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...erranze ...migrazioni - Pedagogika

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<strong>Pedagogika</strong>.it/2010/XIV_1/cultura/scelti_per_voi<br />

112<br />

di uscita e, ovviamente, il luogo rappresentato<br />

nei film. Molti spazi, quindi, devono cooperare<br />

affinché il congegno disciplinante del cinema<br />

possa funzionare e, a questo scopo, ci sono regole<br />

piuttosto rigide da rispettare. Gli altri media<br />

pongono dei vincoli spaziali e delle condizioni<br />

di fruizione flessibili: la televisione può trovarsi<br />

sullo scaffale di un appartamento o al centro<br />

di una piazza pubblica, la radio può trovarsi<br />

in una camera da bagno o nell’abitacolo di<br />

un’automobile; davanti alla tv posso mangiare,<br />

mentre ascolto la radio posso fare ginnastica.<br />

Nessuna di queste distrazioni è consentita al<br />

cinema dove i patti sono chiari: per la durata<br />

dello spettacolo è necessario restare seduti in<br />

poltrona, al buio, in silenzio, in mezzo alla<br />

gente e al contempo in solitudine con le proprie<br />

emozioni. Ogni elemento concorre a catturare<br />

l’attenzione verso il fascio di luce proiettato sulla<br />

parete dello schermo dove le immagini scorrono<br />

secondo ritmi a cui lo spettatore si deve<br />

adattare: le pause, le accelerazioni o le ellissi<br />

narrative debbono essere assecondate, salvo decidere<br />

di sottrarsi alla visione uscendo dalla sala<br />

o chiudendo gli occhi. Le severe condizioni di<br />

percezione procurano una ipersensibilizzazione<br />

a quanto viene narrato dal film, inoltre la quasi<br />

immobilità cui si è costretti in poltrona impedisce<br />

di scaricare le tensioni emotive provate:<br />

ecco, allora, una maggiore disponibilità cognitiva<br />

a penetrare le esperienze proposte dal film,<br />

quasi come se pezzi di vita venissero selezionati,<br />

ricomposti e concentrati dentro una sala, pronti<br />

per essere vissuti.<br />

Quali esperienze e quali film?<br />

A noi interessano soprattutto quei film che non<br />

ripetono percorsi di significazione già dati, che<br />

non costruiscono piste di lettura consuete. A<br />

noi piacciono quei film che segnano tragitti al<br />

limite dell’imprevisto e capaci di creare spazi<br />

di esitazione. Preferiamo l’architettura di<br />

immagini che lasciano dei sospesi da riempire<br />

mettendo in moto il pensiero. I film per cer-<br />

velli pigri li lasciamo a<br />

casa.<br />

Giù al nord<br />

Regia Boon D.,<br />

Francia 2008*<br />

Questioni complesse<br />

come le differenze culturali<br />

possono essere<br />

tematizzate nei loro<br />

risvolti critici senza<br />

necessariamente affondare<br />

la lama nel cuore del pessimismo e<br />

dell’allarmismo.<br />

Il film che vi propongo sorride sotto i baffi<br />

del pregiudizio e porta la visuale verso piste<br />

aperte alla differenza interculturale (e ai<br />

suoi disturbi) senza troppo affanno.<br />

Anzi, si potrebbe tranquillamente dire che il<br />

carico della questione affrontata – la discriminazione<br />

socio-culturale – è inversamente proporzionale<br />

alla leggerezza della sua forma.<br />

Il titolo ci dice già tutto: “Giù al nord” è<br />

un’indicazione geografica del tutto paradossale,<br />

indica la compenetrazione logicamente<br />

impossibile di due concetti. Così<br />

come paradossale è l’atteggiamento sprezzante<br />

che la maggioranza delle popolazioni<br />

residenti al nord del mondo esibiscono<br />

verso le popolazioni di quasi tutto il sud<br />

del mondo. Qui nel titolo, però, c’è un ulteriore<br />

paradosso perché topograficamente<br />

il nord sta sopra, sta in alto rispetto al<br />

centro della terra, non in basso. A meno<br />

che non si faccia un giro in Francia, regione<br />

che fa da scenario a questo film e che<br />

ci mostra un punto di vista ribaltato: da<br />

quelle parti il nord è sottostimato, si trova<br />

ai piani bassi nella classifica dei valori della<br />

popolazione francese, ovvero sono quelli<br />

del sud a disdegnare gli abitanti del nord.<br />

La gente al sud è chic, benestante, istruita e<br />

si gode il caldo; la gente al nord è volgare,<br />

fannullona, triste e soffre il gelo. Quindi

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