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Sistemi produttivi Crediamo che questo, comunque, sia il modus operandi che ci caratterizza e deve continuare a caratterizzarci: è la strada del dialogo e del confronto, con proposte concrete che possano essere condivise anche dalle nostre controparti. A tal fine, ci stiamo muovendo su vari fronti. Il primo punto, più a carattere interno, è quello di sensibilizzare e formare i professionisti sul piano amministrativo e gestionale, in maniera che siano in grado, come detto anche in precedenza, di affrontare il mercato odierno. All’esterno vogliamo attivare una più stretta collaborazione con le istituzioni, in primis regionali, in maniera da rendere più efficace e agevole la buona riuscita in tempi brevi delle opere pubbliche e private. Infatti, si sono ormai accumulate e sovrapposte norme e procedure non sempre agevoli né per noi professionisti né per i committenti. Le amministrazioni, per esempio, sono in difficoltà nel gestire i lavori pubblici perché, oltre a non avere strutture tecniche Le stesse amministrazioni sono in difficoltà nel gestire i lavori pubblici perché, oltre a non avere strutture tecniche adeguatamente formate, non c’è chiarezza nell’applicazione delle norme statali e regionali e non vi è un ente centrale che possa dare chiarimenti adeguatamente formate, non c’è chiarezza nell’applicazione delle norme statali e regionali e non vi è un ente centrale che possa dare chiarimenti; ci sarebbe quindi la necessità di potenziare un ente come l’Osservatorio regionale sui lavori pubblici, istituito ma poi di fatto abbandonato, che possa fare da collettore delle richieste e da coordinatore delle attività pratiche; naturalmente anche con il supporto di tavoli di lavoro in cui coinvolgere le parti in causa, per le quali il nostro sindacato ha dato la propria disponibilità Si sta, poi, verificando un appesantimento delle procedure burocratiche per la realizzazione delle opere che si traducono in aumento di tempi e costi: si pensi per esempio che il Comune di Udine, appoggiandosi all’Agenzia Provinciale per l’Energia, obbliga alla verifica dei parametri energetici secondo un protocollo, diverso tra l’altro da quello regionale, che richiede l’acquisto di uno specifico software privato; oppure l’entrata in vigore, in assenza del regolamento attuativo, delle nuove norme in materia di verifica antisismica che prevede la verifica obbligatoria da parte di una commissione regionale, ampliata, di tutte le opere, anche le semplici tettoie, in zona ad alta sismicità; la conseguenza sono tempi di attesa di 50 giorni, con obbligo di sondaggi geologici approfonditi e costosi. In tutto questo la posizione del nostro sindacato è sostanzialmente favorevole a un’attività di controllo e coordinamento sui progetti da parte di agenzie ed enti sovraordinati; l’importante è, però, che si vada verso procedure standardizzate e regole chiare, adeguatamente semplificate per i casi più semplici e severe per i casi più complessi, che consentano la realizzazione in sicurezza delle opere in tempi certi e coerenti con le necessità della committenza. Un ultimo punto di attività è la 24 ilFRIULI BUSINESS 24 settembre 2010
L’Università oggi ‘sforna’ molti più laureati rispetto al passato; fra questi lo sbocco alla libera professione è spesso un percorso obbligato non sapendo cos’altro fare 24 settembre 2010 sensibilizzare dell’opinione pubblica sui problemi, come quelli appena esposti, relativi all’ambiente e al costruito e alla realizzazione delle opere, in maniera da formare una sensibilità diffusa e una maggiore consapevolezza della società civile”. - Come è possibile gestire un eventuale eccesso di offerta dei giovani ingegneri e architetti? “Sicuramente l’Università oggi ‘sforna’ molti più laureati rispetto al passato; fra questi lo sbocco alla libera professione è spesso un percorso obbligato non sapendo cos’altro fare: aprire una partita Iva, del resto, non è così difficile; altra cosa è poi affrontare la professione in se. In realtà, gli sbocchi ci sono: innanzitutto servirebbe che vi sia un’azione delle Università, di concerto con gli Ordini, che informino i giovani sulle possibilità di lavoro che offre la società. Infatti, vicino alla libera professione ci sono impieghi nell’industria, nelle imprese di costruzioni, nelle amministrazioni pubbliche; il differenziarsi dei campi di applicazione e specializzazione, poi, sicuramente avvantaggia la differenziazione delle attività e, quindi, l’impiego. Per quanto riguarda specificatamente la libera professione, l’associativismo e il patto intergenerazionale di cui ho parlato aiutano ad assorbire un numero maggiore di laureati. Strutture organizzate, fra l’altro, richiedono figure meno tradizionali, come manager o uffici commerciali, che possono, anzi devono, essere comunque ricoperte da tecnici. L’importante è che i giovani, cioè i neolaureati, abbiano a disposizione adeguati sistemi informativi che li aiutino a capire e ad affrontare i problemi delle varie professioni, in maniera da potersi indirizzare verso quegli ambiti più consoni alle capacità individuali e in linea con le richieste di mercato. Oltre a trovare strutture pronte a riceverli”. ilFRIULI BUSINESS 25
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