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Reditus Augusti do<br />

— Farcite —sic Flaccus ridens, puerique puellaeque...<br />

istis (omen habent) moniti iam parcite verbis.<br />

Non v' è da temere né tumulti né violenze ora<br />

che Cesare- è tornato, e, facendosi strada tra la<br />

folli, si allontana, mentre qualcuno<br />

•— Pulcre, recte ; sapit — inquit -- homuUus —<br />

Ognuno ritorna a casa a cena, che per la plebe<br />

è più abbondante del solito, grazie alla liberalità<br />

di Augusto ; il mondo è tutto pacificato, e<br />

il poeta, pieno di gioia, ricorda gli anni della<br />

sua giovinezza, ahimè passati ! sono sopiti gli<br />

spiriti ardimentosi e i capelli sono qua e là<br />

spruzzati di bianco. Ma dunque egli solo non festeggerà<br />

con una lauta cena il felice evento ?<br />

Vada il servo, e procuri un certo vino<br />

... nil crassum minus et nil suavius ilio...<br />

e corone e unguenti... a questo punto il poeta<br />

ricordandosi d' esser solo, paulum cunctatus, dice<br />

all' orecchio del servo di andare dalla citharistria<br />

Neera, e di invitarla a venire; è un' antica amicizia<br />

e gli ricorda la lieta gioventù ; ma amerà<br />

essa ancora la compagnia del poeta? Richiama<br />

il servo, e... si<br />

ianitor aut... attende, puer... si ianitor aut si<br />

ipsa negat, noli nimius clamare; facesse.

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