repubblica italiana in nome del popolo italiano - La Privata Repubblica
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Parallela all'<strong>in</strong>dag<strong>in</strong>e per l'<strong>in</strong>dividuazione dei mandanti e degli esecutori <strong>del</strong>la strage <strong>del</strong> 2 agosto<br />
1980, era quella riguardante i tentativi attribuiti ai servizi di sicurezza ed <strong>in</strong> particolare ad alcuni<br />
appartenenti a1 "Sismi", per distogliere l'attenzione degli <strong>in</strong>quirenti dalle organizzazioni eversive<br />
sviluppatesi <strong>in</strong> Italia e dirottarla su piste <strong>in</strong>ternazionali, nella consapevolezza <strong>del</strong>la loro estraneità, al<br />
f<strong>in</strong>e di favorire la stessa realizzazione <strong>del</strong> programma eversivo.<br />
Nel procedimento erano co<strong>in</strong>volti quattro imputati: due ufficiali <strong>del</strong> "Sismi", Pietro Musumeci e<br />
Giuseppe Belmonte, nonché il collaboratore <strong>del</strong> direttore generale <strong>del</strong> "Sismi", Francesco Pazienza,<br />
ed il capo <strong>del</strong>la loggia massonica P2, Licio Gelli: tutti e quattro erano accusati <strong>del</strong> <strong>del</strong>itto di<br />
calunnia, cont<strong>in</strong>uato ed aggravato, per avere, <strong>in</strong> concorso tra loro, e con più azioni esecutive di un<br />
medesimo disegno crim<strong>in</strong>oso, divulgato alcune <strong>in</strong>formative, fatte pervenire agli <strong>in</strong>quirenti anche<br />
attraverso un'appropriata utilizzazione di alcuni organi di stampa, con le quali avevano fatto credere<br />
che la strage <strong>del</strong> 2 agosto 1980 era attribuibile ad alcune organizzazioni terroristiche straniere, e, al<br />
f<strong>in</strong>e di fornire un appagante riscontro a tale ipotesi avevano fatto ricorso al temerario espediente di<br />
collocare sul treno Taranto-Milano, nella notte <strong>del</strong> 13.1.1981, una valigia contenente lo stesso<br />
esplosivo che era stato impiegato per la strage di Bologna, un mitra M.A.B., un fucile a canne<br />
mozze, e due biglietti aerei <strong>in</strong>testati a cittad<strong>in</strong>i stranieri, uno per il volo Milano-Parigi, e l'altro per il<br />
volo Milano-Monaco, valigia che veniva fatta r<strong>in</strong>venire su quel treno, alla stazione di Bologna,<br />
quella stessa notte.<br />
Sulla base <strong>del</strong>le <strong>in</strong>formazioni acquisite, <strong>in</strong> un primo momento si ipotizzò che quei biglietti erano<br />
stati acquistati a Bari, da un appartenente ai "N.A.R.", Giorgio Vale, ma tale ipotesi fu ben presto<br />
accantonata, perché rivelatasi anch'essa artificiosamente costruita.<br />
Si accertava, <strong>in</strong>vece, che il maresciallo Francesco Sanapo, che all'epoca comandava la stazione dei<br />
carab<strong>in</strong>ieri di Vieste - un paese <strong>in</strong> prov<strong>in</strong>cia di Foggia -, amico <strong>del</strong> colonnello Giuseppe Belmonte,<br />
era stato da questi pregato di redigere una nota <strong>in</strong>formativa nella quale bisognava attestare che da<br />
fonte confidenziale degna di credito lo stesso sottufficiale aveva saputo che organizzazioni<br />
<strong>in</strong>ternazionali stavano concretamente predisponendo altri attentati d<strong>in</strong>amitardi da compiersi <strong>in</strong><br />
Italia, su convogli ferroviari, e che <strong>del</strong>l'esplosivo, da utilizzare a quello scopo, sarebbe stato<br />
consegnato sull'espresso Taranto-Milano, nella notte tra il 12 e il 13 gennaio <strong>del</strong> 1981.<br />
Il maresciallo Sanapo, aderendo alla richiesta, si era impegnato con il colonnello Belmonte a non<br />
rilevare né la fonte di quella <strong>in</strong>formazione, né la genesi di quel suo <strong>in</strong>tervento, una volta conv<strong>in</strong>to,<br />
dal suo <strong>in</strong>terlocutore, che quell'espediente serviva solo per proteggere chi quella notizia aveva<br />
rivelato, trattandosi di una figura em<strong>in</strong>ente, <strong>in</strong>serita <strong>in</strong> una rete spionistica a livello <strong>in</strong>ternazionale.<br />
Un appunto, contenente quella <strong>in</strong>formazione, veniva consegnato il 9 gennaio 1981 all'aeroporto di<br />
Ciamp<strong>in</strong>o dal generale Pietro Musumeci al generale Notarnicola , capo <strong>del</strong>la prima divisione <strong>del</strong><br />
Sismi, alla presenza <strong>del</strong> colonnello Belmonte, nonché <strong>del</strong> direttore generale <strong>del</strong> Sismi, il defunto<br />
generale Santovito, e <strong>del</strong> suo collaboratore, Francesco Pazienza, <strong>in</strong> quel giorno reduci da un viaggio<br />
a Parigi.<br />
Quanto a Francesco Pazienza l'accusa ipotizzava che non occasionale poteva essere considerata la<br />
sua presenza a quell'<strong>in</strong>contro: l'imputato godeva di un forte ascendente nei confronti <strong>del</strong> direttore<br />
<strong>del</strong> "Sismi", tanto dall'essere diventato il suo preferito collaboratore; <strong>in</strong>oltre, era stato lui l'ispiratore<br />
di un articolo che il giornalista <strong>La</strong>ndo Dell'Amico aveva pubblicato il 1° settembre 1980 su<br />
"Agenzia <strong>Repubblica</strong>", articolo che nell'accreditare come pista proficua di risultati quella<br />
<strong>in</strong>ternazionale, svalutava le diverse <strong>in</strong>formazioni che il "Sisde" aveva già fatto pervenire alla<br />
magistratura bolognese, e da questa pubblicamente giudicate positive per lo sviluppo <strong>del</strong>le <strong>in</strong>dag<strong>in</strong>i,<br />
<strong>in</strong>formazioni che, utilizzando le notizie att<strong>in</strong>te prima <strong>del</strong>la strage, dal colonnello Amos Spiazzi,<br />
avevano messo <strong>in</strong> evidenza quale era la nuova e più temibile strategia terroristica perseguita dalla<br />
organizzazione che si era venuta a formare <strong>in</strong> Italia, dopo i disciolti movimenti eversivi ed alla<br />
quale aderivano elementi dei "n. AR." e di "Terza Posizione".<br />
Si accertava altresì che era stato Francesco Pazienza a fornire al giornalista Andrea Barberi alcune