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5 fatti¬izie <strong>12</strong> LUGLIO <strong>2008</strong><br />
DI LUCA MATTEAZZI<br />
Forse qualcuno,<br />
nelle campagne tra<br />
Vicenza e Noventa,<br />
sta cominciando<br />
a pensare di aver<br />
sbagliato qualche<br />
calcolo. O di aver<br />
un po’ sottovalutato<br />
il problema.<br />
A distanza di una<br />
paio di anni dall’avvio dei lavori, i cantieri<br />
per la costruzione della Valdastico<br />
Sud stanno prendendo forma: e l’impatto<br />
sul territorio dei 55 chilometri di<br />
asfalto che collegheranno lo svincolo di<br />
Vicenza Est con il paesino di Canda, nel<br />
rodigino, ad una quindicina di chilometri<br />
dall’A13, sta diventando sempre più<br />
evidente: in mezzo ai campi spuntano<br />
gru e colate di cemento, si preparano le<br />
campate per il ponte di cinquecento metri<br />
che dovrà scavalcare il Bacchiglione,<br />
e vecchie corti rurali vedono avanzare<br />
le ruspe fi no a due passi dall’arco d’ingresso.<br />
30 anni di contestazioni<br />
La storia della Valdastico Sud, e dei tanti<br />
problemi collegati alla sua costruzione,<br />
non è certo nuova. Già negli anni 70,<br />
l’allora Pirubi, cioè l’Autostrada Valdastico<br />
che avrebbe dovuto collegare Rovigo<br />
con Trento veniva bollata come “l’autostrada<br />
più dannosa e inutile d’Italia”<br />
dal giornalista Antonio Cederna sulle<br />
pagine del Corriere della Sera. Una posizione<br />
in gran parte ripresa, negli anni<br />
scorsi, dalle associazioni per la tutela<br />
del paesaggio e dai comitati che hanno<br />
tentato di opporsi al nuovo progetto<br />
dell’autostrada, accusata di essere uno<br />
sfregio ad uno dei pochi territori agricoli<br />
ancora sostanzialmente<br />
intatti della regione. Di<br />
parere opposto, invece,<br />
l’Autostrada Serenissima<br />
(ed è abbastanza ovvio,<br />
se si pensa che buona<br />
parte dei fi nanziamenti<br />
che le arrivano e anche il<br />
rinnovo della concessione<br />
sono legati proprio a<br />
questo progetto), e tutti<br />
gli amministratori locali,<br />
dalla Regione, alla<br />
Provincia, ai comuni interessati:<br />
tutti uniti nel sostenere che la<br />
nuova autostrada è un’occasione di sviluppo<br />
importante per un territorio come<br />
quello del basso vicentino e della bassa<br />
padovana, rimasto un po’ ai margini del<br />
boom economico. “Guardi, io nel basso<br />
vicentino ci sono cresciuta, ed è già sviluppato<br />
– ribatte però Margherita Verlato,<br />
la presidente della sezione del Me-<br />
“C’è un<br />
gruppo di<br />
ville di gran<br />
pregio, in<br />
un contesto<br />
paesaggistico<br />
unico, e si va<br />
a spaccarlo”<br />
I lavori per il prolungamento della Valdastico, considerata strategica per lo sviluppo,<br />
entrano nel vivo. E l’impatto sta diventando sempre più evidente<br />
Il “mostro” nel cortile<br />
A tu per tu con A31 Sud<br />
possiamo dimenticare che Palladio ha<br />
preso ispirazione proprio da questo<br />
paesaggio, e probabilmente da queste<br />
ville”.<br />
Fervono i lavori nei cantieri per il nuovo tratto autostradale e le opere collaterali<br />
Paesaggio palladiano, addio<br />
Al di là delle ville maggiori, quello che<br />
rischia di essere compromesso è proprio<br />
un territorio che, nonostante tutto,<br />
si era conservato fi nora in modo abbastanza<br />
integro. La villa veneta non era<br />
semplicemente un grande palazzo in<br />
mezzo alla campagna, ma un sistema in<br />
cui trovavano una loro funzione precisa<br />
anche barchesse, broli, pescherie e annessi<br />
rurali. “Basta pensare ai complessi<br />
minori – continua Verlato -. Non ci<br />
sono solo le ville: ci sono anche le chiesette,<br />
gli oratori, le colombare, le corti<br />
rurali, che sono altrettanto importanti.<br />
E che sono quelli oggi più a rischio”.<br />
Anche qui gli esempi non mancano: la<br />
pastoreria di villa Grimani, a Colzé, è ad<br />
un centinaio di metri dall’A31 e a una<br />
decina dalla nuova provinciale Grimana;<br />
la chiesetta di San Marco, che era<br />
l’antica parrocchiale del paese scomdio<br />
e Basso vicentino di Italia Nostra, Ville a rischio<br />
ad Albettone, una delle prime e più imparso di Fojascheda, è a 150 metri dalla<br />
l’associazione che forse più di tutte si è Quel che è certo è che l’impatto delportanti architetture del quattrocento strada. E bisogna aggiungere che attor-<br />
battuta contro l’autostrada -. La povertà la nuova autostrada si sta mostrando veneto, che si trova a 500 metri dalla no agli svincoli della futura Valdastico<br />
non c’è, il lavoro non manca: non è vero adesso in tutta la sua evidenza. Per strada e a 160 dal casello. Di villa Dal Sud si stanno già allargando capannoni<br />
che c’è bisogno di nuovo sviluppo. So- anni si è parlato soprattutto di villa Verme di Agugliaro, raro esempio di e aree industriali. “Attorno a Villa Saraprattutto<br />
di uno sviluppo industriale: è Saraceno, la villa palladiana (oggi di villa gotica a 500 metri dall’autostraceno la zona industriale è già arrivata<br />
una questione di scelte. Quella è un’au- proprietà degli inglesi del Landmark da. O ancora del palazzo delle Trombe, ai limiti dell’area vincolata – conclude<br />
tostrada inutile: Rovigo ha già la A13 Trust, che l’hanno risistemata) sfi orata sempre ad Agugliaro, une delle più si- al presidente di Italia Nostra -. Il mio<br />
che la collega al Nord, il Trentino non dal tr acciato della Valdastico e divenugnifi cative fabbriche del periodo pre- timore è che si ripeta qualcosa di si-<br />
vuole la prosecuzione, e noi continuiata il simbolo dei guasti ambientali propalladiano (e in cui ha forse lavorato mile a quello che è successo a Torri di<br />
mo a cementifi care. Si parla di sviluppo dotti dal prolungamento dell’A31 verso proprio il giovane Palladio). “C’è un Quartesolo”. Capannoni al posto delle<br />
sostenibile, ma sostenibile per chi? Qui sud. Ma villa Saraceno, con tutti i suoi gruppo di ville di grande pregio, in un barchesse. Svincoli al posto dei campi<br />
si ragiona come se tutti volessero avere problemi, è forse una di quelle meno contesto paesaggistico unico, e si va a di radicchio rosso. È questo lo sviluppo<br />
il capannone dietro casa”.<br />
toccate: in fondo, l’autostrada corre in spaccarlo – aggiunge Verlato -. E non a cui andiamo incontro?<br />
In effetti sembra essere proprio questo galleria a quasi<br />
il nocciolo della questione: il modello un chilometro di<br />
di futuro verso cui si vuole proiettare la distanza. Nelle<br />
provincia. Da un lato lo osservazioni pre-<br />
sviluppo fatto di strade e sentate da Italia<br />
capannoni che abbiamo Nostra contro il<br />
imparato a conoscere progetto, ci sono<br />
nell’alto e nell’ovest vi- altri 31 beni vincentino<br />
(spesso, guarda colati e tutelati<br />
caso, proliferato attorno che dovranno<br />
ai grandi snodi viari) e fare i conti col<br />
che è stato uno dei traini tracciato della<br />
del fenomeno nordest. Valdastico in<br />
Dall’altro un modello modo anche più<br />
legato alla tutela del ter- pesante. È il caso<br />
ritorio e delle sue specifi - delle ville Catte-<br />
cità che, almeno a parole, lan e Feriani di<br />
tutti sembrano preferire. “Ma io non Colzé, rispetti-<br />
mi fi do più – avverte Verlato -. Come vamente a 680<br />
si fa a parlare di salvaguardia e tutela, e 340 metri dal-<br />
e poi non fare nulla contro un progetto l’asse stradale (e<br />
come questo? Che senso ha usare slo- lo stesso paese di<br />
gan ad effetto come ‘Inventare il futuro Colzé è vicinissi-<br />
guardando il passato’, e non intervenire mo al tracciato).<br />
contro quello che è un massacro del ter- Di villa Erizzo,<br />
ritorio”.<br />
detta Cà Brusà, Villa Feriani, a Colzé, nelle cui immediate vicinanze passa il tracciato della A31