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12 luglio 2008 - VicenzaPiù

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7 approfondimenti <strong>12</strong> LUGLIO <strong>2008</strong><br />

L’imprenditore che aveva lanciato la cordata vicentina per l’appalto: “Dobbiamo cambiare i contratti<br />

Altrimenti, se la base si fa, Vicenza non guadagnerà nulla”<br />

La Ederle2 e l’indotto fantasma<br />

“Oltre il danno la beffa”<br />

DI LUCA MATTEAZZI<br />

Un anno e mezzo fa aveva lanciato<br />

l’idea di una cordata vicentina per il<br />

Dal Molin. E aveva invitato tutte le<br />

istituzioni a darsi da fare per assicurare<br />

che, nel caso il progetto della<br />

nuova base andasse avanti, il giro di<br />

affari coinvolgesse anche le imprese e<br />

i lavoratori vicentini. Il suo appello è<br />

caduto nel vuoto, e le cose sono andate<br />

in modo completamente diverso,<br />

con i vicentini tagliati fuori completamente<br />

(o quasi) dall’indotto. Ma<br />

Marco Cozzi non ha perso del tutto<br />

la speranza, e adesso rilancia la sua<br />

proposta. Lui, del resto, gli americani<br />

e il loro modo di operare, li conosce<br />

bene: da anni la sua ditta di trasporti<br />

e traslochi lavora anche per l’esercito<br />

a stelle e strisce, e nel centro di<br />

self-storage che oggi gestisce a Ponte<br />

Alto (in pratica, piccoli magazzini a<br />

disposizione di chi non sa dove lasciare<br />

mobili, carte o qualsiasi altra<br />

cosa), è ammonticchiata una serie<br />

di cassettoni in legno arrivati dalla<br />

Germania: dentro ci sono gli effetti<br />

personali di qualche decina di soldati<br />

americani in arrivo alla Ederle, che<br />

hanno già iniziato a spedire in Italia<br />

le loro cose.<br />

Nemo propheta in patria<br />

Il suo ragionamento, comunque, va<br />

al di là dell’interesse diretto. “Guardi,<br />

a livello di opinione personale, non<br />

sono favorevole all’ampliamento della<br />

base, perché l’impatto è notevole<br />

- spiega -. Come imprenditore potrei<br />

avere dei vantaggi dal Dal Molin, ma<br />

il mio era un invito ad andare oltre<br />

la contrapposizione tra il sì e il no. E<br />

a lavorare insieme per fare in modo<br />

che, nel caso facciano la base, come<br />

pare deciso, la città di Vicenza riesca<br />

almeno ad ottenere qualcosa”. Un<br />

invito rivolto a istituzioni politiche,<br />

imprenditori, associazioni di categoria,<br />

per chiedere al governo di prendere<br />

accordi vincolanti con il governo<br />

americano a favore delle imprese vi-<br />

Tutta un’antologia del possibile<br />

ci è stata squadernata davanti,<br />

sempre declinata rigorosamente<br />

al futuro: vedremo, valuteremo,<br />

discuteremo, sentiremo… e sentiromolo,<br />

avrebbe commentato<br />

mia nonna. La quale, morta alla<br />

tenera età di centocinque anni, di<br />

ballisti in vita sua ne aveva visto<br />

una bella serie. Quando l’amministrazione<br />

di centrodestra è caduta,<br />

quella di centrosinistra che<br />

Marco Cozzi<br />

centine. Che altrimenti rischiavano di<br />

essere tagliate fuori dal giro di affari<br />

collegato alla Ederle 2.<br />

A distanza di una quindicina di mesi<br />

da quell’uscita, le previsioni di Cozzi<br />

si sono puntualmente avverate, anche<br />

se lui non vuole fare la parte del<br />

profeta inascoltato. “Non mi piace<br />

recitare il ruolo di quello che arriva<br />

e dice: ‘Io ve l’avevo detto’ ”. Le cose,<br />

però, sono andate proprio come aveva<br />

temuto.<br />

Il sistema americano<br />

“Il mio ragionamento è semplice<br />

– continua -. Se guardiamo a quanto<br />

è successo negli ultimi trent’anni,<br />

i lavori per gli americani li hanno fatti<br />

sempre le stesse cinque o sei compagnie:<br />

ci sono un gruppo tedesco, un<br />

olandese, e una manciata di aziende<br />

italiane. Questo perché il sistema degli<br />

appalti non funziona come da noi,<br />

con commissioni e sottocommissioni:<br />

lì c’è un signore che è nominato responsabile<br />

di tutta l’opera e che ha in<br />

mano i soldi. Sa porta a termine il suo<br />

compito, può spiccare il volo verso incarichi<br />

più importanti, se fallisce farà<br />

fatica a trovare lavoro anche come<br />

le è succeduta ha voluto aprire la<br />

strada della consultazione popolare.<br />

‘Ma prego – le hanno risposto<br />

– la democrazia è democrazia, ci<br />

mancherebbe altro’. Intanto il ricorso<br />

dei Comitati e del Codacons<br />

al Tar veniva accolto, i lavori venivano<br />

bloccati, il Suo governo ricorreva<br />

a sua volta al Consiglio di<br />

Stato, il Consiglio prometteva un<br />

pronunciamento per fi ne <strong>luglio</strong> o<br />

chissà quando eccetera. Tutto re-<br />

tabaccaio. Per lui conta essere sicuro<br />

di fi nire i lavori senza problemi: per<br />

questo nelle gare di appalto contano<br />

prima di tutto il piano dell’azienda,<br />

cioè le persone che effettivamente<br />

svolgeranno i lavori e il modo in cui<br />

questi saranno eseguiti; poi contano<br />

i lavori già svolti in passato per l’amministrazione<br />

americana; e solo come<br />

terzo punto entra in gioco l’offerta<br />

economica particolarmente vantaggiosa”.<br />

Un sistema affi dabile, a<br />

suo modo, ma che fi nisce<br />

inevitabilmente per<br />

favorire il solito giro di<br />

aziende: chi ha già lavorato<br />

per gli americani e<br />

si è dimostrato capace<br />

di fare quanto richiesto<br />

continuerà a lavorare,<br />

mentre gli altri restano<br />

alla fi nestra. E in cui le<br />

ditte vicentine, fatta eccezione<br />

forse per qualche<br />

grosso nome, hanno ben poche<br />

possibilità di inserirsi.<br />

La proposta di Cozzi, dunque, era<br />

quella di mobilitarsi per chiedere al<br />

governo di inserire, nei contratti con<br />

golare, tutto ‘democratico’. Fino<br />

al Suo ukaze di ieri: nessuno, ha<br />

detto Lei, deve “alimentare false<br />

aspettative sulla possibilità di<br />

rimettere in discussione una decisione<br />

già presa e pertanto irreversibile”.<br />

Ci rivolgiamo dunque<br />

a Lei, Onorevole Berlusconi, ed al<br />

Tempo, che severo La osserva da<br />

quel dipinto, disvelando fanciulle<br />

innocenti e un po’ imbranate. Ce<br />

lo dica, per favore, ditecelo tutti e<br />

La proposta:<br />

chiedere<br />

al governo<br />

di rendere<br />

obbligatorio<br />

l’affi damento<br />

dei lavori<br />

a ditte<br />

vicentine<br />

gli americani, delle clausole vincolanti<br />

che li obbligassero a servirsi di<br />

aziende vicentine. “Come hanno fatto<br />

in Turchia: lì le basi le accettano, ma<br />

per contratto i lavori e le manutenzioni<br />

vanno a ditte turche – insiste<br />

-. Però devono essere i governi ad<br />

accordarsi, altrimenti delle decisioni<br />

del Comune non tiene conto nessuno”.<br />

Un appello caduto nel vuoto.<br />

Perchè nonostante le rassicurazioni,<br />

le parole tranquillizzanti di parlamentari,<br />

ambasciatori e consoli (“Ma<br />

quelli sono mandati qui apposta per<br />

dire che va tutto bene, e che la città<br />

avrà quello che chiede”) le cose sono<br />

andate come tutti sanno: l’appalto è<br />

fi nito alle Coop rosse, con tanti saluti<br />

a chi sperava in un indotto consistente<br />

per la città.<br />

L’indotto fantasma<br />

“In teoria l’indotto c’è, ma l’appalto<br />

alle Coop rosse è la soluzione peggiore,<br />

per noi – continua l’imprenditore<br />

-. Se avessero vinto i tedeschi, per<br />

esempio, che partecipano a queste<br />

gare con aziende che hanno tante<br />

teste pensanti e pochi operai, poi<br />

avrebbero probabilmente subappaltato<br />

tutto o quasi alle ditte del territorio.<br />

Invece ha vinto una cordata<br />

di aziende che ha centinaia di ruspe<br />

e migliaia di operai a<br />

cento chilometri da<br />

qui: non hanno nessun<br />

interesse a subappaltare,<br />

e nemmeno ad<br />

acquistare i materiali<br />

a Vicenza: comprare<br />

il cemento da loro gli<br />

costa uguale che comprarlo<br />

qui. Non solo:<br />

chi costruisce la base<br />

ha una prelazione per<br />

avere la manutenzione<br />

per i primi vent’anni”.<br />

Insomma, l’indotto non lo si vedrà<br />

nemmeno nei prossimi decenni. E il<br />

discorso si potrebbe allargare. Le forniture,<br />

ad esempio. “Arrivano tutte<br />

dagli Stati Uniti: la carne arriva da lì, i<br />

due: qual è la Verità? Che i cittadini<br />

sono padroni di se stessi, che<br />

possono scegliere il proprio futuro<br />

coi mezzi che la legge mette loro<br />

a disposizione? Oppure che, come<br />

al solito, i potenti decidono, poi te<br />

la incartano e te la offrono: se fai<br />

fi nta che sia buona e mandi giù,<br />

bene, altrimenti bene lo stesso?<br />

E’ questa la Verità che a giorni ci<br />

verrà disvelata? Sinceramente e<br />

amaramente, temiamo di sì. Non<br />

mobili arrivano da lì, gli elettrodomestici<br />

lo stesso”. O la logistica: “Anche<br />

qui, ci sono due gruppi stranieri, uno<br />

belga e uno americano, che gestiscono<br />

il grosso delle commesse”. La torta<br />

promessa, a questo punto, si riduce a<br />

ben poco: “I militari che vengono qui<br />

sono professionisti che non hanno<br />

molto tempo per uscire e fare shopping.<br />

Guarda anche adesso chi lavora<br />

con la Ederle: chi ha qualche appartamento<br />

da affi ttare e tre o quattro pizzerie.<br />

Basta. È questo il benessere che<br />

la base dovrebbe portare alla città?”<br />

L’ultima chance<br />

Adesso, però, molte cose sono cambiate.<br />

Il Tar ha bloccato i lavori, il<br />

parlamento è cambiato, e dalle ultime<br />

comunali è uscita una maggioranza<br />

determinata a dare battaglia. Ecco<br />

allora che Cozzi rispolvera la sua proposta,<br />

e rinnova l’appello a sindaco e<br />

istituzioni. Potrebbe essere l’occasione<br />

per rivedere alcune clausole degli<br />

accordi tra Italia e Stati Uniti. E per<br />

provare, se non si riesce a bloccare i<br />

lavori, almeno a garantire che i vicentini<br />

ne siano in qualche modo coinvolti.<br />

“So già che a sentire un discorso<br />

del genere mi diranno che non è la<br />

strada giusta e che lo faccio solo perché<br />

penso ai miei guadagni, ma non<br />

è così – conclude Cozzi -. Se rimane<br />

solo la Ederle a me va benissimo, ma<br />

credo che il progetto sul Dal Molin<br />

andrà avanti, perché ormai Vicenza<br />

è troppo importante nello scacchiere<br />

difensivo americano in Europa. E allora<br />

dobbiamo guardare le cose anche<br />

in questa prospettiva: siamo l’unica<br />

città che ha due basi praticamente<br />

in centro, perché di solito le fanno<br />

a chilometri di distanza, l’impatto è<br />

pesante, le opere di cui si parla come<br />

compensazione, cioè la tangenziale<br />

o la nuova pista dell’aeroporto sono<br />

solo promesse senza basi concrete.<br />

Finora non abbiamo avuto nulla, se<br />

non le rogne, come del resto immaginavamo<br />

tutti. Se andiamo avanti così<br />

alla fi ne pagheremo dazio e basta”.<br />

ce ne stupiamo affatto, per carità:<br />

conosciamo il viver del mondo, e<br />

conosciamo Lei, Onorevole. Solo,<br />

ci permetta un consiglio: la prossima<br />

volta che farà dei lavori a Palazzo<br />

Chigi, faccia dare una mano<br />

di bianco al Tiepolo, e al suo posto<br />

ci metta un’illustrazione da Pinocchio.<br />

Magari quella del Gatto e la<br />

Volpe. Cordialmente.<br />

Giuliano Corà

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