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Comunicare fisica.07 - proceedings alta risoluzione

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delle particelle o dell’astrofisica, spesso non hanno risvolti pratici, ma culturali. In questo caso la ricerca ha la<br />

stessa valenza di un lavoro artistico o letterario, ed acquista anche valore sociale solo se viene adeguatamente<br />

divulgata [1].<br />

Se gli scienziati riescono ad esporre correttamente il loro lavoro, spiegandone chiaramente l’importanza e la<br />

valenza –pratica o anche solamente culturale– possono sperare di ottenere approvazione sociale e quindi la<br />

loro soddisfazione personale ed un adeguato supporto finanziario da parte della classe politica. Inoltre possono<br />

creare interesse collettivo sui problemi che studiano ed avvicinare i giovani alla scienza e alla ricerca, favorendo<br />

così un ricambio generazionale che è fondamentale per il nuovo apporto di creatività ed energia.<br />

La banalizzazione dei risultati scientifici è sempre lesiva di questi obiettivi. La falsa illusione che la ricerca sia<br />

«semplice» sminuisce i protagonisti di grandi imprese scientifiche e culturali, rende il loro lavoro indegno di<br />

essere sostenuto e scoraggia i giovani, e in particolare<br />

la banalizzazione del contesto e dei risultati annulla la possibilità di comprendere veramente la natura del<br />

problema scientifico e della sua eventuale soluzione [2].<br />

la passione dei giovani più bravi non viene spesa su un terreno sterile (quando il problema è troppo semplice non<br />

c’è sfida, quindi non vale la pena di lavorare su un campo già bruciato [3]) .<br />

la scelta degli argomenti viene artificialmente limitata, perché ciò che è troppo complicato per rientrare nello<br />

schema della banalizzazione viene semplicemente rifiutato, alcune ricerche non superano mai questo filtro che<br />

le allontana dalla società.<br />

per contro, gli argomenti più facili da spiegare vengono raccontati troppo frequentemente, generando così una<br />

visione profondamente distorta della scienza.<br />

anche i fenomeni più inconsueti trovano molto spazio nella divulgazione banalizzata, dando così l’impressione<br />

che la scienza vada a caccia di mostri e fantasmi.<br />

la scelta di argomenti banali e di fatti strani porta ad una visione falsata della conoscenza scientifica e rafforza<br />

nel pubblico l’idea che la scienza sia generalmente un gioco per adulti, e che la vera ricerca si giustifichi solo<br />

sulla base delle sue applicazioni.<br />

la divulgazione semplicistica non riesce in realtà neppure a raggiungere il suo scopo spesso dichiarato –quello<br />

di avvicinare la scienza alla gente– perché con le sue distorsioni non è in grado di produrre maggiore supporto<br />

sociale e finanziamento pubblico; anzi spesso ottiene il risultato di mettere in ridicolo i protagonisti di lavori seri<br />

ed importanti.<br />

3 Conclusioni<br />

La divulgazione scientifica non può essere vista in modo unitario. I diversi attori hanno scopi e finalità diverse.<br />

In particolare, è importante che gli scienziati non seguano passivamente la divulgazione commerciale ma<br />

perseguano indipendentemente i loro scopi, cercando di avere sempre chiari in mente gli obiettivi, che spesso<br />

divergono da quelli dell’industria editoriale.<br />

Per fortuna questo non accade sempre, ed esistono ottimi esempi di collaborazioni di successo tra scienziati ed<br />

industria editoriale nell’ambito della divulgazione. I libri di Martin Gardner sui giochi matematici sono sempre<br />

molto profondi e ricchi di tematiche che spaziano dalla filosofia alla fisica, nell’ambito di un ricco tessuto<br />

matematico [4]. Un’altro esempio di ottima divulgazione, divertente, ma profonda e appassionata, è la serie<br />

di libri su Mr. Tompkins scritta da George Gamow [5]. In Italia i libri autobiografici di Margherita Hack sono un<br />

ottimo esempio di come si possa raccontare la scienza e la vita degli scienziati senza la paura di non trovare<br />

lettori [6].<br />

Purtroppo nell’era di LHC e di altre colossali imprese scientifiche è facile mettere l’accento sugli aspetti più<br />

spettacolari e folkloristici della grande ricerca internazionale, ma bisogna avere la forza morale e il coraggio di<br />

spiegare approfonditamente i grandi temi culturali che stimolano queste ricerche [7].<br />

21 COMUNICARE FISICA.07<br />

TRIESTE 1/6 OTTOBRE 2007

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