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Comunicare fisica.07 - proceedings alta risoluzione

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Il dialogo tra il nuovo insegnante di matematica di nome Michele e gli studenti è tratto dal film Bianca di Nanni<br />

Moretti, del 1983.[4] Moretti vi impersonava l’insegnante alle prese con la difficoltà di trattare la matematica in<br />

modo meno pedante e noioso, di affrontare in particolare le possibili relazioni tra matematica e arte. Un docente<br />

che soffre della mancanza di ordine e armonia che regna nel mondo degli uomini, che vorrebbe che tutto<br />

funzionasse come in matematica, in modo preciso, razionale, conseguente.<br />

Nell’immaginario collettivo l’idea del matematico viene spesso associata al binomio genio e sregolatezza: genio,<br />

perché chiunque si occupi di matematica deve essere un genio; sregolatezza, perché per occuparsi di cose simili<br />

bisogna non avere tutte le rotelle a posto. È chiaro che un ruolo privilegiato i matematici lo possono avere nella<br />

<strong>risoluzione</strong> di enigmi complicati, quindi nel ruolo di investigatori; allo stesso modo i matematici possono essere<br />

credibili nel ruolo di criminali che utilizzano le loro capacità per sfuggire alle indagini.<br />

È stato pubblicato dalla Springer un vasto studio su Matematica e cinema [5] ampliato nella edizione inglese.<br />

Il tema è stato poi ripreso nel volume Visibili armonie [6] ed è in fase di realizzazione un nuovo volume su<br />

matematica e cinema. Ecco alcuni esempi di film in cui compaiono matematici.<br />

2 Matematici e cinema<br />

Negli anni sessanta l’attrice francese Brigitte Bardot era all’apice del successo. Nel 1965 venne fatto un film<br />

che si intitolava semplicemente Dear Brigitte [7] e naturalmente tutti capivano all’istante di chi si trattasse. Era<br />

un film americano interpretato da James Stewart e la Bardot impersonava se stessa. Era l’oggetto dei sogni<br />

del ragazzino figlio di Stewart nel film. Stewart era invece un poeta ed insegnante di letteratura inglese in una<br />

università degli USA. Era in perenne conflitto con gli scienziati della sua università e considerava arida e poco<br />

formativa la cultura scientifica e matematica in particolare. Un giorno nella casa scoppia la tragedia. Il figlio che<br />

frequenta le scuole elementari è un genio della matematica. O meglio è un ragazzo che ha una grande capacità<br />

di fare calcoli a mente. La sua insegnante scopre per caso questa grande abilità del ragazzo e tutta contenta va a<br />

trovare i genitori. Alla affermazione della insegnante che il figlio è un prodigio della matematica, il padre Stewart<br />

sbianca in volto, mette una mano sulla spalla della madre per confortarla. Quindi, uscita l’insegnante, si mette a<br />

parlare con il figlio, pregandolo di non dire a nessuno di questa sua capacità, fonte di tanti guai, soprattutto del<br />

fatto che passando per strada la gente griderà all’indirizzo del figlio “Quello è un matematico”, frase che Stewart<br />

pronunzia con disgusto, commentando “Noi non vorremmo mai che accadesse qualcosa del genere!”.<br />

Da allora l’atteggiamento verso la matematica e i matematici. Alla fine del 2004 è uscito nelle sale il film Proof<br />

tratto dall’omonima commedia (o dramma) di David Auburn. [8] Un testo teatrale che ha vinto tutti i premi<br />

importanti per il teatro negli USA. Al cinema lo hanno interpretato (i personaggi in totale sono quattro) Gwyneth<br />

Paltrow e Anthony Hopkins. Una storia di pazzia e genialità, di solitudine e di sregolatezza. In cui la genialità<br />

matematica emerge quasi per caso e senza sforzo ma sembra in ogni caso indissolubilmente legata ad alcune<br />

forme di disagio comportamentale. È ispirato alla lontana alla vita di John Nash la storia. Anche se c’è un<br />

accenno alla dimostrazione dell’ultimo teorema di Fermat e forse alla ipotesi di Riemann. La fortuna del lavoro<br />

teatrale Proof è di essere arrivato al momento giusto. Ovviamente conta anche la grande abilità dello scrittore<br />

che sino al 2000 era un giovane talento poco conosciuto del teatro Nord Americano. La vera esplosione a teatro<br />

di storie legate ai matematici si è avuta nel 2000 e nel 2001. Nel 2000 (forse perché era l’anno mondiale della<br />

matematica?) erano contemporaneamente in scena a New York, nei teatri a Broadway o off-broadway diversi<br />

spettacoli in cui i protagonisti erano dei matematici. Il The New York Times del 2 giugno 2000 ha dedicato due<br />

intere pagine del supplemento spettacoli al tema Science Finding a home Onstage (La scienza sta trovando casa<br />

sulla scena). L’autore dell’articolo Bruce Webern formulava la previsione che uno degli spettacoli in scena off-<br />

Brodway Proof (dimostrazione) fosse candidato ad un grande successo. Auburn ha confessato che non andava<br />

molto bene in matematica ma che oggi che viviamo in un’era tecnologica, in cui la tecnologia stessa produce<br />

tanti drammi, forse la divisione della due culture si sta frantumando.”<br />

Un esempio di un recente film italiano, uscito nel 2004. Dopo il successo di critica al festival di Berlino un piccolo<br />

film italiano, piccolo nel senso della produzione, realizzato a spese del regista, con una camera digitale e poi<br />

riversato in pellicola.<br />

Lei: “Grazie a Fibonacci”. L’amica: “Un altro ancora?” Le due ragazze stanno parlando di ragazzi. La prima è<br />

innamorata di due, Martino e l’Angelo, e ha pensato di tenerseli entrambi. L’altra, che è innamorata dell’Angelo,<br />

sentendo l’amica parlare di Fibonacci, già invidiosa che l’altra ha due uomini e lei nessuno, pensa che si tratti<br />

ancora di un altro amante. Il dialogo citato è tratto dal film italiano “Dopo mezzanotte”, soggetto, sceneggiatura<br />

e regia di Davide Ferrario.[9] [10] Un film divertente, ben costruito, con dei personaggi a loro agio, con dei<br />

dialoghi e un’ambientazione, il museo del cinema di Torino, che funzionano molto bene. Un film sul cinema,<br />

anche, con un omaggio a Buster Keaton. A riprova che gli autori italiani hanno ripreso a saper fare delle<br />

commedie.<br />

Che c’entra Fibonacci? O meglio i numeri che Fibonacci scoprì nella crescita dei conigli, Leonardo da Vinci nella<br />

disposizione delle foglie sulle piante?<br />

9 COMUNICARE FISICA.07<br />

TRIESTE 1/6 OTTOBRE 2007

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