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NUOVO oggi MOLISE Mercoledì 24 Marzo 2010 UN pubblico da far invidia a squadre che militano in categorie professionistiche. E allora perché non tentare di osare di più? Quanto ammirato domenica sulle gradinate dello stadio «Civitelle» non è una circostanza sporadica bensì rappresenta solo una ulteriore conferma di come la gente altomolisana ami la propria squadra di pallone: l’Olympia Agnonese. Un collettivo, che non ci stancheremo mai di ripetere, è il patrimonio sportivo di un intero territorio che abbraccia anche diversi centri del Chietino (Castiglione Messer Marino, Rosello, Borrello, Roio del Sangro, Schiavi d’Abruzzo, Fraine, Montazzoli, Castelguidone, tante per citarne qualcuno). E’ pur vero che in tre anni di serie D i risultati ottenuti dalla società di viale Castelnuovo sono andati sempre in crescendo e questo in un certo senso giustifica le tante presenze che si registrano la domenica nell’impianto senza barriere. Inoltre, a fare da contorno a quanto detto, certamente il gioco spumeggiante della rosa granata guidata da Massimo Agovino, composta per lo più da elementi molisani, fatto che non va trascurato nella maniera più assoluta. Ed ancora, una società che della serietà ha fatto un cavallo di battaglia. Insomma, un mix esplosivo che spinge la gente a recarsi allo stadio e inventare coreografie da brividi, da far accapponare la pelle a chiunque. Chiedetelo ai giocatori dell’Olympia, che quando sono usciti dallo spogliatoio domenica pomeriggio, per poco non rimanevano a bocca aperta... Scenografie che si vedono solo all’interno di stadi più importanti. Ma questa non è la prima volta. E siamo convinti che ce ne saranno ancora tante. Veri mosaici creati dall’estro e dalla passione di tanti ragazzi, ma di uno in particolare, fatecelo dire: Filippo Catolino. Così il calcio ad Agnone non è solo uno sport che aggrega i più svariati ceti sociali, il gioco del pallone nella cittadina altomolisana, attanagliata da innumerevoli problemi (non ultimo i paventati tagli all’ospedale Caracciolo), è Massimo Agovino, 43 anni SPORT 31 La passione dei supporter dell’Olympia ha ’sorpreso’ il numero uno gialloblù Entusiasmo d’alta quota Il pubblico di Agnone si conferma quello più numeroso e presente E ora l’interessamento di Falcione fa sognare il popolo granata divenuto un motivo di riscatto sociale. E comunque va sempre ricordato che si parla di una cittadina di appena 6mila ani- La polemica me, che però considerate le presenze allo stadio, fa invidia a capoluoghi di regione e di provincia a centri industriali ed economi- Il diesse granata Sabelli (infortunato al piede) siede in panchina. Sopra la bella coreografia nel derby SULLA polemica che lo ha visto protagonista con il tecnico del Trivento Carannante, e in risposta alla lettera da noi pubblicata ieri dell’ex sindaco di Trivento Tullio Farina, mister Massimo Agovino scrive a Nuovo Molise per rreplicare con il suo stile a quanto detto sul suo conto. «Preciso che mi scuso a priori se invado la vostra testata per rispondere ad un certo signor Farina. Ho meditato molto prima di farlo, ma poi perché snaturarmi? Sono fatto così, dovevo rispondere... Stamane ero sereno, tranquillo mi ero recato al mio solito bar per la mia solita colazione e mi sono accorto che stava diventando indigesta non- Il diesse Maurizio Sabelli: «Se il presidente del Trivento vuole stare con noi la porta è aperta» ci di gran lunga superiori. Saranno stati probabilmente questi elementi a spingere Edoardo Falcione, patron del Trivento, a dichiarare a fine gara: «Io futuro presidente dell’Agnone? Perché no. Tutto può accadere». Una battuta che in men che non si dica ha fatto il giro del paese, facendo lievitare ulteriormente gli entusiasmi del popolo del Grifo. Ma cosa ne pensano i «Da noi, in società non sono mai esistiti i padri-padroni, questa è la nostra arma in più» diretti interessati, ovvero i dirigenti dell’Olympia? E’ un’idea sulla quale si potrebbe iniziare a lavorare? Lo abbiamo chiesto al direttore sportivo, Maurizio Sabelli, che come tutti sapranno è il fratello del manager Alitalia, nonché presidente onorario del club, Rocco Sabelli. «Inizio con il dire - afferma Sabelli - che la battuta di Falcione non può che farci piacere, noi la- sciamo aperta la porta a qualsiasi persona voglia entrare per darci una mano, tuttavia - precisa - l’Olympia non è mia è un patrimonio dell’intera cittadina e di un gruppo eccezionale che con l’avvicendamento tra Marcovecchio e Masciotra è riuscito a trovare continuità d’intenti. In pochi anni siamo riusciti a creare questo splendido giocattolo soprattutto concertando le scelte in maniera democratica, sempre cercando di non svenarci. Nella società dell’Agnone non sono mai esistiti padripadroni, è forse questa l’arma in più di questo collettivo». Insomma, da quanto captato se Falcione ha lanciato l’assist, in Alto Molise, dove lui è di casa, lo hanno già raccolto pronti per segnare un altro importante gol! Maurizio d’Ottavio Mister Agovino replica all’ex sindaco di Trivento, Tullio Farina: «Non invada il mio mondo» «Costruire sogni è la cosa più bella» ché mi stava andando di traverso, ho pensato: ma cosa avrò fatto alla gente? Chi sarà mai questo Farina? Francesco il mio collega? Farina di tipo zero, zero, oppure di tipo zero? Mah... Non lo so se sia un onore, ma a quasi 43 anni non ho mai fatto un giorno di lavoro se non quello di ’pallonaro’, l’uomo del calcio d’angolo come diceva un noto cronista, soprattutto con amore, attenzione, con sfrenata passione. Da un po’ di tempo però mi sono accorto che non tutti mi vogliono bene. Il motivo è molto semplice: sono un uomo scomodo in un mondo di ipocriti e di signor sì, il sottoscritto stona. Il signor Farina, lui sì che è una bella volpe, ha sfruttato la vostra testata per farsi pubblicità. Diavolo di un Farina! Però a Napoli c’è un detto: hai appeso il lardo su un cattivo chiodo. Oggi lei è entrato in un campo non suo parlando come un allenatore, no caro signore non lo può fare per un motivo semplicissimo: non è un ’pallonaro’. Lei dice che non sta a me entrare nel merito di chi spende meno o più, altro errore caro signore: se riesco a far divertire la mia gente con pochi soldi e fare grandi campionati perché non rimarcarlo? Se spendiamo meno degli altri avendo gli stessi risultati a chi faccio del male? Se nella mia trattoria si mangia come in un hotel a cinque stelle perché vi indignate? Purtroppo è un mal costume italiano che tutti parlano di calcio come se tutti fossero allenatori, ma lei del mio mondo che ne sa? Dato che è stato così presuntuoso le rispondo tono su tono come nel mio costume. Io non porgo l’altra guancia, ne soffrirei. Sono felice di non far parte del suo ex mondo quello politichese che ha fatto ammala- re il mio mondo, le mie speranze, le mie fantasie di giovane. Io mi auguro che lei abbia fatto felice la sua gente, i suoi cittadini, ma vedendo di sfuggita Trivento non credo abbia fatto opere faraoniche, il sottoscritto invece sì, opere faraoniche le compie tutte le domeniche, portando la gente allo stadio, regalando due ore di emozioni, facendo sognare vecchi e bambini. La prego non inquini e invada il mio mondo, rimanga nel suo quello di mangiatori di sogni....» Massimo Agovino Tecnico dell’Agnone
32 SPORT NUOVO oggi MOLISE Mercoledì 24 Marzo 2010 Non entra nel ’match’ tra Agovino e Carannante ma gli scappa una bella battuta: «Vuoi vedere che la squadra e i giocatori più costosi li alleno io?» ’Un palleggiatore come lui è sempre essenziale. Comunque non butto il punto con la Civitanovese’ Farina: «Sì, Iaboni ci è mancato» Il tecnico del Bojano esamina i motivi che hanno portato il Bojano a prendere gol con la doppia superiorità numerica STAVOLTA, la solita arma in più del campo gibboso e spelacchiato si è rivelata un boomerang per il Bojano. Nella domenica in cui la squadra di Farina, in vantaggio e con due uomini in più (l’ultima espulsione della Civitanovese non la consideriamo perché è arrivata a cinque minuti dalla fine), doveva palleggiare a metà campo con il solo compito di tenere gli ospiti lontani dall’area di rigore difesa da Polise, le pessime condizioni dell’«Adriano Colalillo» hanno penalizzato non poco la manovra e i risultati si sono visti, soprattutto sotto forma di diversi palloni persi banalmente. Al Bojano, che quest’anno ha fatto incetta di espulsioni, non deve essere sembrato vero di giocare con un simile vantaggio. I ragazzi di Farina si sono trovati in difficoltà nei panni della squadra favorita dalle circostanze, mentre la Civitanovese ha giocato da Bojano, cioè ha messo in campo quella determinazione e quella carica agonistica che sono in grado di compensare qualsiasi carenza tecnica, di organico o, nel caso specifico, di uomini. In più il Bojano ha sulla coscienza almeno tre ripartenze gestite male, segno della poca esperienza di alcuni giocatori. Farina si è sgolato più di una volta con la squadra ancora in vantaggio. Aveva sentito nell’area il pericolo della beffa che, come nella più classica delle partite di calcio, è arrivata su un’azione apparentemente in- «Siamo distanti sei punti e se giochiamo come ad Agnone...». Squalifica in arrivo per Voria «I playoff? Ci speriamo ancora» Il trainer del Trivento, Carannante, anticipa il finale di campionato ROBERTO Carannante si tiene la buona prestazione di Agnone e anticipa il finale di campionato del suo Trivento, lontano dai playoff, ma non tanto da tornare alla realtà. Un po’ si deve e si può ancora sognare. Per la prima volta lo dice apertamente anche il mister di Bacoli. Dopo la buona prova del Civitelle sono tornati fiducia e consapevolezza nei vostri mezzi. La corsa ai playoff potrebbe essere solo agli inizi. «Sì, tutto è ancora possibile, a patto che noi facciamo il pieno di punti e che le squadre che ci precedono commettano qualche errore. TIFOSO SPECIALE AL CIVITELLE: don Angelo in versione ultrà con altri spettatori giunti dall’Abruzzo - Foto Bracciale Siamo distanti sei punti, sono tanti ma con sette gare ancora da giocare potrebbero essere anche pochi». Che Trivento vedremo nella fase finale del torneo: la squadra solida del girone d’andata o quella dei tre ko di fila? «Sono convinto che disputeremo un grande finale di stagione. Vogliamo proseguire il cammino intrapreso nel girone di andata e se riusciremo a giocare come domenica pomeriggio contro l’Agnone raccoglieremo ancora tanto. Almeno lo speriamo». Chiude qui il tecnico trignino, protagonista domenica di un vivace battibecco su giornali e tv con il «collega» Agovino. Il Trivento è tornato in campo ieri. All’orizzonte c’è la partita casalinga con il Morro. Corradino non è ancora al meglio, Palumbo ha la pubalgia e Gallo è influenzato. In più, dietro l’angolo, c’è la squalifica di Gill Voria da fronteggiare. Una bella gatta da pelare per Carannante. mc La curiosità nocua. Ma il mister, nonostante gli errori, non può che essere soddisfatto, se non dell’atteggiamento poco concentrato dei suoi, almeno dell’impegno profuso dalla prima alla ventisettesima giornata ddi questo torneo. «Sì - interviene - ci sono stati alcuni errori, soprattutto nel secondo tempo. Avremmo dovuto marcare meglio Bonaventura, gestire meglio alcuni palloni». Si è sentita l’assenza di uno come Iaboni? «Sì, Iaboni è un giocatore fondamentale per il nostro gioco, perché è il nostro miglior palleggiatore e sa come gestire certe situazioni. Comunque ci consoliamo con un punto conquistato contro una grande squadra, un risultato che ci porta un po’ più su in classifica». Fin qui l’analisi dell’ultima gara. A Farina chiediamo poi di commentare il vivace botta e risposta tra Carannante e Agovino che sembrano fare a gara nel dire chi tra i due allena la squadra meno attrezzata. Il mister casertano, come suo costume, non entra in tackle, ma liquida l’argomento con un tocco d’ironia che non guasta: «Vuoi vedere che alla fine la squadra e i giocatori più costosi li ho io a Bojano?». Una bella battuta che non è poi così distante dall’interpre- tazione del ruolo di tecnico da parte del trainer biancorosso. «Aggiungo solo - chiude l’ex Campobasso - che fino al sedici maggio (ultima di campionato) io penso di allenare la migliore squadra al mondo». Almeno lui conosce l’importanza e il significato del termine autostima. Maurizio Cavaliere Terzo assoluto tra i mister: il tecnico gialloblù piace ai lettori del Corsport IN UNA fase di campionatto non certo positiva per il suo Trivento, mister Roberto Carannante si consola verificando il gradimento dei lettori del Corriere dello Sport nei suoi confronti. La classifica parziale del mese di marzo della top 11 della serie D, iniziativa del giornale sportivo romano giunta all’ottava edizione, vede il tecnico gialloblù al terzo posto alla voce allenatori più ’gettonati’ dai lettori. Davanti a lui mister Logarzo del Casoli, mentre in pri- I cinque punti nelle ultime tre gare fanno ben sperare Biancorossi pronti a dimostrare di valere la salvezza diretta. Ieri discorso di mister Di Meo ai giocatori Pro Vasto, la stagione in sette sfide FINO al 9 maggio senza altre interruzioni: è quanto prevede il calendario di Seconda Divisione. Dopo la quarta e ultima sosta, dunque, domenica di nuovo in campo per il rush finale che vedrà la Pro Vasto affrontare sette autentiche finali, come le definisce da qualche tempo l’allenatore biancorosso Pino Di Meo, attraver- so le quali passa la salvezza diretta di Cammarata e compagni. Sette sfide non facili, evidentemente, per cercare di lasciare agli altri i playout ed evitare, quindi, l’incubo della retrocessione che, per quanto visto in questo campionato alquanto strano, è un discorso che interessa ben altre squadre e non certo la Pro Vasto che per uomini a disposizione, e non solo, merita la permanenza nella categoria. Ieri pomeriggio, prima della ripresa degli allenamenti, Di Meo ha scambiato qualche impressione con i suoi giocatori, incoraggiandoli a dare il massimo ora più che mai, ricordando che bisogna approfittare del buon mo- mento che il gruppo sta vivendo grazie alle ultime prestazioni che hanno portato cinque punti in tre partite (pari con Fano e Poggibonsi e, in mezzo, vittoria con la capolista Lucchese) e l’abbandono della zona playout, seppure per un punto. A Pino Di Meo non è mai piaciuto fare calcoli, però, incalzato spesso dalle nostre domande, alla luce anche degli attuali 29 punti in classifica, è dell’avviso che è necessario arrivare a 40, magari con un più o meno uno, per raggiungere la salvezza, sfruttando il fattore campo. Delle sette partite rimaste da giocare, infatti, quattro sono quelle casalinghe, contro Sangiovannese, Itala San Mar- Mister Francesco Farina ma posizione c’è Mario Petrone (Sanluri). Tra i più votati in assoluto c’è soltanto un’altra presenza ’molisana’: quella di Alberto Bernardi, quarto tra gli attaccanti. Meglio di lui (seccondo) l’ex rossoblù Rosario Majella. co, Nocerina e Colligiana, e tre esterne con Giacomense, Gubbio e Bassano: calendario difficile, guardando la classifica di alcune avversarie, ma certamente non proibitivo, ad ogni modo è inutile fare previsioni o supposizioni. Non a caso, il tecnico pugliese ha dichiarato che in campo, specialmente ora che è davvero in gioco la permanenza tra i professionisti, la mentalità della squadra non può che essere vincente e basta, così da non correre rischi. Determinazione, grinta, attaccamento alla maglia biancorossa e voglia di lasciare dietro le spalle una stagione da dimenticare subito non mancano per difendere una categoria che è patrimonio della città, di tutti. Michele Del Piano
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