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tutte le testimonianze su nuccia - NucciaTolomeo.it

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Verum el bonum convertuntur (Vero è ciò che è buono)<br />

La memoria è uno dei più grandi doni di Dio.<br />

1a TESTIMONIANZA SU NUCCIA Doc. 40<br />

di Luciano Torchia<br />

Catanzaro, 07 febbraio 2008<br />

Attraverso di essa, infatti, riusciamo a custodire nei nostri cuori <strong>tutte</strong> quel<strong>le</strong> persone che ci<br />

hanno donato amore, soprattutto attraverso l’accettazione tota<strong>le</strong> della loro sofferenza.<br />

Nuccia era ed è il compimento di un sacrificio <strong>su</strong>premo; era come il cireneo che,<br />

sappiamo, sorresse la croce di Cristo. Con grande umiltà, sorrideva non solo al dolore<br />

fisico ma anche a quello procurato<strong>le</strong> dall’egoismo del genere umano. A <strong>le</strong>i bastava il <strong>su</strong>o<br />

Dio e la <strong>su</strong>a Provvidenza. Occupava una misera casa in cui regnava, però, quella dign<strong>it</strong>à, che<br />

solo Dio riconosce al<strong>le</strong> proprie creature. Pur essendo comp<strong>le</strong>tamente il <strong>su</strong>o fisico informe per<br />

un’irreversibi<strong>le</strong> malattia e seppure costretta <strong>su</strong> di una sedia di <strong>le</strong>gno scarsamente approntata al<strong>le</strong><br />

<strong>su</strong>e necess<strong>it</strong>à, riusciva, dotata di grandi intuizioni, ad emanare solo energia vivificatrice.<br />

Era e rimane l’impronta che Dio stesso lascia nel diffici<strong>le</strong> cammino di chi vuo<strong>le</strong> essere a Lui<br />

vicino per l’etern<strong>it</strong>à. LUCIANO TORCHIA<br />

2a TESTIMONIANZA SU NUCCIA TOLOMEO<br />

di Luciano Torchia<br />

Catanzaro 17 settembre 2009<br />

Sono passati esattamente 30 anni da quando conobbi per la prima volta Nuccia. Fui inv<strong>it</strong>ato a far<strong>le</strong><br />

vis<strong>it</strong>a da una virtuosa signora, Rosetta Blaschi, ora non più tra noi, che spesso si recava da <strong>le</strong>i per dar<strong>le</strong><br />

conforto e per prestar<strong>le</strong> anche aiuto materia<strong>le</strong> avendone per altro molto bisogno in quanto in vero<br />

regime di povertà assoluta. Condizione quest'ultima che non <strong>le</strong> pesava, anzi di fronte a <strong>le</strong>i i veri poveri<br />

eravamo noi che <strong>le</strong> facevamo vis<strong>it</strong>a. Quell’esi<strong>le</strong> figura, minata permanentemente nel fisico,<br />

accartocciata <strong>su</strong> una malridotta sedia di <strong>le</strong>gno, incuteva rispetto e commozione.<br />

Il sorriso con cui ci accoglieva era l'ab<strong>it</strong>o che indossavamo poi andando via da quella modestissima<br />

casa; l'ab<strong>it</strong>o che copriva <strong>le</strong> nostre miserie. Quante volte scendendo <strong>le</strong> sca<strong>le</strong> del fabbricato per<br />

raggiungerne l'usc<strong>it</strong>a, ho veramente riconosciuto ed ammesso la presenza di Dio in quella casa. In quel<br />

corpo martoriato, infatti, si intravedeva la croce portata da Gesù fino al Calvario, un monte che noi<br />

tutti temiamo. Così come nostro Signore, bastonato, beffato, calunniato, in<strong>su</strong>ltato, sanguinante, Nuccia<br />

taceva obbediente sopportando il peso di quella sofferenza con grande dign<strong>it</strong>à e soprattutto con grande<br />

umiltà. In quel corpo dolorante si celava il mistero di una fede eroica, il <strong>su</strong>o sguardo era tenero,<br />

compassionevo<strong>le</strong>, misericordioso, benevolo. Ti accoglieva trasferendoti quella pace che spesso nella<br />

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