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tutte le testimonianze su nuccia - NucciaTolomeo.it

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TESTIMONIANZA di ANTONELLA CINGARI<br />

Doc. 49<br />

Taormina 9 / 08 / 2008<br />

Mi chiamo Antonella, vivo a Taormina, mio mar<strong>it</strong>o si chiama Peppino e ho due figli. Il<br />

mio incontro con Nuccia fu davvero ca<strong>su</strong>a<strong>le</strong>, perché una notte di aprire, nell’attesa che<br />

rientrasse mio figlio, ascoltando radio Maria, sentii per la prima volta la <strong>su</strong>a voce. Capii<br />

<strong>su</strong>b<strong>it</strong>o che era una meridiona<strong>le</strong>, che soffriva tanto, perché si affaticava nel parlare. Il giorno<br />

seguente, parlando con Peppino di questo straordinario incontro radiofonico, manifestai<br />

l'intenzione di vo<strong>le</strong>r conoscere e aiutare questa sorella, ma non sapevo come fare, non sapevo<br />

né il nome né chi fosse, poiché avevo acceso la radio a trasmissione iniziata. Dopo tante<br />

te<strong>le</strong>fonate fatte a radio Maria e senza alcun es<strong>it</strong>o, un giorno incontrai padre Bollino. Era<br />

venuto nella mia parrocchia per la preghiera di effusione. Facciamo parte del Rinnovamento<br />

nello Spir<strong>it</strong>o. Poiché alcuni mesi prima tram<strong>it</strong>e lui avevo conosciuto Federico, riuscii così ad<br />

avere il recap<strong>it</strong>o te<strong>le</strong>fonico di Nuccia. Gesù aveva messo in atto il Suo progetto. Iniziò così<br />

la nostra bella storia.<br />

Ricordo che la prima volta che <strong>le</strong> te<strong>le</strong>fonai non riuscii a parlargli, perché sentendo la<br />

<strong>su</strong>a voce iniziai a piangere. Le nostre lunghe te<strong>le</strong>fonate erano piene di emozioni forti, di pianti<br />

e di risate. Andammo avanti così fino a quando non arrivò il famoso giorno tanto atteso del<br />

nostro primo incontro, che fu ad ottobre (1996). Trovare casa <strong>su</strong>a fu un'impresa, ma alla fine<br />

la trovai, ci abbracciammo fortemente e <strong>le</strong>i mi accolse dicendomi: “Benvenuta nella modesta<br />

casa di Nazaret”. Rimasi colp<strong>it</strong>a non tanto per <strong>le</strong> <strong>su</strong>e condizioni fisiche, ma dal luogo in<br />

cui viveva. Casa <strong>su</strong>a era vecchia, senza pavimento, con gli infissi rovinati, per cui entrava<br />

freddo. Il tetto era fatto di cartoni e di canne, per questo quando pioveva era un prob<strong>le</strong>ma.<br />

Infatti quella famosa notte mi colpì perché Federico gli chiese del tetto e <strong>le</strong>i, ridendo, rispose:<br />

“Piove da <strong>tutte</strong> <strong>le</strong> parti”. Le dissi <strong>su</strong>b<strong>it</strong>o che l'avrei portata a casa mia, che l'avrei accud<strong>it</strong>a io.<br />

Naturalmente Nuccia non avrebbe lasciato mai Anna, <strong>su</strong>a cugina, e gli altri <strong>su</strong>oi cari, ma<br />

quando la facevano arrabbiare diceva: “Me ne vado da Antonella”.<br />

Indipendentemente da tutto questo, è stato un incontro meraviglioso con<br />

un’emozione fortissima nel vedere come questa persona così piccola e fragi<strong>le</strong> era così<br />

grande e forte nell’amore di Gesù. Trascorremmo una giornata meravigliosa e al rientro a<br />

casa mi sentii un verme; la sfortunata ero io, non <strong>le</strong>i. La luce che emanavano i <strong>su</strong>oi occhi<br />

neri e l'amore che dava a tutti coloro che si rivolgevano a <strong>le</strong>i erano impressionanti. Gesù<br />

s'era scelto proprio questa perla preziosa sin dalla nasc<strong>it</strong>a e <strong>le</strong>i, abbandonandosi<br />

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