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Voglio una vetta... dove ascoltare il mio Dio - Associazione ...

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mia disperazione, <strong>il</strong> suo amore, le speranze e le certezze che mi ha trasmesso<br />

con la sua grande fede. Non so come farò a superare tutto questo, ma c’è la mia<br />

piccola che ha bisogno del suo papà e, assieme ce la faremo!<br />

Chiara mi incita ad affrontare <strong>una</strong> nuova vita, con fatica, un passo alla volta,<br />

ma con la consapevolezza che ora abbiamo un Angelo grande!<br />

5 novembre ‘90 ore 19,45<br />

Con grande dolore, a poco a poco, dovrò accettare come un fatto compiuto e<br />

irrevocab<strong>il</strong>e la morte. All’inizio la sua mancanza mi è sembrata <strong>una</strong> cosa davvero<br />

impossib<strong>il</strong>e, anche se purtroppo reale. Ora, mi è rimasto e ho compreso <strong>il</strong><br />

suo testamento spirituale, <strong>il</strong> suo amore e la sua presenza di Angelo. Dovrò<br />

soltanto abbandonarmi al cuore.<br />

Sono certo che <strong>Dio</strong> non mi ha dato <strong>una</strong> croce che non possa portare, <strong>una</strong> croce<br />

pesante che, con Serenella, ci siamo caricati in spalla e portata nel modo e<br />

nella giusta direzione. Chi non riesce in questo intento ed in questa prospettiva,<br />

inevitab<strong>il</strong>mente ne rimane schiacciato.<br />

<strong>Dio</strong> può permettere la sofferenza, ma soltanto per <strong>il</strong> bene. E’ diffic<strong>il</strong>e capire,<br />

ci vuole tempo e tanta fede. Perdere chi si ama è devastante ma la certezza di<br />

Cristo accanto dà un valore a tutto. Ora, con fatica, dovrò “rinascere”. Un<br />

passo alla volta ed <strong>il</strong> primo è la fiducia in Lui!<br />

12 novembre ‘90 ore 22,34<br />

La sera capita di fermarmi ad <strong>ascoltare</strong> <strong>il</strong> respiro della mia bimba addormentata.<br />

Penso che non ho più bisogno di cercare <strong>Dio</strong>, adesso so dov’è? E’ nella<br />

mia piccola.<br />

Tutto accade per un disegno immenso che soltanto con la vita oltre la morte si<br />

può capire.<br />

Ieri mi è arrivata <strong>una</strong> lettera da un amico alpinista. Tra le righe: “Caro<br />

Giuliano, con Serenella siete stati per mesi, per anni, bloccati a pochi metri<br />

dalla cima dell’Everest. In questo momento <strong>il</strong> <strong>mio</strong> dolore è grande, soprattutto<br />

perché la vostra scalata ed <strong>il</strong> vostro coraggio non sono stati premiati con<br />

l’immensa gioia della cima…”.<br />

La mia risposta è spontanea: “Sai perché non abbiamo raggiunto la <strong>vetta</strong>?<br />

Soltanto perché ci siamo andati oltre”.<br />

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