C ooperative Pronti allo sviluppo ConfCooperative - Dopo aver giocato <strong>in</strong> Difesa, il sistema è pronto all’attacco Della ripresa, ma tre noDi rimangono Da sciogliere: burocrazia, estero e creDito La cooperazione conferma, anche nella crisi, il suo ruolo di tra<strong>in</strong>o per l’economia: oggi il movimento cooperativo pesa per il 7% sul Pil a livello nazionale. Confcooperative, <strong>in</strong> particolare, è cresciuta per numero e peso della rappresentatività, con 20.059 imprese aderenti a f<strong>in</strong>e 2009. Anche <strong>in</strong> <strong>Friuli</strong> Venezia Giulia, l’organizzazione sta vivendo una stagione d<strong>in</strong>amica: dal 2007 al 2009, il numero complessivo dei soci delle cooperative è passato da 174mila a 196mila, escluso il sistema delle Bcc, mentre il numero delle cooperative ha raggiunto le 775 unità. “Oggi le imprese cooperative – sottol<strong>in</strong>ea Franco Bosio, presidente regionale di Confcooperative – sono un importante motore di sviluppo: per sostenerle con efficacia stiamo agendo sui tre pilastri rappresentati da <strong>in</strong>ternazionalizzazione, riduzione della burocrazia e accesso al credito. Sono, <strong>in</strong>fatti, sempre più numerose le nostre cooperative presenti sui mercati esteri; per quanto riguarda la lotta alla burocrazia, <strong>in</strong>vece, chiediamo alla Regione una forte azione semplificatrice che sia capace di dare fiato alle imprese oppresse da adempimenti e procedure onerose e spesso non necessarie: è questa un’importante sfida che ci troviamo di fronte”. L’altro grande obiettivo da perseguire è il miglioramento delle condizioni di accesso al credito, presupposto <strong>in</strong>dispensabile per sostenere i piani di sviluppo delle imprese e accelerare l’uscita dalla crisi: il 35% delle cooperative, secondo il Centro studi di Confcooperative, si aspetta di accrescere nel 2011 i propri <strong>in</strong>vestimenti. “Le cooperative, dopo aver difeso i livelli occupazionali – sottol<strong>in</strong>ea Bosio – si apprestano a dare il proprio contributo anche alla ripresa: servono, però, strumenti più forti per sostenerne la crescita”. Per Bosio è necessaria “una politica di alleanze tra i Confidi regionali, che permetterebbe di ottimizzare l’impiego delle risorse e accrescere l’operatività a beneficio del sistema delle imprese, specie di quelle di m<strong>in</strong>ori dimensioni o meno capitalizzate, che stanno alla base del nostro tessuto imprenditoriale”. Da qui la richiesta alla Regione “di sostenere con forza un progetto che può contribuire a creare un’alleanza strategica tra cooperazione, artigianato e Pmi, anche attraverso il supporto f<strong>in</strong>anziario di <strong>Friuli</strong>a. <strong>Il</strong> rilancio dell’accesso al credito è fondamentale per permettere alle nostre imprese d’<strong>in</strong>vestire <strong>in</strong> sviluppo, creare occupazione e valore aggiunto sul territorio”. Tra le altre <strong>in</strong>iziative pr<strong>in</strong>cipali promosse da Confcooperative, il lancio del marchio “Qui da noi”, che rende riconoscibili i prodotti dei punti di vendita diretta di oltre 2.000 cooperative <strong>in</strong> tutta Italia e che sarà oggetto anche della prossima presenza di Confcooperative alla Barcolana di Trieste. In futuro, <strong>in</strong>oltre, non mancherà uno sguardo alla green economy: l’organizzazione attiverà una serie di servizi che si aggiungono a quelli già svolti per supportare i progetti delle cooperative, specie agricole, nel settore energetico. Agci: attenti a Basilea 3 Deve essere un’opportunità e non l’ennesima tegola sul tessuto economico locale. Mentre è <strong>in</strong> corso la revisione dell’accordo <strong>in</strong>ternazionale <strong>banca</strong>rio, seppur la crisi ne abbia rallentato l’iter, l’Agci segnala i pericoli che possono derivare da un <strong>in</strong>asprimento della rigidità nel rapporto tra istituti di credito e imprese. All’<strong>in</strong>terno di tale contesto, poi, vanno studiate misure adatte al sistema cooperativo, rimediando agli errori fatti f<strong>in</strong>o a oggi. “Sono necessarie – spiega il presidente regionale di Agci, Ad<strong>in</strong>o Cisil<strong>in</strong>o – una riflessione comune e un’azione decisa del movimento cooperativo per far sì che il percorso di def<strong>in</strong>izione di Basilea 3 tenga conto, diversamente da quanto accaduto con Basilea 2, delle diverse forme di impresa e, <strong>in</strong> particolare, delle specificità delle cooperative: ciò al f<strong>in</strong>e di rendere il mercato del credito più equo ed equilibrato, oltre che accessibile anche per i soggetti che perseguono scopi differenti da quelli tipici delle società capitalistiche”. Se la crisi è stata generata da un vero e proprio stravolgimento della f<strong>in</strong>anza, accompagnato da una eccessiva deriva burocratica, Cisil<strong>in</strong>o <strong>in</strong>dica, qu<strong>in</strong>di, che il suo superamento può derivare anche con la costruzione di un sistema del credito più attento. Disposizioni troppo rigide e dirigistiche di Basilea 3, <strong>in</strong>fatti, rischiano di aprire le porte a una contrazione del mercato del credito, con le pesanti implicazioni che ne deriverebbero per le Pmi e per le cooperative quanto alle possibilità di accesso ai f<strong>in</strong>anziamenti sia ord<strong>in</strong>aria, sia ai f<strong>in</strong>i di <strong>in</strong>vestimenti. “Nessuno nega che siano necessarie regole puntuali e l’<strong>in</strong>troduzione di parametri rigidi per un corretto funzionamento del mercato del credito – conclude Cisil<strong>in</strong>o – ma occorre che il legislatore ponga al centro le imprese con le loro esigenze e le loro peculiarità, così da metterle <strong>in</strong> condizione di disporre delle risorse necessarie per crescere: il sistema del credito, appunto, deve essere al servizio delle imprese e non viceversa. Un tanto – conclude Cisil<strong>in</strong>o - servirà, una buona volta, per def<strong>in</strong>ire con la Regione la vera mission di F<strong>in</strong>reco e, qu<strong>in</strong>di, anche l’utilizzo di un discreto patrimonio, accantonato per possibili aggregazioni a soddisfacimento dell’art.107 del testo unico <strong>banca</strong>rio”. 44 ilFRIULI BUSINESS 24 settembre 2010 Franco Bosio
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