...erranze ...migrazioni - Pedagogika
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<strong>Pedagogika</strong>.it/2010/XIV_1/cultura/scelti_per_voi<br />
110<br />
va, proponendo una nuova ricerca maschile,<br />
che da lì, dalla riflessione sulla violenza,<br />
era nata anni prima, ma era ancora largamente<br />
sconosciuta. Dalle loro parole io e<br />
le altre, il pubblico era naturalmente quasi<br />
tutto femminile, ci attendevamo condanna<br />
e presa di distanza dai ‘violenti’, Stefano<br />
e Sandro indicavano invece un percorso<br />
non contro ‘quel’ maschile, ma ‘nel’ maschile,<br />
all’interno di una storia collettiva<br />
del proprio genere, e della propria storia<br />
singolare di uomo. Parole quindi che non<br />
proponevano l’atteggiamento indignato di<br />
chi segna i confini tra buoni e cattivi, ma<br />
piuttosto la necessità di ritrovare in queste<br />
due storie, quella plurale e quella singolare,<br />
le radici della violenza, le culture che<br />
l’hanno generata e generano, e che vivono,<br />
contribuiscono a formare la soggettività di<br />
ogni uomo, anche di colui che considera<br />
suo compito, impegno personale e politico,<br />
denunciarla e combatterla.<br />
Una posizione che mi aveva colpito, tanto<br />
da spingermi a superare una certa ritrosia,<br />
ad avvicinarmi per conoscerli questi due<br />
uomini, che usavano parole che in me risuonavano<br />
vicine al lessico della ricerca femminista<br />
e che pure sembravano così ‘strane’<br />
pronunciate da labbra maschili, incarnate<br />
nelle loro storie, nei loro corpi. Strane e suscitatrici<br />
di sentimenti, in me e forse anche<br />
in altre donne, contraddittori e ambigui: il<br />
piacere, il desiderio di crederci e la diffidenza<br />
o, nel migliore dei casi, la sospensione<br />
del giudizio, in attesa di ulteriori prove di<br />
autenticità. Poi negli anni siamo diventati<br />
amici, abbiamo fatto alcuni percorsi comuni,<br />
ci ritroviamo spesso con Stefano come<br />
relatrice e relatore in occasioni pubbliche,<br />
in momenti formativi.<br />
Risento dunque la sua voce in questo libro,<br />
un libro intelligente, denso, onesto,<br />
che non si sottrae mai, neppure nelle que-<br />
stioni più ardue, alla complessità che vive e<br />
informa le nuove ricerche maschili, la loro<br />
pluralità e diversità anche interna, e l’intreccio<br />
con le nostre ricerche, col pensiero<br />
di molte donne e col nostro stesso differire<br />
tra noi. Non si sottrae a quella complessità,<br />
e radicalità, che riguarda ogni percorso,<br />
personale o collettivo, che si nomini come<br />
sessuato; eppure riesce con un linguaggio<br />
rigoroso ma semplice, analitico ma con<br />
continui riferimenti al proprio sé, a praticare<br />
quel rigore etico, oltre che discorsivo,<br />
che nasce dal partire da sé e saper tornare<br />
a sé. Così, all’interno di questa complessità<br />
presenta alcune possibili direzioni di cammino<br />
e, al contempo, il rinascere continuo<br />
di nuove interrogazioni.<br />
Il libro percorre la storia di quel genere che<br />
si è nominato, e si è creduto, universale e<br />
rappresentativo di tutta l’umanità, la storia<br />
di un’esperienza che ha strutturato e struttura<br />
il maschile e a un tempo “lo esprime e<br />
lo tradisce”, “lo nega e lo rappresenta”, “un<br />
sistema che ha plasmato i nostri corpi e le nostre<br />
emozioni e tradisce la possibile espressione<br />
della singolare soggettività di ogni uomo”<br />
(p.194). Occorre ora che questo percorso<br />
venga intrapreso a ritroso a partire “da un<br />
atto di rottura col maschile, di diffidenza nei<br />
confronti della storia del proprio genere e con<br />
le forme che questo ha assunto nei comportamenti<br />
concreti e nelle parole degli uomini”,<br />
ma vi è anche la necessità di esprimere<br />
“una grande capacità di ascolto della condizione<br />
maschile e della sua sofferenza, senza<br />
concessioni ma senza distanze” (p.233). Ed<br />
è “proprio nella ridefinizione critica della<br />
polarità tra natura maschile e maschilità storicamente<br />
e socialmente determinata (che) si<br />
sviluppa il nostro tentativo di decostruire e<br />
rideterminare un’identità maschile. Riconoscere<br />
un universo maschile comune non rimovibile<br />
ma del quale assumere responsabi-