...erranze ...migrazioni - Pedagogika
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<strong>Pedagogika</strong>.it/2010/XIV_1/temi_ed_esperienze/la_retorica della_“riforma_della_scuola”<br />
forme della sua pensabilità; il pensiero cede il passo a un riflettere ipervalutante che si<br />
esaurisce in modo viziosamente circolare nella sequenza valutazione-prescrizione e la<br />
circolarità viziosa è preservata da parole-chiave, quelle di «modernizzazione», «razionalizzazione»<br />
e «ottimizzazione», che sono assunte sulla base di un consensus gentium,<br />
nella declinazione globalizzata dell’adesione al medium linguistico-rappresentativo<br />
dell’economico. All’interno di questo dispositivo retorico il Ministro Gelmini può<br />
affermare ciò che ha l’evidenza dell’ovvio per il consenso globalizzato: «la “qualità”<br />
delle risorse umane costituisce un bene primario e strategico di straordinaria importanza<br />
per interpretare correttamente e governare l’innovazione e il cambiamento, per<br />
sostenere e orientare le vicende economiche, per essere competitivi, per dare solidità e<br />
stabilità alle istituzioni democratiche, per assicurare coesione sociale e promuovere la<br />
piena fruizione dei diritti di cittadinanza […] Le riforme e le innovazioni introdotte<br />
negli ultimi decenni hanno conosciuto vicende alterne e spesso tormentate, spinte<br />
in avanti, ritorni al passato e rifacimenti che ne hanno impedito la piena attuazione,<br />
generando confusione e ritardi nel processo di modernizzazione». 1 Nel linguaggio<br />
che esplicita l’intenzione politica di riforma, la razionalizzazione dei sistemi è posta<br />
come strumento della modernizzazione e, a sua volta, la razionalizzazione del sistema<br />
dell’istruzione e della formazione è posta come mezzo che ha i fini della riduzione<br />
dei costi e dell’ottimizzazione del rendimento del sistema in termini di efficacia e di<br />
efficienza; il rapporto mezzi-fini introduce apparentemente un ordine descrittivofattuale<br />
di riflessione perché esso è già valorialmente determinato senza che questa<br />
determinazione sia assunta criticamente e responsabilmente. I tre termini organizzano<br />
infatti un dispositivo retorico all’interno del quale essi sono assunti con una<br />
funzione descrittiva che è di ritorno rispetto al loro essere termini positivi di coppie<br />
nelle quali il primo termine è stato cancellato in modo che il secondo termine possa<br />
assumere un significato assoluto. Quali sono gli opposti di «modernizzazione», «razionalizzazione»,<br />
«ottimizzazione»?<br />
Il problema non è il fatto che la riforma della scuola e della formazione sia solo o<br />
prioritariamente o dissimulativamente una riforma economica del sistema ma il fatto<br />
che l’economico non sia riferito alla sua provenienza essenziale di impresa moderna della<br />
tecnica in dispiegamento e che conseguentemente ne è la ratio, la logica e non il pensiero:<br />
la via più economica è la più razionale ma è la meno essenziale. In questo senso i tre termini<br />
in questione non sono primariamente da riferire alle discipline economiche in senso<br />
proprio ma al consenso globalizzato che li ha disposti all’interno di una gerarchia di valori<br />
positivi e li utilizza come descrittori di un ordine fattuale universale. La riforma si fa «irrinunciabile,<br />
indifferibile», spasmi del linguaggio generati dal ritiro del pensiero: la riforma<br />
è l’irrinunciabile, l’indifferibile della retorica della modernizzazione, laddove irrinunciabile<br />
è precisamente il suo rinnovarsi ad indefinitum per lasciare nell’oblio il pensiero. Questi<br />
spasmi del linguaggio forse alludono, all’interno di un’analogia tratta dall’economia finan-<br />
1 Schema di piano programmatico del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca<br />
di concerto con il Ministro dell’Economia e delle Finanze -di cui all’art. 64 del DL n.<br />
112/2008 convertito dalla L n. 133/2008, scaricabile dal sito www.parlamento.it.<br />
Temi ed esperienze 89