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PARTE I – EDIFICI IN MURATURA - Regione Molise

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Elementi che concorrono<br />

alla organizzazione delle<br />

strutture verticali<br />

1 Ammorsamento tra le<br />

pareti ortogonali<br />

2 Presenza di collegamenti<br />

di piano in acciaio o<br />

calcestruzzo armato<br />

Dettagli costruttivi che contribuiscono alla efficacia dei singoli elementi della organizzazione<br />

del sistema resistente<br />

− Risultano legate tra di loro mediante ammorsamenti agli innesti e agli incroci;<br />

− Risultano legate tra di loro, ma lungo le pareti sono presenti canne fumarie o cavità di altro<br />

genere che ne interrompono la continuità;<br />

− Non sono legate tra di loro.<br />

− Presenza di collegamenti di piano in profili di acciaio disposti lungo tutte le pareti portanti<br />

dell’edificio ancorati alle murature perimetrali e all’esterno;<br />

− Presenza di cordoli di piano in c.a. di larghezza pari a quella della muratura sottostante e di<br />

altezza minima pari a quella del solaio e comunque non inferiore a cm 15 adeguatamente<br />

armati;<br />

− Presenza di catene ancorate all’esterno;<br />

− Assenza di collegamenti in acciaio o cordoli di piano e presenza di catene soltanto in una<br />

direzione adeguatamente collegate alle pareti;<br />

− Assenza di cordoli e catene.<br />

3 Distanza tra i muri − Distanza inferiore a 7 m;<br />

− Distanza superiore a 7 m.<br />

4 Altezza massima di − Inferiore a 5 m;<br />

interpiano<br />

− Superiore a 5 m.<br />

5 Aperture nei muri maestri − Sono delimitare da zone di murature di dimensioni pari ad almeno la metà della larghezza<br />

del vano stesso. Inoltre due aperture sono separate da una zona di muratura di larghezza<br />

almeno pari a quella del vano più largo;<br />

− Rispettano i parametri ottimali oppure sono rinforzate da una intelaiatura formata<br />

dall’architrave, dai ritti e dal traverso superiore;<br />

− Non rispettano i parametri ottimali e non sono riquadrate da intelaiature.<br />

6 La dimensione dei maschi − di larghezza pari ad almeno 1 m;<br />

d’angolo;<br />

− di larghezza inferiore a 1 m ma comunque maggiore del solo spessore del muro ortogonale;<br />

− coincidenti con il solo spessore del muro ortogonale.<br />

7 La consistenza o la<br />

− presenza di arcitravi efficaci;<br />

presenza degli architravi; − assenza di architravi.<br />

8 presenza di archi e volte. − Nell’edificio non sono presenti archi e volte staticamente significativi;<br />

− Archi e volte scarichi;<br />

− Nell’edificio sono presenti archi e volte muniti di chiavi, tiranti atti ad assorbire le spinte<br />

loro imposte;<br />

− Archi e volte impostati su murature aventi spessori sufficienti ad accogliere le spinte senza<br />

che vengano sforzi di trazione;<br />

− Archi e volte che non hanno la spinta eliminata e che non si impostano su pareti aventi<br />

sufficienti spessori.<br />

Tab n. 3 <strong>–</strong> Organizzazione del sistema resistente e dettagli costruttivi<br />

In alcuni casi è utile poter disporre di uno strumento semplice di analisi che consenta di effettuare una<br />

classificazione sismica attraverso un punteggio rappresentativo delle capacità antisismiche dell’edificio in<br />

modo da guidare efficacemente il processo di progettazione attraverso la valutazione della vulnerabilità<br />

sismica dello stato di fatto e dello stato post-intervento.<br />

Pertanto l’intervento di miglioramento sismico dovrà corrispondere ad un aumento della resistenza sismica<br />

dell’edificio in termini di punteggio rapportabile ai valori della PGA minima di collasso della struttura.<br />

Se il valore della vulnerabilità conseguita non è soddisfacente allora occorre apportare modifiche alle<br />

soluzioni progettuali adottate finchè la vulnerabilità risulti accettabile anche attraverso un confronto diretto<br />

con i valori di PGA indicati dalla normativa.<br />

Attraverso questa metodologia è possibile valutare il livello di miglioramento conseguito dall’edificio e la<br />

procedura diviene una guida per le scelte progettuali.<br />

In tale contesto è possibile calcolare localmente la vulnerabilità dei singoli meccanismi di collasso e con il<br />

metodo GNDT di II livello quella dell’intero edificio.<br />

Attraverso una analisi accurata sono stati individuati tutti gli elementi costruttivi che concorrono a<br />

determinare l’efficacia dei parametri della scheda correlati ai possibili meccanismi di collasso attivabili<br />

nell’edificio.<br />

L’analisi dei meccanismi di collasso viene condotta mediante la individuazione dei presidi sismici e degli<br />

indicatori di vulnerabilità che conduce alla scelta degli interventi di miglioramento sismico intesi come<br />

presidi o mitigatori della stessa vulnerabilità<br />

Ad ogni intervento è associato un costo e una potenziale riduzione della vulnerabilità.<br />

Per valutare l’efficacia dei singoli meccanismi è possibile utilizzare metodi semplificati basati sull’analisi<br />

dell’equilibrio limite dei corpi rigidi.<br />

III - 7

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