PARTE I – EDIFICI IN MURATURA - Regione Molise
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l’assenza di collegamenti di piano (catene), la scarsa resistenza a flessione della muratura, l’assenza di<br />
collegamento nella parte sommitale dell’edificio (assenza di cordolo o di controventi di falda) e<br />
l’ammorsamento scadente tra le pareti perimetrali e trasversali.<br />
Figura n. 9 - Meccanismo di ribaltamento parziale e globale della facciata<br />
10.3 - Modalità di intervento per la messa in sicurezza<br />
In generale il meccanismo di ribaltamento della facciata, dal punto di vista tipologico, può essere contrastato<br />
attraverso tre tipologie d’intervento, che devono necessariamente tenere conto dell’ambiente circostante. Per<br />
i livelli di danno compresi tra 1 (lieve) e 3 (grave) la soluzione B, che prevede la esecuzione di collegamenti<br />
di piano definitivi o provvisori, o il cerchiaggio del corpo di fabbrica con compositi o fibre in poliestere e la<br />
soluzione tecnica più indicata in quanto è la meno costosa e quella che offre la possibilità di realizzare<br />
interventi definitivi. Nel caso della realizzazione di collegamenti di piano è possibile intervenire con catene<br />
definitive o con catene/tiranti contrastati all’esterno da elementi lignei o metallici.<br />
A B C<br />
Edificio antistante<br />
Fig. n. 10 - Schemi tipologici d’interventi provvisionali per il ribaltamento di pareti: tipologia a sperone (A); tipologia ad incatenamento<br />
(B); tipologia a contrasto (C).<br />
Per il livello di danno grave (4) le soluzioni possibili sono la A, che prevede l’esecuzione di un classico<br />
sperone all’esterno del manufatto, e la C che prevede il contrasto con un edificio posto a poca distanza.<br />
Nella tipologia A, la costruzione dello sperone antistante la parete consiste nella costruzione di un<br />
contrafforte in elementi metallici o lignei ancorato alla base con opportuni presidi contro il ribaltamento e<br />
dotato di un’inclinazione opportuna in relazione all’altezza della facciata. In alternativa allo sperone, quando<br />
è possibile accedere all’interno dell’edificio, è possibile montare delle tirantature provvisorie di piano<br />
contrastate all’esterno con elementi lignei o metallici. Nella tipologia B, il cui obiettivo è riportare una<br />
connessione tra le pareti dell’edificio, la cerchiatura può essere realizzata attraverso l’applicazione di tiranti<br />
metallici, nastri in poliestere ad alta resistenza o fasce di FRP. La tipologia C consiste nella collocazione di<br />
puntelli di contrasto tra la facciata in ribaltamento e un edificio esistente ad essa antistante (evidentemente<br />
idoneo a sopportar le spinte derivanti dalla puntellatura). In alcuni casi, in cui la semplicità strutturale del<br />
manufatto consenta la progettazione di un intervento definitivo in maniera rapida, è preferibile, per<br />
contrastare un meccanismo di ribaltamento, inserire direttamente delle catene metalliche. Tale tecnica rientra<br />
nella tipologia B e presenta vantaggi realizzativi che la rendono estremamente conveniente. Infatti, essa è<br />
nella maggior parte dei casi strutturalmente efficace, economicamente sostenibile e d’impatto limitato<br />
sull’ambiente circostante. Considerata la notevole convenienza, tale tipologia d’intervento può essere estesa<br />
anche ai casi di danneggiamento limitato. In via esemplificativa, è stata valutata l’efficacia strutturale<br />
relativa all’applicazione di due catene longitudinali calcolando il moltiplicatore di collasso nella situazione<br />
con e senza catene. Il confronto evidenzia un notevole miglioramento del moltiplicatore tale da rendere tale<br />
intervento sufficiente a verificare tale meccanismo in relazione alle azioni previste dalla Norme Sismiche. Le<br />
tabelle forniscono una correlazione tra le caratteristiche dell’ambiente circostante, il livello di danno e le<br />
tipologie d’intervento possibile.<br />
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