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Scarica - Centro Terapia Cognitiva

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volta avvertita o come una caratteristica ineluttabile e intrinseca<br />

del proprio sé, per cui l’unico atteggiamento coerente appare<br />

quello autoaccusante e autocolpevolizzante (disperazione) o, in altri<br />

momenti, come qualcosa contro cui si può lottare allo spasimo<br />

(rabbia) nel tentativo di venirne a capo, ricavandone un senso di<br />

effi cienza e competenza personale. Come a dire che se la “colpa”<br />

consiste in qualcosa di negativo in se stessi, il “merito” (riservato<br />

forse a pochi) consiste allora nell’affrontarla e nel superarla e questo<br />

rende l’atteggiamento verso di sé del depresso assolutamente<br />

tipico nel suo oscillare fra il sentirsi condannato ad un destino di<br />

solitudine ed esclusione ed il sentirsi chiamato, attraverso lo sforzo<br />

e l’abnegazione, a una vita di elezione. Tuttavia, dato che l’intero<br />

processo consiste in una dinamica regolazione reciproca tra polarità<br />

emotive antagoniste ma simultaneamente presenti, la disperazione<br />

e la tristezza appaiono sempre più o meno inestricabilmente<br />

connesse con la rabbia”.<br />

L’attitudine verso la realtà secondo Guidano (1988) è condizionata<br />

dalla percezione di un gap fra sé e gli altri (sia che si tratti di ostilità<br />

o di indifferenza), la cui intensità varia in funzione della qualità<br />

e struttura della rabbia che modula l’andamento dei rapporti<br />

interpersonali. Tale gap deriverebbe dall’atteggiamento tenuto nei<br />

rapporti affettivi che in genere produce rifi uti, abbandoni o delusioni;<br />

ciò avverrebbe o tramite un atteggiamento (apparentemente)<br />

distaccato o, al contrario, con una modalità che Bowlby (1980)<br />

ha denominato “accudimento compulsivo” o più frequentemente<br />

con la combinazione di entrambi.<br />

Anche secondo Ruberti (1996) in certi casi “il percorso di vita avviato<br />

dall’esperienza ripetuta di essere tenuto a distanza dalle fi gure<br />

di attaccamento porta ad uno stile relazionale nel quale il tenere<br />

a distanza diventa un modo privilegiato di costruire le relazioni.”<br />

Salvaguardarsi da condanne e abbandoni viene a coincidere con il<br />

diventare attivo costruttore di distanza e separazione.<br />

Lo stesso Autore parla anche delle ricadute sulle capacità di accudimento<br />

di chi privilegia questa traccia organizzativa, che possono<br />

manifestarsi con diverse modalità:<br />

- delega delle funzioni parentali ad altre fi gure,<br />

- rinuncia alla maternità o paternità,<br />

- svalorizzazione dei bisogni di attaccamento del piccolo,<br />

- visione del piccolo come possibile sollievo alle proprie diffi coltà<br />

emotive e relazionali (inversione del rapporto di attaccamento).<br />

Scuola di Formazione in Psicoterapia <strong>Cognitiva</strong> - Vol. 2 Anno 2005<br />

Appunti...<br />

del <strong>Centro</strong><br />

<strong>Terapia</strong><br />

<strong>Cognitiva</strong><br />

19

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