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...erranze ...migrazioni - Pedagogika

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<strong>Pedagogika</strong>.it/2010/XIV_1/cultura<br />

Angelo Villa<br />

102<br />

A due Voci<br />

E chi diavolo sarà mai l’abominevole<br />

dottor Dappertutto che continua a far<br />

paura a una donna sola, protetta e segregata<br />

dietro le spesse mura delle patrie<br />

galere? Chi è quest’uomo che, per quanto<br />

difetti di originalità, le fa pervenire<br />

in carcere una copia de La storia della<br />

colonna infame di Manzoni? Non so se<br />

ho ben capito, per quel che riesco a desumerne,<br />

mi pare che tale figura alluda<br />

a quella di Armando Verdiglione, psicoanalista<br />

“à la mode” negli anni settanta,<br />

delle cui vicende ha finito per occuparsi<br />

la magistratura, non senza grande clamore<br />

mediatico.<br />

Non ho mai conosciuto di persona<br />

l’Armando. Di sicuro, tuttavia, non se<br />

ne può misconoscere<br />

il ruolo di creativo<br />

operatore culturale<br />

che rivestì in quegli<br />

anni specie a Milano.<br />

Lacan (sic!) lo indicò,<br />

assieme ad altri due<br />

psicoanalisti, come<br />

un elemento chiave<br />

sul quale poter contare<br />

per diffondere il<br />

suo verbo in Italia. Le<br />

tristi e drammatiche<br />

esperienze che, tuttavia,<br />

vi fecero seguito<br />

assestarono un duro<br />

colpo all’immagine di<br />

quel lacanismo di cui<br />

Verdiglione incarnava<br />

la versione più suggestiva<br />

e confusionaria,<br />

disinvolta e militante<br />

Il libro di Giuliana Sangalli ci permette<br />

di riaprire, a distanza di anni, una riflessione<br />

sul processo Verdiglione.<br />

Anzitutto il testo è scritto “dall’interno<br />

del processo”, infatti l’autrice ha subito<br />

in quel processo una condanna, abbiamo<br />

quindi una testimonianza interna a<br />

quel che accadeva.<br />

Conviene soffermarsi su questo aspetto,<br />

poiché le cronache dell’epoca erano<br />

tutte “esterne”, si soffermavano su alcuni<br />

aspetti appariscenti, su particolari<br />

secondari, che vengono in parte riportati<br />

nel testo, soprattutto per quel che<br />

riguardavano l’autrice. Leggere oggi il<br />

testo suscita un effetto di spaesamento,<br />

costringe a riflettere su chi erano i<br />

soggetti coinvolti,<br />

quali legami stavano<br />

alla base di quel<br />

gruppo di lavoro,<br />

quanto pesante e<br />

pervasiva fosse la<br />

figura del dottor<br />

Dappertutto, dove<br />

il nome dappertutto<br />

non rimanda solo a<br />

una dimensione di<br />

luogo, ma soprattutto<br />

alla dimensione<br />

temporale, quasi<br />

che la figura inseguisse<br />

l’autrice nel<br />

Giuliana Sangalli<br />

Bocche di lupo<br />

Poiesis, Alberobello 2009<br />

pp. 78, € 12,00<br />

tempo, nei tempi<br />

successivi alla rottura<br />

del legame.<br />

Se il Dappertutto<br />

del nome rinvia ad<br />

una dimensione<br />

Ambrogio Cozzi

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