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12 luglio 2008 - VicenzaPiù

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16 economia <strong>12</strong> LUGLIO <strong>2008</strong><br />

DI MARCO ZACCARIA<br />

Questa settimana<br />

desidero<br />

parlarvi di un<br />

concetto che<br />

ritengo essere<br />

interessante e<br />

sui cui penso<br />

sia utile rifl ettere<br />

per capire<br />

da cosa può<br />

essere guidata una scelta di investimento.<br />

Immaginiamo di analizzare<br />

un ipotetico titolo azionario e<br />

che per ipotesi l’andamento di<br />

questo titolo nel tempo sia approssimativamente<br />

orizzontale.<br />

Immaginiamo inoltre di applicare<br />

alla valutazione del titolo<br />

una media mobile (per esempio<br />

una media degli ultimi 5 giorni<br />

che viene aggiornata quindi alla<br />

fi ne di ogni seduta di borsa). La<br />

maggior parte delle case di investimento,<br />

come abbiamo già<br />

spiegato più volte nelle settimane<br />

scorse, consiglia di acquistare<br />

uno specifi co titolo quando<br />

questo dimostra una decisa dinamica<br />

positiva (cioè quando è<br />

già salito di un bel po’), per poi<br />

vendere sulla debolezza (ovvero<br />

quando il titolo è già crollato!) in<br />

base alla convinzione di “puntare<br />

sul cavallo che corre di più”.<br />

Più o meno lo stesso avviene con<br />

il nostro titolo dall’andamento<br />

pressoché piatto. Gli analisti<br />

consiglieranno di comprare<br />

In borsa la pazienza paga: ecco perché è meglio acquistare nei periodi di crisi<br />

e vendere quando le quotazioni volano<br />

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Chi svende poi si pente<br />

Nel grafi co la linea più in basso rappresenta la ricchezza delle famiglie italiane, in mezzo la crescita<br />

ipotetica della ricchezza se avessero tenuto duro durante le fasi di ribasso, quella più in alto rappresenta<br />

la crescita di ricchezza che avrebbero avuto se avessero incrementato l’esposizione in azioni<br />

in fase di forti ribassi<br />

quando la sua quotazione sarà<br />

superiore alla media, partendo<br />

dalla convinzione che la fase di<br />

ribassi sia ormai lontana; e al<br />

contrario andranno a vendere<br />

quando il prezzo sarà inferiore<br />

al prezzo medio, ritenendo conclusa<br />

la fase rialzista. Quello che<br />

chiedo è: se sappiamo che il titolo<br />

ha e, ipotizziamo per facilità,<br />

continuerà ad avere, un andamento<br />

più o meno piatto (molto<br />

vicino quindi al suo valore medio),<br />

perché andare ad acquistare<br />

quando ci troviamo al di sopra<br />

del prezzo medio dello stesso<br />

(media mobile) per vendere al<br />

di sotto del prezzo medio? Una<br />

risposta potrebbe essere quella<br />

di evitare ribassi eccessivi impedendo<br />

agli investitori di perdere<br />

grandi quantitativi di denaro in<br />

fasi economiche diffi cili come<br />

quelle attuali. Un’altra risposta<br />

potrebbe essere che, quando un<br />

titolo inizia a scendere va ad autoalimentarsi<br />

un circolo vizioso<br />

che incute paura nei detentori<br />

del titolo che si sta sgonfi ando<br />

anche se l’azienda è solida esattamente<br />

come qualche settimana<br />

prima (mi riferisco ad esempio<br />

ad alcuni istituti di credito<br />

nostrani). In sostanza, il panico<br />

degli investitori genera ribassi<br />

che portano alcuni titoli a quotazioni<br />

davvero ridicole. Resta<br />

il fatto che la strategia di acquistare<br />

sull’onda dell’entusiasmo<br />

quando le quotazioni sono alte,<br />

e vendere quando stanno precipitando,<br />

nella maggior parte dei<br />

casi si rivela sbagliata: semplifi -<br />

cando, è come dire che acquisto<br />

un’azione quando è in linea con<br />

il suo prezzo medio, e la rivendo<br />

quando è ad un prezzo più basso.<br />

Certo, direte, magari dipende<br />

dalle ipotesi inserite. Invece<br />

ipotizzare un andamento lineare<br />

è l’ipotesi, tra tutte quelle possibili,<br />

più corretta ove applicare i<br />

propri ragionamenti. Infatti, vi<br />

saranno titoli dal trend positivo<br />

e altri dal trend negativo. La<br />

media dei loro andamenti, sarà<br />

all’incirca orizzontale grazie alle<br />

correlazioni inverse dei vari set-<br />

tori industriali (sale il petrolio,<br />

sale Tenaris e scende Fiat).<br />

Investire quindi al di sopra di<br />

una media mobile per disinvestire<br />

al di sotto della stessa è<br />

come andare al casinò e voglio<br />

dimostrarvelo nel modo più<br />

semplice possibile; andate al casinò<br />

e scoprirete che alla roulette<br />

potrete puntare su 38 numeri:<br />

0, 00, e tutti i numeri interi<br />

dall’1 al 36. Se vincete, vincete<br />

36 volte quello<br />

che avete puntato<br />

(meglio 35<br />

volte la vostra<br />

puntata più<br />

quanto avete<br />

puntato). Il<br />

casinò quindi,<br />

su 38 milioni<br />

di puntate (ho<br />

preso un numero<br />

molto grande<br />

per supportare<br />

la mia tesi con<br />

Perché andare<br />

ad acquistare<br />

quanto ci<br />

troviamo al<br />

di sopra del<br />

prezzo medio<br />

del titolo per<br />

vendere al di<br />

sotto?<br />

la statistica che richiede numerosità<br />

di dati elevate), se ne porta<br />

a casa un numero pari a 2 milioni,<br />

cioè quelle che l’insieme<br />

dei clienti perdono tutti messi<br />

assieme. Ci sarà chi vincerà naturalmente,<br />

ma in media si deve<br />

essere consci del fatto che, alla<br />

lunga, come clienti giocatori, si<br />

perde al casinò.<br />

Nei mercati fi nanziari è un po’<br />

la stessa cosa (a patto di parlare<br />

di imprese sane e non in fallimento).<br />

Quando un’impresa<br />

sana vale molto meno del proprio<br />

prezzo medio di un periodo<br />

di un intervallo di tempo considerevole,<br />

prezzo che quindi è<br />

prossimo al valore reale dell’impresa<br />

stessa, e l’impresa rimane<br />

sana e continua a guadagnare i<br />

medesimi utili o, meglio, li aumenta,<br />

è bene aumentare la<br />

propria esposizione su tale impresa.<br />

Allo stesso modo, quando<br />

ci si trova in aree molto al<br />

di sopra del prezzo medio di un<br />

titolo che rimane pur sempre<br />

rappresentativo di un’ottima<br />

impresa, è comunque prudente<br />

alleggerire la propria esposizione<br />

verso quello specifi co titolo.<br />

Questo ragionamento da “uomo<br />

della strada, è lo stesso che fa<br />

Warren Buffett, un signore anziano<br />

che è riuscito a divenire<br />

(a oltre 80 anni) l’uomo più ricco<br />

del mondo. Volete un esempio<br />

del suo ragionamento? Un<br />

anno fa le azioni del gruppo automobilistico<br />

BMW quotavano<br />

oltre i 45 euro al pezzo. Oggi,<br />

valgono sotto i 30 e l’azienda<br />

vende e guadagna di più. Gli<br />

analisti dicono di vendere, Buffett<br />

ha appena confermato di<br />

essere entrato nel capitale della<br />

casa automobilistica dietro<br />

un poderoso acquisto di azioni<br />

BMW in Borsa.<br />

Un altro che ragiona in questo<br />

modo è Pietro Giuliani, fondatore<br />

e leader di Azimut, società<br />

di gestione di patrimo-<br />

ni quotata in Borsa.<br />

Giuliani ha affermato<br />

in una recentissima<br />

intervista pubblicata<br />

che a questi prezzi è<br />

pronto a costruire portafogli<br />

al 100% azionari<br />

(rischiosissimo!). E<br />

sapete da cosa sarebbe<br />

composto questo 100%<br />

di azioni? In gran parte<br />

da istituti di credito<br />

italiani, reduci da un<br />

vero e proprio ingiustifi cato<br />

massacro nei mercati fi nanziari.<br />

Le performance di Giuliani,<br />

in media, sono state sin dalla<br />

fondazione della sua società di<br />

gestione, superiori di oltre un<br />

punto e mezzo al rendimento<br />

dei Bot mentre, in media, le<br />

banche hanno distrutto ricchezza<br />

andando ad offrire rendimenti<br />

un punto e mezzo inferiori<br />

ai Bot! Chi avrà ragione<br />

stavolta? Buffett e Giuliani o i<br />

gestori che hanno in passato<br />

bruciato i risparmi delle famiglie?<br />

Solo il tempo ce lo dirà.

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