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...erranze ...migrazioni - Pedagogika

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libri<br />

<strong>Pedagogika</strong>.it/2010/XIV_1/cultura<br />

106<br />

Scelti per voi<br />

a cura di Ambrogio Cozzi<br />

Claudia Mancina<br />

La laicità al tempo<br />

della bioetica<br />

Il Mulino, Bologna 2009,<br />

pp. 156, € 14,00<br />

Il termine bioetica è<br />

entrato nel linguaggio<br />

comune da quando alcuni<br />

passaggi dell’esistenza<br />

sono stati prolungati<br />

o resi manipolabili dall’intervento<br />

umano assistito dalla scienza.<br />

La premessa era necessaria per rendere<br />

conto di come mai oggi il dibattito su<br />

questi temi sia divenuto centrale e, purtroppo,<br />

a volte incomprensibile (si pensi<br />

alla formulazione del referendum sulle<br />

cellule staminali tanto per fare un esempio<br />

che tutti conoscono). Il dibattito si è<br />

spesso trasformato in scontro tra una ragione<br />

scientista e un approccio religioso,<br />

dove i primi vengono identificati come<br />

progressisti e i secondi come conservatori<br />

codini. Non è questo lo spazio per rintracciare<br />

il filo di questo scontro, per evidenziare<br />

le cogenti assunzioni di fede che<br />

dilagano in entrambi gli schieramenti, ma<br />

varrebbe la pena di cercare di evidenziare<br />

il depotenziamento della tragicità presente<br />

in entrambi gli approcci.<br />

Il testo di Claudia Mancina si sottrae a<br />

questa dicotomia laico/religioso, rivendicando<br />

però la necessità e opportunità<br />

di intervenire in questi campi che non<br />

possono essere sottratti alle decisioni<br />

pubbliche “La medicina, l’attività di riabilitazione,<br />

l’assistenza data ai malati e<br />

agli infortunati, ha ormai una componente<br />

tecnica di dimensioni tali da non poter più<br />

essere considerata come una protesi neutra<br />

dei processi naturali”.<br />

Il problema diviene allora, in questa prospettiva,<br />

di “come “ legiferare. Mancina<br />

scrive che bisogna “.. fare riferimento a quelli<br />

che sono i valori fondamentali della democrazia<br />

liberale, che sono la libertà, l’uguaglianza,<br />

il rispetto.”<br />

Ci pare interessante questo richiamo al rispetto,<br />

a qualcosa che presuppone il riconoscimento<br />

dell’altro, che può essere determinante<br />

come prerequisito della socialità,<br />

come elemento indispensabile che la precede<br />

ma non la esaurisce.<br />

Il richiamo a modelli di convivenza possibili,<br />

mutevoli nel tempo, per poter cogliere<br />

la portata di interrogativi nuovi,<br />

senza fissarsi in scelte ferme nel tempo,<br />

indica possibili vie di convivenza e di presa<br />

di decisione che appunto includano il<br />

rispetto dell’altro, sappiano ricercare le<br />

radici della convivenza comune. La contrapposizione<br />

laico/religioso viene cosi a<br />

perdere la valenza a priori, ci si può riconoscere<br />

nei comuni diritti di convivenza<br />

come cittadinanza.<br />

“Senza dubbio, praticare la ragione pubblica<br />

non è mai facile, neppure nella migliore delle<br />

democrazie; tanto più è difficile in circostanze<br />

storiche in cui il legame di cittadinanza si<br />

indebolisce. Ma non c’è una strada più facile<br />

o migliore.” Non si tratta di perseguire sintesi<br />

bonarie o relativistiche ma di “attingere<br />

alla ricchezza simbolica delle tradizioni religiose,<br />

ai loro contenuti, nella misura in cui<br />

questi rispettino i criteri della ragionevolezza<br />

e della reciprocità e possano poi tradursi pubblicamente”.<br />

A.Cozzi

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