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164 FIORELLA FRISONI [22 vole», e dal Paglia, che l’assegnano ad entrambi i fratelli, il secondo ci fornisce anche un accenno di descrizione: S.ta Maria Maddalena de’ Pazzi, La quale tutta estatica, ne sentimenti rapita; col cuore in mano ardente del Amor del suo Divino Sposo, sollevata da nubi celesti, con fronte così placidamente serena che tutta intenta et ebra di spirito santo ben vedesi, ch’ella ha il spirito nel sen, ma tra le sfere dei serafini, che fanno ala a così candida bellezza… Nel 1700, Averoldo, ricordandola «protesa avanti al Crocefisso» e in atto di donargli «l’infocato suo core» la giudica opera del solo Cesare, ammirandone il «morbido della carnaggione», che è quasi una lettura stilistica. Riprenderemo quest’argomento. Maria Maddalena de’ Pazzi, nobile fiorentina, nata nel 1566 col nome di Caterina, era entrata come postulante il 1° dicembre 1582, per iniziare alla fine dell’anno seguente il suo noviziato, nel convento carmelitano fiorentino di Santa Maria degli Angeli, dove si contemplava la clausura ed era consentito alle monache, insolitamente per quei tempi, di accostarsi ogni giorno alla comunione. La sua vita, fino alla morte avvenuta nel 16<strong>07</strong>, fu caratterizzata da una serie di visioni estatiche che potevano coglierla in ogni momento, spesso dopo la comunione, ma anche nell’atto di compiere qualunque commissione, anche la più umile, come lavare i panni o altro. Beatificata nel 1626, fu canonizzata nel 166929 , data a cui dovrebbe essere legata l’esecuzione della pala. Vale la pena di osservare, però, che nulla osta che i santi siano raffigurati, come venerabili o beati, prima della canonizzazione. La stessa Maria Maddalena de’ Pazzi, ad esempio, compare, insieme a sant’Alberto carmelitano e a sant’Andrea Corsini, nel dipinto eseguito da Cesare Gennari per l’altare della 29 ERMANNO ANCILLI, in Bibliotheca Sanctorum, VIII, Roma 1967, ad vocem, col. 11<strong>07</strong> e segg.
23] Appunti «guercineschi» per la chiesa del Carmine di Brescia 165 Figura 7 – Cesare Gennari, I santi Alberto carmelitano e Andrea Corsini e la beata Maria Maddalena de’ Pazzi (1663-1666), Bologna, San Martino Maggiore. cappella Ringhieri in San Martino Maggiore a Bologna prima del 1666 (forse ancora nel 1663, anno della commissione), quindi alcuni anni prima della elevazione agli altari della mistica fiorentina30 (Figura 7). In ogni caso sembra più probabile che la pala bresciana sia stata eseguita in coincidenza con la canonizzazione o poco dopo. Allo scadere del XVIII secolo la tela seicentesca del Carmine fu sostituita da una dello stesso soggetto (Figura 8) ese- 30 L’opera viene citata da ANTONIO MASINI, Bologna perlustrata, 1666, p. 617, che ne ricorda la data di commissione del 1663. È stata analizzata da N. CLERICI BAGOZZI, 1985, p. 244; P. BAGNI, 1986, p. 296, tav. 169; N. ROIO, Cesare…, 2004, p. 209, fig. 346.
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