Ubriaco, mentre trasporta disabile perde una ruota - Legacoop Forlì ...
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4<br />
AUSL ROMAGNOLE<br />
Decisionismo dei governanti<br />
ed il ruolo della stampa Vittorio<br />
Alessandro Guidi*<br />
Tutti noi sappiamo che il ruolo della<br />
stampa è fondamentale in ogni<br />
democrazia per l’azione di controllo<br />
e di stimolo che può esercitare<br />
sull’operato d’ogni forma di governo.<br />
Io ho interesse per i giornali e simpatia per<br />
i giornalisti di tutti i mezzi d’informazione<br />
locali perché non sono ossequiosi con chi<br />
ci governa e, anzi, spesso sono critici nei<br />
loro confronti per i ritardi che essi pongono<br />
nel decidere e nel fare.<br />
Sicuramente, così agendo, i nostri mezzi<br />
d’informazione sono utili per l’attuale<br />
classe dirigente forlivese e sono anche<br />
un’opportunità di in/formazione di quella<br />
che verrà.<br />
Detto questo, con convinzione, non vorrei<br />
però che nel tentativo di risvegliare “l’amministratore<br />
forlivese dormiente” per eccesso<br />
di foga giornalistica si ottenesse l’effetto<br />
di suscitare in lui, anziché la presa di<br />
coscienza di se stesso e del proprio diritto-dovere<br />
di assumere decisioni, <strong>una</strong> sorta<br />
d’esaltazione dello “spirito decisionista”.<br />
Mi spiego. Quando si sostengono, si sollecitano<br />
e si indicano all’opinione pubblica<br />
quali esempi da seguire “ i pubblici amministratori<br />
che decidono” si fa, allo stesso<br />
tempo, – mandando un messaggio forte -<br />
<strong>una</strong> cosa giusta ma rischiosa.<br />
Sono, ovviamente, d’accordo che chiunque<br />
amministra la cosa pubblica debba<br />
prendere delle decisioni. E’ bene, in ogni<br />
caso, precisare che ciò che vale non è il solo<br />
“decidere”, possibilmente in fretta, ma<br />
che occorre anche essere consapevoli degli<br />
effetti e delle conseguenze che le proprie<br />
decisioni hanno sulla comunità.<br />
Ad esempio, sulla questione dell’unificazione<br />
delle AUSL romagnole, è giusto che<br />
si chieda al “palazzo” di decidere, ma non<br />
si deve pretendere che tutti i soggetti interessati<br />
decidano allo stesso modo e nello<br />
stesso tempo, perché, appunto, gli effetti<br />
e le conseguenze di chi prende la decisione<br />
sono diversi tra loro.<br />
Un cittadino-cittadino, decide per se stesso;<br />
un cittadino-imprenditore, decide per<br />
se e per la propria azienda; un cittadinopolitico,<br />
decide per se e per il proprio partito;<br />
un cittadino-amministratore, decide<br />
CRONACHE MALATESTIANE<br />
per se e per la comunità; idem per il cittadino-giornalista.<br />
Ripeto, ognuno di questi ha certamente il<br />
dovere di prendere ogni decisione che gli<br />
compete in tempi rapidi e non rimandarla<br />
alle calende greche, ma i tempi, i modi e<br />
le informazioni, sulla base delle quali egli<br />
è chiamato a farlo, non sono, onestamente<br />
e oggettivamente, uguali tra loro.<br />
Personalmente, da amministratore e politico<br />
“decisionista”, ritengo dannosi sia<br />
quegli amministratori che dicono sempre<br />
“signor sì”, come i “signor nò” o, peggio, i<br />
“signor ni”, così come non apprezzo coloro<br />
che dimenticano, nelle loro decisioni, il<br />
ruolo pubblico che hanno e le responsabilità<br />
che da esso derivano.<br />
I danni che questo genere di amministratori<br />
producono, per se e per gli altri, sono,<br />
molto spesso, ben più grandi dell’apparente<br />
utilità di un decisionismo che, se<br />
praticato con irresponsabilità, da solo<br />
un’effimera gratificazione all’immagine di<br />
chi lo attua ed esalta gli acritici estimatori,<br />
sempre e comunque, delle decisioni “a<br />
prescindere”.<br />
Su un tema importante, come quello della<br />
futura dimensione del governo della sanità<br />
pubblica in Romagna, occorre certamente<br />
prendere <strong>una</strong> decisione, ma occorre farlo<br />
avendo ben chiaro, come il sindaco di<br />
<strong>Forlì</strong> ha isolatamente chiesto, quali sono<br />
le reali motivazioni e le finalità che sollecitano<br />
<strong>una</strong> tale decisione e, soprattutto,<br />
quali saranno le conseguenze che si ripercuoteranno<br />
sulla tutela della salute dei cittadini<br />
del comprensorio forlivese e non<br />
solo di esso.<br />
Ricordiamoci sempre, e ricordiamolo a<br />
tutti, che il Morgagni-Pierantoni è oggi un<br />
ospedale eccellente, con professionisti<br />
d’alta qualità, un modello di sanità pubblica<br />
di livello nazionale che ogni uomo<br />
pubblico forlivese, giornalisti compresi,<br />
deve sentire il dovere di difendere e di tutelare.<br />
Ora, in coerenza e nel rispetto di un tale<br />
dovere, senza sottostare e temere imposizioni<br />
d’alcun genere e da qualsiasi parte<br />
provengano, se la politica sanitaria della<br />
regione Emilia-Romagna tende all’unificazione<br />
delle AUSL, prima di decidere di<br />
aderire affinchè ciò avvenga è giusto e le-<br />
gittimo porsi e porre alcuni interrogativi,<br />
peraltro già avanzati, ripeto, dal sindaco<br />
di <strong>Forlì</strong> ma anche dal consigliere regionale<br />
Bartolini e dal segretario dell’UDC, Pasini,<br />
entrambi, questi ultimi, esponenti di aree<br />
politiche opposte alla mia.<br />
Primo interrogativo: l’unificazione di cui<br />
si parla avverrà in tutta la regione e per<br />
tutte le AUSL, o solo per quelle romagnole?<br />
Secondo interrogativo: se il fine dell’unificazione<br />
è essenzialmente quello di far<br />
quadrare i bilanci, riducendo i costi di gestione<br />
delle aziende romagnole, lo stesso<br />
problema esiste o non esiste nelle altre aziende<br />
emiliane?<br />
Terzo interrogativo: come ci sarà garantito,<br />
nel tempo, il mantenimento della qualità<br />
degli attuali livelli dei servizi sanitari resi<br />
ai cittadini forlivesi?<br />
Domande doverose e chiare alle quali non<br />
possono essere date, dal governo della regione<br />
Emilia-Romagna, risposte parziali<br />
o, peggio, evasive né, tantomeno, possono<br />
essere ventilate e accettate insulse minacce<br />
d’abbandono a se stesso del territorio<br />
forlivese e dei suoi abitanti.<br />
Per ogni pubblico amministratore locale<br />
decidere è un bene, farlo presto è opportuno,<br />
far si che, come in questo caso, sia<br />
anche <strong>una</strong> decisione giusta è un obbligo<br />
imprescindibile.<br />
in riferimento al tema in discussione, stante<br />
le informazioni correnti, ho seri motivi<br />
per dubitare che aderire alla proposta d’unificazione<br />
delle AUSL romagnole sia, oggi,<br />
senza le risposte e le garanzie necessarie,<br />
<strong>una</strong> decisione giusta.<br />
Anche nel sistema giudiziario di molti paesi<br />
democratici, non solo in politica, la presenza<br />
di un ragionevole dubbio di colpevolezza<br />
è condizione sufficiente per assolvere<br />
l’imputato.<br />
A maggior ragione, per chi deve governare<br />
la cosa pubblica locale o anche per chi, come<br />
giornalista, deve rendere <strong>una</strong> corretta<br />
informazione, l’avere il dubbio che <strong>una</strong><br />
determinata decisione possa essere nociva<br />
per la futura tutela della salute dei cittadini<br />
è condizione sufficiente per non assumerla<br />
e, per quanto riguarda l’informazione,<br />
per sostenerne le motivate ragioni.<br />
*Ex Presidente della Provincia di <strong>Forlì</strong><br />
Coppia, amore e tabacco<br />
SCENA I.<br />
Sera d’estate. Ristorante su un<br />
Colle del Riminese. Seduti a due<br />
tavolini, alquanto distanti l’uno<br />
dall’altro, LUI (simpatico e<br />
atletico trentacinquenne) e LEI<br />
(bella e grintosa trentenne)<br />
consumano la cena serviti dal<br />
cameriere nei medesimi tempi<br />
di portata. Sorbito il caffè si<br />
alzano, di scatto, quasi<br />
contemporaneamente,<br />
dirigendosi verso la<br />
SCENA II.<br />
Terrazza panoramica. LUI e LEI ,<br />
appoggiati alla balaustra,<br />
estraggono i rispettivi pacchetti.<br />
LUI: “Posso?” (esibisce un Ronson<br />
placcato oro ed esegue).<br />
LEI: (traendo voluttuosamente<br />
la prima boccata dalla sua<br />
Muratti Ambassador) “Grazie,<br />
molto gentile. Ha proprio<br />
ragione quel giornalista inglese<br />
della Voce di Romagna. Siamo<br />
COMMENTI<br />
diventati <strong>una</strong> razza di<br />
perseguitati…”<br />
LUI: (aspirando a fondo <strong>una</strong><br />
Marlboro) “E’ vero. Però, quasi<br />
quasi, preferisco così. Libero dai<br />
sensi di colpa che ti danno i non<br />
fumatori, gusto di più la mia sigarettina…”<br />
(esegue un magistrale<br />
anello di fumo che si allontana,<br />
ondeggiando compatto, verso la<br />
Riviera Adriatica che si stende,davanti<br />
a loro, immensa e sfavillante<br />
di luci sotto un manto di stelle).<br />
LEI: (atteggiando vezzosamente<br />
le labbra carnose attorno alla<br />
Long-Size). “Giusto. Magari<br />
prima chiedevi permesso e<br />
“loro” ti rispondevano “Per<br />
carità, faccia pure…Però…”<br />
LUI: “Poi ti accorgevi, alla prima<br />
boccata ,delle loro facce<br />
schifate… Le smorfie, la manina<br />
frangifumo, la tossettina di<br />
rimprovero…”<br />
LEI: “ Già. E la sigaretta <strong>perde</strong>va<br />
tutto il suo sapore...”<br />
LUI: “ Verità sacrosanta”.<br />
Per ragioni di spazio sintetizzo i<br />
tempi della sceneggiatura.<br />
Anche lei passa al Tu e dichiara<br />
che smetterebbe, se dovesse<br />
diventare madre. (“Sai com’è,<br />
non voglio correr rischi col<br />
bebè”). Lui dice “è giusto e poi<br />
fa anche rima!” e ride. Poi torna<br />
serio e confessa che, se avesse<br />
anche lui un figlio, non<br />
fumerebbe certo in casa anzi<br />
“magari la pianterei del tutto,<br />
perché ci sono altre<br />
soddisfazioni nella vita e spesso<br />
si fuma troppo perché ci si sente<br />
troppo soli..”. Lei, lo sguardo<br />
perduto nel vuoto, sussurra<br />
“proprio così”. Lui, continuando<br />
a fumare, le cinge la vita sottile<br />
con il braccio sinistro.<br />
Spengono<br />
contemporaneamente le cicche,<br />
schiacciandole con un<br />
movimento deciso sulla<br />
balaustra. Si guardano negli<br />
occhi che sfavillano,<br />
specchiando la l<strong>una</strong>. Si<br />
sorridono, complici. E si<br />
scambiano un lungo, dolcissimo<br />
mix di Marlboro e Muratti<br />
Ambassador (col filtro).*<br />
Post Scriptum: Con la “sigaretta<br />
elettronica” attualmente<br />
permessa nei locali pubblici<br />
questi due giovani non<br />
avrebbero immediatamente<br />
simpatizzato in quanto membri<br />
di <strong>una</strong> minoranza perseguitata.<br />
Non si sarebbero incontrati soli,<br />
nella notte stellata. Non si<br />
sarebbero amati…In questo<br />
mondo divenuto freddo ed<br />
asettico anche il Proibizionismo<br />
può aiutare…<br />
Giuliano Bonizzato<br />
*Da “Nuove Cronache<br />
Malatestiane” Raffaelli Editore<br />
LUNEDÌ<br />
10. GIUGNO 2013<br />
IL RADUNO DI IGEA MARINA<br />
Più che le ruote hanno<br />
sfondato le nostre<br />
povere orecchie<br />
Pietracci<br />
Erano le 3,38 di ieri mattina quando decine<br />
di residenti di Igea Marina hanno<br />
finalmente potuto godere del meritato e<br />
legittimo riposo. Solo a quell’ora, infatti,<br />
dal Rio Grande è stato dato lo stop ad<br />
un’apocalittica notte che da queste parti non<br />
dimenticheranno mai. Dalle 23 in avanti musica a<br />
tutta randa, urla e incitazioni al microfono, rombo<br />
di motori a decibel inusitati, delirio di rumori che<br />
hanno fatto sobbalzare dal letto i contadini<br />
(poverini loro) delle campagne circostanti che alle<br />
4 del mattino si alzano per andare nei campi. Tutto<br />
questo è “merito” di Ruotesfonde, ovverosia<br />
qualche centinaio di innamorati delle moto che<br />
ogni anno si rad<strong>una</strong>no nella discoteca di Igea per<br />
dare libero sfogo ai propri istinti. Fiumi di birra, le<br />
donnine del Pepe Nero, testosterone ai massimi<br />
livelli così come il fracasso dei motori.<br />
Non spendiamo <strong>una</strong> parola per gli organizzatori<br />
perché hanno avuto anche il coraggio di chiedere<br />
scusa consapevoli di essere dalla parte del torto.<br />
Invece ci rivolgiamo ai promotori e soprattutto a<br />
chi autorizza manifestazioni di questo genere<br />
violando la tranquillità ed il riposo notturno dei<br />
residenti. Non facciamo nomi perché c’è il rischio<br />
poi di venire additati, ma ognuno di loro signori sa<br />
a chi intendiamo rivolgerci. Bene, chi scrive e firma<br />
queste righe è uno degli sfort<strong>una</strong>ti residenti che ha<br />
dormito tre ore prima di tornare a lavorare il<br />
mattino dopo. Stessa cosa successa nella notte tra<br />
venerdì e sabato. Alle 2,56 di ieri mattina (sigh!)il<br />
sottoscritto ha rotto gli argini e ha chiamato il 112<br />
dei carabinieri sollecitando un intervento presso la<br />
discoteca. La pattuglia deve essere arrivata perché<br />
mezzora dopo la telefonata, come d’incanto, il<br />
silenzio è tornato protagonista e padrone di quel<br />
poco che restava della notte. Ieri i partecipanti e gli<br />
organizzatori di Ruotesfonde se la saranno dormita<br />
riccamente almeno fino a mezzogiorno. Beati loro,<br />
li invidiamo. Noi comuni mortali, che abbiamo<br />
famiglia e che lavoriamo anche nel dì di festa per<br />
garantire cibo e sopravvivenza a moglie e figli,<br />
invece abbiamo ripreso il normale tran tran in<br />
condizioni fisiche facilmente immaginabili.<br />
In soldoni: Ruotesfonde sarà sicuramente la<br />
manifestazione più bella del mondo con i<br />
partecipanti migliori dell’universo e con le moto<br />
più belle del continente. Ma non è il Rio Grande<br />
(che pure è un’isola felice del divertimento dove<br />
mai prima si erano registrati problemi di questo<br />
tipo) il posto adatto dove celebrare l’evento se è<br />
questo il risultato finale. Lì intorno ci sono case di<br />
gente che lavora e che la notte - lo ripetiamo<br />
perché ci si capisca bene - ha il sacrosanto diritto<br />
di riposare. “Vadano nel deserto del Sahara o<br />
sull’Everest, non ad Igea Marina”, borbottava in<br />
dialetto ieri mattina uno dei ‘sopravvissuti’<br />
all’infernale notte. Ma non è mica finita qui.<br />
Perché i residenti hanno deciso di passare<br />
all’azione. Mentre leggete queste righe qualcuno di<br />
loro potrebbe aver già sporto denuncia nei<br />
confronti dei diretti responsabili o di chi ha<br />
autorizzato il raduno, altri si stanno organizzando<br />
per ‘marciare’ (il termine è brutale, ma serve per far<br />
capire bene lo stato d’animo) verso il Municipio<br />
non certo con i pasticcini e la bottiglia di<br />
spumante e, in ultimo, chi è rimasto a casa buono<br />
buono se l’è dormita. Perché in due notti è riuscito<br />
a mettere insieme appena 5-6 ore di sonno. Grazie<br />
Ruotesfonde, evviva Ruotesfonde.