...erranze ...migrazioni - Pedagogika
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<strong>Pedagogika</strong>.it/2010/XIV_1/cultura/a_due_voci<br />
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zioni terapeutiche o educative possono<br />
prendere. Si pensi, ad esempio, anche<br />
al film di Faenza sul rapporto tra Jung e<br />
Sabina Spielrein. Un romanticismo tragico<br />
pareva abitare simili storie. La gente<br />
si appassiona e non è detto che qualcuno<br />
intraprenda un cammino analitico<br />
nella segreta speranza di poter vivere<br />
un’esperienza analoga. Più duro, invece,<br />
supporre che il transfert sia la prima e la<br />
più profonda delle prigioni, la schiavitù<br />
volontaria inseguita e ricercata, masochisticamente.<br />
Se l’analista, il padrone,<br />
il boss, come diavolo chiamarlo?, diventa<br />
il dottor Dappertutto, vuol dire che<br />
l’immaginazione paranoica prende concretezza.<br />
E’ realtà, non più sogno. Ciao<br />
ciao romanticismo, siamo nella persecuzione.<br />
San Vittore è già lì, anche senza le<br />
sbarre. Una cura che doveva aiutare una<br />
persona sofferente si è trasformata in un<br />
inferno. Ben più facile uscire da un sintomo<br />
che da quell’inferno. Come fare?<br />
Chiudere con tutto? Si può, certo. Ma a<br />
quale prezzo? Curiosamente, il problema<br />
riguarda sia i pazienti che i loro terapeuti<br />
nella misura in cui gli stessi dipendono<br />
emotivamente e intellettualmente dal leaderino<br />
di turno, il signor Nessuno che<br />
il gruppo ha elevato a suo dio personale.<br />
Ecco, in fondo, il peccato, il peccato più<br />
grave che il transfert può indurre, quello<br />
dell’idolatria. L’adorazione dell’altro,<br />
la sua stupida beatificazione. Confesso<br />
che quel che ho visto e continuo a vedere<br />
in ambiti psicoanalitici, quelli che<br />
dovrebbero essere più vaccinati a riguardo,<br />
fa talmente segno di una religiosità<br />
acefala e morbosa, totalmente acritica<br />
che raramente mi è capitato di incontrare<br />
all’esterno, quanto meno in quelle<br />
dimensioni.<br />
Di chi è la colpa? Non è così sempli-<br />
ticato” o abbandonato in campo psicoanalitico.<br />
Il tema è quello della natura<br />
del legame sociale, della struttura e delle<br />
storture dello stesso. Il laboratorio al<br />
quale applicare questa lente è quello dei<br />
legami sociali all’interno delle società<br />
psicoanalitiche dove la perversione del<br />
transfert lavora e dove l’interrogazione<br />
sulla risoluzione dei legami transferali<br />
non dovrebbe assolutamente essere<br />
messa in subordine ad altri temi, anzi<br />
potrebbe divenire l’occasione per capirne<br />
qualcosa di più sui legami sociali.<br />
Silvia Vegetti Finzi nella sua Storia della<br />
psicoanalisi, verso la fine, parlando di<br />
Victor Tausk, scriveva che sarebbe necessario<br />
riscrivere una storia della psicoanalisi<br />
interrogandosi sulle vittime, su<br />
coloro che sono stati costretti al silenzio<br />
o hanno preferito togliersi di mezzo.<br />
Sarebbe un’angolatura particolare<br />
sicuramente interessante, occorrerebbe<br />
avere l’onestà scientifica e gli strumenti<br />
per evitare di leggere tutto in termini<br />
scandalistici o riducendo tutto a dimensioni<br />
puramente personali tralasciando<br />
gli aspetti interpersonali, i rapporti tra<br />
maestri e allievi, i percorsi che si intraprendono<br />
o che sono stati intrapresi per<br />
sancire l’appartenenza ad una data società<br />
(non solo psicoanalitica).<br />
Il testo certo non affronta questi temi, è<br />
però uno strumento possibile per andare<br />
in questa direzione, occorre solo avere<br />
un desiderio di capirne qualcosa, un<br />
desiderio che nasca dalla consapevolezza<br />
di assenza di immunità, che il passato<br />
non risolto, non passato, proietta coni<br />
d’ombra sul presente, rischiando di ritornare<br />
e ripetersi, cogliere che “sebbene<br />
ci crediamo assolti siamo per sempre<br />
coinvolti”. Quale tema può avere una<br />
maggiore pertinenza analitica?