiato l'ordigno;<br />
b) l'<strong>in</strong>attendibilità <strong>del</strong>le giustificazioni offerte dall'imputato;<br />
c) la disponibilità di documenti falsi provenienti dalle organizzazioni eversive <strong>del</strong>la destra;