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Scarica - Centro Terapia Cognitiva

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di competenza personale. Si tratta di genitori che attribuiscono<br />

una particolare importanza al successo e al prestigio personale, soprattutto<br />

quando è ottenuto con grande fatica e lottando contro le<br />

diffi coltà. Secondo Guidano (1988) questi modelli di attaccamento<br />

sono piuttosto frequenti nelle esperienze di sviluppo dei soggetti<br />

con organizzazione cognitiva di tipo depressivo.<br />

Frequenti sono anche le esperienze di attaccamento invertito in<br />

cui il bambino è costretto dal genitore a prendersi cura dello stesso<br />

che parimenti lo accusa continuamente di non essere degno del<br />

suo affetto. In quest’ultimo caso l’adesione del bambino a norme<br />

rigidamente stabilite è ottenuta tramite un atteggiamento più<br />

o meno costante di rifi uto e di distacco emotivo mentre nel caso<br />

precedente lo stesso fi ne è raggiunto con un uso alternato di induzione<br />

di responsabilità e minacce di abbandono. Secondo Guidano<br />

(1988) entrambe queste modalità rientrano nella più ampia categoria<br />

del “controllo parentale privo di affetto” ed in entrambi i<br />

casi “la strutturazione di un senso di perdita e di solitudine appare<br />

intrinsecamente connessa al senso della propria inadeguatezza e<br />

scarsa amabilità”.<br />

Anche Reda (1986) parla di “reciprocità invertita” e di “autonomia<br />

forzata” con sensazione di fatica e di immagine di sé di un<br />

bambino che da solo si impegna in funzione degli altri.<br />

Secondo Ruberti (1996) il meccanismo di genesi di gran lunga più<br />

probabile nello sviluppo di questo tipo di organizzazione cognitiva<br />

poggia le sue basi in una relazione di attaccamento di tipo evitante,<br />

ovvero in situazioni in cui “le richieste di vicinanza e conforto<br />

ottengono con regolarità risposte di non ascolto e di indifferenza,<br />

quando non di infastidito allontanamento o di aperta ostilità”. Si<br />

tratta di esperienze di disattenzione o vero e proprio rifi uto, alle<br />

quali il bambino reagisce con inibizione delle richieste manifeste<br />

di cura e di attenzione, solo perchè questo è l’unico modo che esperisce<br />

possibile per ottenere un minimo di relazione o di vicinanza<br />

potenzialmente protettiva, con la fi gura di attaccamento.<br />

Fra le righe emerge chiaramente che ciò non signifi ca che un pattern<br />

di attaccamento evitante debba necessariamente implicare<br />

un’organizzazione della conoscenza di tipo depressivo con ciò che<br />

ne deriva nei termini dell’attitudine verso di sé e verso la realtà.<br />

Oltre ai motivi citati dagli altri Autori, Ruberti mette l’accento sul<br />

fatto che un attaccamento di tipo evitante può essere anche dovuto<br />

alla non accettazione del proprio ruolo da parte della madre, oppure<br />

è possibile che anche “una madre tendenzialmente affettuosa<br />

e sensibile sia disturbata e ostacolata nelle sue capacità e poten-<br />

12 Scuola di Formazione in Psicoterapia <strong>Cognitiva</strong> - Vol. 2 Anno 2005

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