Voglio una vetta... dove ascoltare il mio Dio - Associazione ...
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Tante cose hanno influito, ma in questo momento ho solo voglia di andare<br />
oltre ed a qualsiasi prezzo!<br />
Una via nuova è un’emozione infinita che dura <strong>una</strong> vita. Legare <strong>il</strong> proprio<br />
nome alla montagna, per me rappresenta <strong>una</strong> gioia insolita, immensa, vir<strong>il</strong>e,<br />
unica ed impagab<strong>il</strong>e, non fac<strong>il</strong>e da descrivere. Su <strong>una</strong> parete inviolata non sali<br />
soltanto per <strong>il</strong> piacere di arrampicare, ma per scoprire metro dopo metro, per<br />
esprimere la tua fantasia, per vincere! Penso sia la medesima sensazione che<br />
prova un artista nel creare la sua opera, serve la stessa concentrazione e lo<br />
stesso stato d’animo.<br />
Ci vuole un briciolo di follia! La bellezza di <strong>una</strong> via dipende dal modo con<br />
cui la si percorre. Ho un bi sogno frenetico di superare i miei limiti, di osare,<br />
di vivere <strong>una</strong> vita al di sopra. Scalare per me è poesia pura, espressione della<br />
mia arte e per farlo ci vuole carattere, intelligenza e un fisico preparato. Sono<br />
un alpinista, non sono un suicida. Amo avventurarmi verso l’ignoto, sono<br />
capace di soffrire e di rischiare me stesso per gli ideali in cui credo, valori che<br />
mi riportano alle cose più preziose e mi fanno scordare la superficialità e la<br />
mediocrità.<br />
Sulla montagna si lotta senza imbrogli, a volte si riesce persino a trovare la<br />
vera pace interiore, la vera essenza della vita. Se passo la mia esistenza a scalare<br />
è soltanto per dare un senso a ciò che sono e a ciò che faccio.<br />
18 maggio ‘78 ore 21,45<br />
Questa sera voglio raccontare a queste pagine l’esperienza che oggi, con <strong>il</strong> <strong>mio</strong><br />
compagno Alessandro, abbiamo vissuto, tentando <strong>una</strong> via nuova sulla parete<br />
del Piccolo Dain. Lo voglio fare però in modo diverso, scrivendo come se<br />
fosse <strong>il</strong> presente di adesso, come se tutto succedesse mentre la penna scorre su<br />
questo foglio: “Speditamente ci alziamo entrando nel cuore delle difficoltà.<br />
Affronto deciso la fessura gialla e sporgente che si trova nel fondo del diedro,<br />
mi muovo delicatamente, in massima aderenza con i piedi e sempre in spaccata<br />
per non tirare su appigli ed appoggi estremamente friab<strong>il</strong>i.<br />
Non ho bisogno di protezioni, mi sento sicuro e non voglio stancarmi nel tentativo<br />
di conficcare un chiodo, anche se ne varrebbe la pena.<br />
Questa volta ho sensazioni molto positive, ho la consapevolezza di essere preparato<br />
al meglio, sia tecnicamente che mentalmente, voglio dettare alla parete<br />
le mie condizioni e credo di poter vincere, ma... Sfioro con la mano, nella<br />
fessura, un grosso masso che mi frana addosso. Per evitare <strong>il</strong> peggio cerco di<br />
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