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CAPITOLO 3 – TEMPO E SUA MISURA<br />
La figura 3.16 riporta la curva che dà la differenza tra il tempo delle effemeridi<br />
e quello universale uniforme provvisorio (ET-UT2); si noti che dal<br />
1900 questa differenza è continuamente crescente.<br />
3.12 - <strong>Tempo</strong> Atomico e <strong>Tempo</strong> Universale Coordinato.<br />
Fino al 1956 il secondo di tempo era considerato quale 86400 ma parte del<br />
giorno solare medio; da allora e fino al 1967 fu assunta quale <strong>sua</strong> durata la<br />
31556925,9747 ma di quella dell'anno tropico all'epoca 1900.0 ossia le Tm =<br />
12 h del 1899.<br />
Dal 1967 il secondo fu definito in termini di frequenza di radiazione emessa<br />
da un atomo di Cesio, introducendo così il <strong>Tempo</strong> Atomico. Il secondo<br />
nel Sistema Internazionale delle unità (SI) è dato dalla durata di<br />
9192631770 periodi della radiazione corrispondente alla transizione dal livello<br />
iperfino F=4, M=0 al livello iperfino F=3, M=0 dello stadio fondamentale<br />
dell'atomo di Cesio 133.<br />
Dispositivi elettronici associati ad un orologio atomico contano le oscillazioni<br />
ed in definitiva la lunghezza del secondo può essere determinata accuratamente<br />
in meno di 1 minuto con precisione dell'ordine di 10 -13 10 -14 .<br />
Sulla base delle indicazioni di più orologi atomici dislocati nelle varie<br />
parti del mondo, il già citato Bureau International de l'Heure di Parigi, mediando<br />
le informazioni ricevute, definisce la scala di tempo Atomico Internazionale<br />
(TAI).<br />
Nasce così il problema di dar luogo ad una scala di tempo legata da una<br />
parte al TAI, per le esigenze di precisione della ricerca scientifica, e dall'altra<br />
al tempo universale UT, per le esigenze della vita pratica legata al susseguirsi<br />
del giorno e della notte.<br />
Considerato che fra UT e TAI non può sussistere alcuna relazione teorica<br />
perché il primo è funzione della posizione della Terra nel suo moto di rotazione<br />
ed il secondo non ha origine astronomica, la differenza fra questi<br />
tempi è dunque del tutto imprevedibile e la si può conoscere solamente a<br />
posteriori in seguito ad osservazioni astronomiche.<br />
Per realizzare il compromesso tra i diversi utenti del tempo dall'ottobre<br />
del 1971, è stata introdotta nell'uso pratico una nuova scala di tempo il<br />
<strong>Tempo</strong> Universale Coordinato (TUC o UTC).