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154 FIORELLA FRISONI
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Nella nuova collocazione presso i Lechi, la Madonna e santi
del Guercino non ebbe però molta fortuna, perché scomparve
di lì a poco, durante il celebre saccheggio che la plebe
bresciana, avversa agli orientamenti repubblicani di quella famiglia,
compì il 21 aprile 1799 e nei giorni successivi nelle dimore
dei Lechi, dislocate rispettivamente in San Faustino e in
Sant’Agata, in coincidenza con la resa temporanea della città
alle armate austro-russe 19 .
Da allora il dipinto del Guercino non è più stato rintracciato.
Ignoriamo se sia stato distrutto dai saccheggiatori, se sia
finito in qualche deposito di museo (ma sembra difficile, perché
ormai sarebbe stato riconosciuto), o in qualche collezione
privata il cui proprietario voglia tenerlo solo per sé. Nella
speranza che possa un giorno riemergere dall’ombra, ci
confortano, però, le dettagliate testimonianze delle fonti, alle
quali si aggiunge un disegno preparatorio per l’insieme nel
Teylers Museum di Haarlem, in Olanda, che possono aiutarci
nella ricostruzione del dipinto perduto (Figura 2).
Andiamo con ordine.
L’inventario della collezione Lechi sopra ricordato descrive
la pala con ricchezza di dettagli, dilungandosi ad indicarne
anche la cromia:
La Beata Vergine seduta su di una sedia che tiene in grembo il
Bambino, nudo; la sedia è posta sopra un altare e in alto e dietro
vi è una tenda rossa. In alto, due o tre teste di cherubini.
In basso S. Andrea Avellino o Corsini inginocchiato con le mani
giunte, in abito grigio e scuro con cappuccio da Carmelitano.
Di fronte S. Matteo [anche qui, erroneamente, san Matteo]
in piedi, ignudo, con panno giallo che dalle spalle casca fino a
terra, con scure nella destra e un libro nella sinistra con cartello
col nome del Santo e un detto. Colonne, lesene e balaustra-
19 Il dipinto compare al n. 179 della Nota, più volte ricordata, del 1799.